cinque

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sentii i miei arti diventare di gelatina, fu difficile correre di sotto senza far cadere il biglietto, o senza rotolare per la rampa, ma ci riuscii.

per fortuna l'agente era ancora in casa per dare un'ultima occhiata alle serrature e alle finestre.
quando si girarono sentendo i miei passi e i miei lamenti, porsi all'agente il biglietto.

"che cos'è? dove lo hai trovato?" chiese guardando attentamente il pezzo di carta
"era infilato nel mio laptop, non lo uso da ieri mattina."
i miei si scambiarono degli sguardi preoccupati e si avvicinarono all'agente per leggere il messaggio lasciato scritto da chissà chi.
"bonnie, i tuoi genitori mi hanno detto che sei stata a dormire dalla tua amica, sei sicura che quando ti sono venuti a prendere non ce lo abbia messo lei?"
lo guardai con uno sguardo interrogativo
"no, no, impossibile, quando sono uscita dal mio nascondiglio doveva ancora entrare nella mia stanza, di conseguenza non si era avvicinata alla scrivania...e poi perchè dovrebbe aver fatto una cosa del genere?"
l'agente annuii e mise il biglietto in una piccola busta di plastica
"dovremmo esaminarlo, vi faremo sapere tra un giorno o due."

mi sentivo esattamente come una preda, non riuscii nemmeno a mangiare il mio piatto preferito, giocai con il cibo finchè non diventò poltiglia.
"bonnie... stai tranquilla, metteremo l'allarme e delle telecamere, se vuoi puoi dormire nella nostra stanza per un po'... se non ti senti al sicuro nella tua"
"va bene così, magari è uno stupido scherzo, per ora resto nella mia stanza, grazie"
mi alzai e salii in camera.
dovrei essere paranoica? chi è che scriverebbe una cosa del genere? che idiozia...

la verità è che ero paranoica e stavo solo cercando di negarlo, magari sarei riuscita a confondere il mio cervello e anche lo "stalker", sempre che ci sia uno stalker... c'è sicuramente e mi starà guardando da qualche telecamera, oddio... avrá sicuramente messo anche una cimice, o più.
la testa mi stava implodendo, mi distesi sul letto e mi copri il viso con un cuscino, spingendolo e cercando subconsciamente di soffocarmi, cosa impossibile da fare da soli... chissà se qualcuno fosse entrato e mi avesse aiutata a soffocarmi, per un attimo sentii quasi il peso di altre due mani premute sul cuscino, ma era ovviamente la mia ansia che si prendeva gioco di me.

ding

bonnie: mi dispiace ancora per avergli dato il numero... sei ancora arrabbiata con me? abbiamo risolto vero?

per un attimo pensai di aver ricevuto un messaggio da un'altra persona e mi sentii il cuore in gola, ringraziai gli dei del cielo.

risposi con una semplice affermazione, poi lessi la più grande idiozia mai scritta dopo il biglietto dentro al laptop:

"un'altra cosa, hai detto che jack non ti piace, se è così beh, vorrei chiedergli di uscire a volte."

fissai lo schermo per almeno cinque minuti interi, ovviamente non ero gelosa, lo trovavo solo... inquietante.

"no che non mi piace, se hai il suo numero scrivigli no?"

vidi la scritta "sta scrivendo..." e spensi il cellulare rapidamente, può bastare per oggi, non credo di farcela ancora con questa gente.
lux era una mia grande amica, anzi direi l'unica, cosa le era saltato in testa? aveva sicuramente dato il mio numero a jack per cercare di apparirgli simpatica e disponibile... magari è anche gelosa che io abbia il suo numero.
roteai gli occhi mentalmente, sempre se è possibile farlo, ormai tutto è possibile.
aprii di nuovo il telefono.
entrai nella rubrica e cercai il contatto di jack.
poi cliccai sul tasto "blocca" e poi "elimina"
era l'unica cosa giusta da fare,  ora che lux voleva approcciarlo era meglio evitare di litigare su cose inesistenti che si vengono SEMPRE a formare in situazioni del genere.

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entrai nella classe vuota pensando a quello che avevo fatto i giorni precedenti:
assolutamente nulla, solo farmi prendere da psicosi paranoiche durante la notte e durante il giorno, non dormendo nemmeno tre ore senza interruzioni e leggendo articoli su vittime di rapimenti e stalking.
non vidi nemmeno lux, chiesi ai miei di restare a casa per un po' di giorni, nella mia stanza, col telefono spento, non sapevo nemmeno che libri avessi nello zaino.

quella mattina non vidi arrivare lux con la macchina, a dire il vero non la vidi proprio arrivare, magari era arrabbiata con me perchè non le avevo risposto ai messaggi, ma lo avrebbe capito quando le avrei spiegato che stavo avendo una crisi esistenziale per colpa di uno stalker, che probabilmente nemmeno esisteva, dato che il pezzo di carta esaminato dalla polizia non aveva dato risultati.

"ah eccoti"
alzai lo sguardo verso il ragazzo, il solito ragazzo con cui condividevo stranamenamente troppe classi e anche l'unica amica.
"già, eccomi..." dissi con tono sarcastico
"non mi hai più risposto ai messaggi, mi hai bloccato o non usi più il telefono?"
sospirai e girai lo sguardo dalla parte opposta alla sua
"la prima, avrai già capito il perchè"
"temo di no, me lo spieghi?"
"lux, tu che dici?"
jack annuii e sorrise
"ah sì, lux, mi scrive spesso, è gelosa del nostro rapporto e non vuoi più essere mia amica?"
"questo non lo so, è stata più una mia scelta per evitare incomprensioni, spero ti vada bene"
incrociò le braccia reggendo il contatto visivo
"non credo mi vada bene, non è che se ad una tua amica piace qualcuno non puoi essere amica di quel qualcuno, a meno che la tua lux non sia poi così idealizzabile come la fai sembrare"
"senti... non so come dirtelo, sei davvero molto simpatico e gentile con me, ma non voglio perdere l'unica amica che ho per un ragazzo, ok? facciamola finire qui, mi puoi sempre chiedere cose riguardanti la scuola quando siamo in classe, per cose personali... nulla, non siamo amici, va bene?"

non so perchè lo dissi, mi serviva proprio un amico in più ma non volevo perdere lux.
la faccia che fece jack durante il mio discorso mi fece sentire in colpa, il suo sorrisino era calato e il suo sguardo era tornato fisso sul prof che spiegava.
la conversazione finì lì.

you look as sweet as u tasteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora