otto

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sospirai riprendendomi l'auricolare e continuando ad ignorarlo.
entrambe le cuffie mi furono strappate dalle orecchie.
"insomma? la smetti di ignorarmi? è chiaro che la tua amica non mi interesserà mai ed è inutile continuarla ad illudere, quindi perchè ignorarmi solo perchè le piaccio? magari ci sono altri motivi?"
inizialmente lo guardai e basta, senza dire nulla, poi sospirai
"si può sapere che vuoi da me? hai tutta la scuola che ti va dietro"
"allora non è di lux che ti frega, ce l'hai proprio con me"
"pretty when you cry, comunque"
"cosa?"
"mi hai chiesto quale fosse la mia canzone preferita di lana, pretty when you cry, se non ti dispiace torno ad ascoltarla."
dopo pochi istanti di silenzio mi rimisi gli auricolari, che ancora una volta mi furono strappati via dalle orecchie
"hai cambiato discorso"
"senti, jack, sono probabilmente la prossima vittima di quell'assassino di cui tutti stanno parlando, se non di lui di qualche altro pazzo che mi lascia biglietti inquietanti in camera, almeno ogni sera, va bene? non posso starmi a preoccupare di un ragazzo che ignoro perchè chiaramente ho problemi maggiori."
"beh come facevo a saperlo? se hai bisogno di parlarne ci sono io, dato che chiaramente lux non è brava a fare queste cose..."
"decido io chi è bravo a fare cosa e chi no, non so se hai capito, comunque grazie per l'offerta."
jack roteò gli occhi
"fai come ti pare, non so più che fare per approcciarti, sei impossibile"
"non ti sento"
"sì, mi senti, adesso mi dici anche che sta succedendo a casa va bene? non ti voglio vedere distrutta così"
misi in pausa la musica e arrotolai le cuffiette attorno al telefono, magari... potevo dargli una chance
"va bene, è tutto iniziato quando una sera ho sentito una porta chiudersi di sotto, allora sono andata a controllare, ma ho sentito altri rumori e mi sono cagata in mano, quindi mi sono chiusa in camera, solo che dopo ho trovato tipo un biglietto dentro al computer che mi diceva che faccio bene ad essere paranoica"
presi una pausa per far parlare jack, che sembrava avesse qualcosa da dire
"mh, i tuoi genitori non ci sono la sera?"
"oddio giusto, mi hai ricordato che è per colpa tua che mi stava per beccare chiunque fosse in casa... mi avevi scritto se fossi sola in casa... comunque no, i miei lavorano di notte"
jack mi guardò sorpreso
"oh cazzo, non sai quanto mi stia sentendo in colpa..."
"tranquillo, comunque... questa persona ha anche tagliato i fili del pannello di controllo dell'elettricità... poi mi ha lasciato un altro foglietto su cui c'era scritto la stessa identica cosa che mi aveva detto una vicina di casa."
jack annuii "ovvero? che ti ha detto la vicina di casa?"
"che sono troppo giovane e bella per morire."
cercai di trattenere una risata ma jack sembrava serio
"è una cosa carina, certo, uno stalker che te lo scrive e te lo lascia in camera un po' meno..."
deglutii "già"
"hey, se hai bisogno di un posto dove stare se continuano a succedere cose del genere puoi contare su di me"
scossi la testa sorridendo "no, non credo, mi inquieti ancora, ma ci penserò su"
jack scosse la testa e sorrise, come se avessi fatto una battuta...
se solo sapesse che mi inquietava ed era sulla mia lista di sospettati...
gli avevo già confidato troppo quando io non sapevo nulla su di lui, non che mi interessasse, dovevo iniziare ad allontanarmi da lui.
"credo che andrò a prendere qualcosa al bar, non mi seguire, grazie, ci vediamo più tardi"
non gli diedi il tempo di rispondere, scesi gli scalini e camminai verso il bar, anche se non mi fermai lì, ma nel parchetto accanto.
non c'era molta gente, solo qualche nonnetta con i loro nipotini, posto giusto per rimettersi a riascoltare musica ed elencare tutto quello che va male nella propria vita.

lux? amica solo quando può ricavarne qualcosa lei.
uno stalker.
gente che muore a scuola.
un tizio inquietante che mi perseguita a scuola.

erano le uniche cose che avevo in testa, non riuscivo a pensare ad altro.
decisi di smettere di parlare con lux, con jack, con tutti.
quando mi ero isolata dal mondo anche lo stalker era scomparso.
cominciai a pensare che sono io ad attrarre le cose negative della mia vita, ed effettivamente è così.

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entrai nella classe in cui si svolgeva l'interrogatorio, firmai dei fogli e iniziarono a pormi domande.

"conoscevi almeno una delle tre ragazze?"
"non proprio, di vista sì ma non ci avevo mai davvero parlato"
l'agente si alzò e insieme ad un altro uomo sussurrò delle cose in una stanzina accanto, aspettai.
"bonnie lisbon, puoi andare, sei la ragazza con lo stalker vero?"
"sì diciamo, mi rilasciate?"
"beh mi pare ovvio che tu non possa essere una assassina dato che beh, sei una delle sospette prossime vittime"
panico.
cioè, sono felice che mi abbiamo avvisata, diciamo che lo sapevo, ma dirlo in questo modo nonchalant?
"e non... farete nulla per, non so, proteggere me e la mia famiglia?"
"mi pare che abbiamo già messo un'auto nella tua via... non può bastare?"
decisamente no, ma non dissi nulla, gli uomini in divisa mi spaventano.
mi alzai e salutai gli agenti, che non avevano affatto fatto un buon lavoro.
perchè non sospettare di me? lo stalker potrebbe essere tutta una farsa per nascondere le mie vittime.
ma cosa sto dicendo... non sono io l'assassina e non farei mai una cosa del genere... o magari sono sonnambula... schizofrenica... comandata telepaticamente come un burattino da una forza superiore che mi impone di uccidere e di mangiare gli organi di alcune povere compagne di scuola.

chiusi gli occhi per un momento e ripresi ad essere ragionevole, cosa?
"bonnie, stai bene? ti vedo un po' stranita"
era lux, non risposi, uscii dalla struttura e mi incamminai verso casa.
stava succedendo qualcosa di molto strano, la mia salute mentale non era abbastanza stabile per farmi sopportare tutto ciò, i miei genitori ossessionati dal lavoro non erano d'aiuto ed effettivamente finii per scacciare tutti dalla mia vita, anche se per ovvi motivi.

you look as sweet as u tasteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora