capitolo due

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aprii gli occhi e mi ritrovai in un parcheggio, buio e spaventoso.
iniziai a tremare, non capivo come potessi esserci arrivata.
"c'è qualcuno?" urlai.
tutto d'un tratto sentii una voce chiamarmi.
capii subito che fosse quella di livia, infatti dopo qualche secondo mi apparse davanti.
era vestita esattamente com'era vestita alla festa di marco.
"arianna, eccoti" disse, avvicinandosi a me lentamente.
iniziò a piangere, quindi decisi di abbracciarla.
mi era mancato il suo profumo.
appena ci vide marco, però, si staccò e corse verso di lui.
lo baciò davanti a me. il mio cuore si spezzò e mi ritrovai a correre nel buio.


mi sveglio di colpo e mi accorgo di star sudando, quindi vado in bagno e mi sciacquo la faccia. ho intenzione di farmi una doccia fredda per schiarirmi le idee, nonostante sappia che, essendo quasi aprile, ci sia un freddo assurdo.
oggi dovrebbe passare ambro per prendere la sua roba, dato che ha preso una nuova casa il più possibile lontano da me.
quando io e livia ci siamo lasciate ha deciso di andarsene, arrabbiato per la vicenda.
mi dispiace molto, ma ormai non posso più tornare indietro.
il mio telefono inizia a squillare e rispondo subito.
"arianna, dove cazzo sei?"
"alessio, cazzo scusa. scendo subito".
guardo l'ora: sono le dieci e un quarto e mi ero dimenticata dell'appuntamento.

"oh, eccoti" dice appena mi vede entrare nel bar. velocemente mi sedio di fronte a lui e mi scuso, di nuovo, per il ritardo.
"vabbè, non importa. siamo qui per un motivo e non ho voglia di perdere tempo".
annuisco, essendo d'accordo con lui.
"ok, bene. ho un piano".
"spara"
"allora. io, marco, livia, lisa e alcuni amici abbiamo intenzione di andare in grecia"
"figa la Grecia"
"e ovviamente abbiamo intenzione di invitare anche te, nonostante il casino che sia successo"
"davvero?" domando incredula. "e livia è d'accordo?"
"insinua di star bene adesso, quindi sì, è pienamente d'accordo"
"oh wow". rimango ferma per due secondi a fantasticare sul magnifico viaggio che potrà essere.
"quando partite?"
"partiamo lunedì"
"e oggi è venerdì"
"esattamente". sorride innocentemente, facendomi rilassare.
"ok, qual è il piano?"
"nulla, le fai vedere le chat".
"alessio, stai scherzando?".
"no, non sto scherzando. comunque devo veramente andare, lisa mi aspetta. dobbiamo andare a prendere le valigie, sai no?". mi fa una faccia pervertita e se ne va sventolando la mano. "ti voglio bene nana di merda".
"anche io" dico inutilmente. lui era già uscito.
arrivo a casa di corsa per preparare le valigie e mi ritrovo ambro mezzo nudo a saltare avanti e indietro.
"alessandro ambrosino, cosa cazzo stai facendo?"
il ragazzo si ferma di colpo e resta a fissarmi.
noto che sta cercando di trovare una scusa dalla sua faccia confusa.
"no nulla, mi allenavo"
"perché dovresti allenarti?" domando con un sopracciglio alzato "e in casa mia?"
"ecco..."
resto a fissarlo aspettando una risposta.
"dopo mi vedo con un ragazzo e voglio allenarmi per non risultare brutto"
"ma che cosa dici, sei fantastico ale". lui mi sorride, ma subito dopo cambia espressione. "hey, non provarci con me. se dovessi innamorarmi rimarrei con le corna".
alzo gli occhi al cielo e inizio a borbottare parolacce.
"sai bene cos'è successo e sai bene che non tradirei mai nessuno volontariamente, tantomeno la persona che amo"
"l'hai comunque fatto". si rimette la maglietta e i pantaloni e si siede al tavolo.
"l'ho fatto, però non era previsto che lo venisse a scoprire. non era nulla di serio, sono stata obbligata"
"ma sei scema?"
"ma secondo te avevo intenzione di far finire un video dove mi scopo livia su tutto il web?"
"certo che no, ma potevi trovare una soluzione alternativa" dice, sbuffando subito dopo.
"invece no ambro, questa è la verità".
prendo due tazzine e preparo il caffè.
"secondo me avresti dovuto dirglielo. dai poverina, doveva sapere la verità"
"hai ragione, ma non volevo spaventarla. cioè, per me sarebbe stato qualche minuto di sesso e basta. ora che non c'è alcuna possibilità che giri, dato che l'ho distrutto, vorrei provare a farmi perdonare"
"non ti perdonerà, lo sai?"
mi giro a guardarlo e facendolo mi brucio con il caffè.
"porca puttana" urlo, buttando all'aria la moka.
ambro corre ad aiutarmi, ma lo spingo, facendolo finire sulla sedia.
"ma sei scema?"
"cazzo, brucia!"
"vuoi un cerotto?"
"ma mettitelo nel culo!".
mentre mi sciacquo la mano ambro pulisce in terra.
"porco due"
il mio telefono inizia a squillare. immagino sia alessio, quindi prendo il telefono e guardo il display annoiata.
"è livia" urlo tutto d'un tratto.
"come?"
"livia mi sta chiamando"
"rispondi, veloce"
"no ma che cazzo"
"MUOVITI" urla.
tossisco e rispondo velocemente.
"pronto?"
"oh era ora, stavo per chiudere"
"sì scusa, mi sono bruciata con il caffè"
"ah. ok, bene. ti ho chiamata per sapere di lunedì."
"lunedì?" chiedo confusa.
"ma vieni o no in grecia?"
"ahhh sì, la grecia"
"ecco. tu verrai in auto con me, marco, alessio e lisa. gli altri si sono organizzati"
"ah, sì va benissimo"
"bene. vedi di portare costumi e altre minchiate del genere"
"ma è aprile, non fa freddo?"
"no"
"ok, capisco..."
resto a riflettere qualche secondo in silenzio.
"beh quindi?" domanda lei.
"quindi cosa?"
"boh, è ok?"
"sì, è ok"
"va bene, allora vado"
"aspetta livia"
"cosa?" domanda sbuffando.
"come stai?"
ambro mi fulmina con lo sguardo e io alzo le spalle in risposta.
"sto bene"
"va bene, menomale"
"tu come stai?"
"bene" rispondo sorridendo.
"ok, fantastico. ciao arianna"
"ciao livia".
chiude la chiamata e resto ferma per qualche secondo.
cos'è appena successo?
"terra chiama arianna, ci sei?"
"sì, ci sono". mi siedo e inizio a darmi colpi sulla fronte.
"ma cosa diavolo stai facendo?"
"dio mio, ho appena parlato con livia. le ho chiesto come sta, ti rendi conto ambro?"
"potevi evitare quella domanda"
"lo so"
"ma stai tranquilla, si chiede sempre"
"lo so, ma come vuoi che stia?"
"smettila di farti pippe mentali, arianna" dice sedendosi di fronte a me.
"cazzo, cazzo, cazzo"
"cos'è questa storia della grecia?"
"vado in grecia con loro e dei loro amici"
"wow figo, lunedì?"
"lunedì"
"ti divertirai, arianna. andrà tutto bene"
"ambro, mi manchi tanto"
"dove vuoi che vada? sono sempre qui".
sorrido alle sue parole. non so come farei senza di lui.
"adesso però devo proprio scappare, il ragazzo mi aspetta"
"me lo farai mai conoscere?"
"sicuramente, se diventa una cosa seria".
mi saluta con la mano ed esce dall'appartamento, lasciandomi lì a ridere da sola.

#31# (sequel di "profumo di rosa" ) // arieteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora