2. L'incontro-scontro

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"Sei l'inaspettato che aspettavo da una vita".
Max Capozzi

Marinette's pov

"Ho già visto questo ragazzo" realizzo, incredula.
"È colui che ho incontrato questa mattina".

Ora cari lettori e lettrici, sono sicura che - per quanto non mi permetterei mai di offendere il vostro spirito lungimirante - sicuramente non starete capendo, dunque forse sarebbe meglio tornare indietro di qualche ora e farvi fare un salto nella mia mente.

1 Settembre, 8:30, DiagonAlley

<<Si può sapere dove è il Ghirigoro?>> borbotto a bassa voce, irritata a causa della mia scarsa capacità di sapermi orientare in un qualsiasi luogo.
Invidio le persone che si sanno dirigere con destrezza in posti mai visitati e riescono a conoscerli in breve tempo meglio delle loro stesse tasche; questa non è decisamente una mia qualità.

È da ormai mezz'ora che sto girovagando qui a DiagonAlley, senza riuscire a scorgere, nemmeno in lontananza, anche solo uno dei negozi che sto cercando.
Rileggo la lista che la scuola mi ha fornito con il materiale da comprare e la ripongo in borsa. Ormai, considerando quanto tempo sono rimasta a fissare l'inchiostro del foglio di carta in attesa che un qualsiasi tipo di suggerimento divino mi giungesse dall'alto e mi riuscisse a dirigere in questo labirinto soleggiato, l'ho praticamente imparata a memoria.

Porto una ciocca ribelle dei miei capelli corvini dietro l'orecchio dato che questa, spostata dal vento, mi era appena arrivata a coprirmi il viso. Nel farlo fermo i miei passi e mi guardo intorno attentamente, non potendo far a meno di constatare che l'unica cosa che posso fare, se non voglio continuare a sprecare il mio tempo, è rivolgermi a qualcuno.
Odio chiedere aiuto, è come un'umiliazione alla mia testardaggine che mi intima di fare tutto ciò che posso da sola, ma in questo caso mi sembra inevitabile.

Scorgo in lontananza una ragazza che sembra avere circa la mia età per cui mi avvicino titubante a lei, ripetendomi mentalmente la frase che dovrei dirle per chiederle le informazioni che mi servono.

Noto che possiede dei lunghissimi capelli marroni che, essendo sciolti, le arrivano fino al bacino, ma le due ciocche frontali sono legate tramite due piccoli elastici rossi in modo curiosamente peculiare. I suoi occhi scuri sono grandi ed, assieme al suo piccolo naso che è piuttosto simile al mio, la fanno assomigliare quasi ad una bambola. Non riesco a scorgere altri dettagli del suo viso dato che quando mi avvicino piega la testa in cerca di qualcosa nella borsa chiara che porta come tracolla.

<<Scusa, sapresti dirmi dove si trova il Ghirigoro? Devo comprare dei libri e non so dove andare>> chiedo educatamente, con espressione impacciata e lei sorride contenta. Quel sorriso però - anche se dovrebbe - non mi rassicura affatto. Al contrario, mi mette estremamente a disagio.
Cerco di non fare caso ai miei pensieri in proposito, mentre ascolto le indicazioni che mi dà cercando di non perdermi alcun dettaglio.
Non posso fare a meno di credere che esso paia essere stranamente finto, proprio come pare esserlo lei con il suo strano modo di gesticolare, la maniera in cui sbatte le palpebre e il tono di voce.

<<Grazie davvero>> dico per poi girarmi, ma prima che io possa andarmene, lei mi richiama con un gridolino acuto.

<<Aspetta! Sei nuova? Non credo di averti mai vista da queste parti ed io conosco tutti>> chiede, dunque mi volto nuovamente per risponderle.

<<Sì è così, prima frequentavo un'altra scuola>> dico, soffermandomi ancora sulla sua espressione.
Il suo sorriso a trentadue denti sembra ostentare una finta spontaneità che le sue parole però non sembrano avere.

Amore in verde [Miraculous & Hogwarts]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora