"Dove ti ha tenuto?"
Harry non rispose.
"Puoi per favore dirmi se ti ha toccato?"
Harry non rispose.
"Riesci a ricordare dove ti ha preso?"
Harry non rispose...
Dentro la sua mente, lui stava urlando, e stava graffiando la faccia della donna che vede tre volte alla settimana.
La sua psicologa, sua mamma l'ha assunta, quando notò che Harry non dormiva più, e raramente mangiava.
Come qualsiasi altra madre, è andata subito nel panico, suo figlio era ritornato un paio di settimane fa e non disse niente u cosa successe.
"Harry, ho bisogno di sapere che tu stia ascoltando..."
Questo fece tornare lo sguardo di Harry su di lei.
I suoi occhi fissavano le labbra rosse della donna, vedendole muoversi, parlando, ma lui non sentiva più niente...
"Ti amo," Harry scosse la testa sopraffatto dal panico, guardandosi intorno in quella stanza sentendo la voce che amava così tanto...
"Harry, tesoro calmati, Harry hai bisogno di respirare."
Le pupille di Harry si dilatarono, poi ristrette, poi si sarebbero allargate... aveva un disperato bisogno di vedere la faccia da cui proveniva quella voce.
La donna circondò il suo busto, quando lui iniziò a graffiarsi furiosamente la mano, causandosi forti segni rossi.
Nel frattempo Harry non stava realizzando ciò che stava facendo, era come se un branco di cani selvaggi avesse preso il sopravvento su di lui, e non riusciva a stare fermo.
"Ho bisogno d'aiuto qui!" La donna chiamò, e si precipitò nella stanza il padre di Harry, e la mamma chiuse la porta alle sue spalle.
"Ho bisogno di lui! Aiutami. Per favore. Ho bisogno di lui mamma!" Harry pianse, e iniziò a calmarsi, quando sua madre lo avvicinò al suo petto.
Anche lei iniziò a turbarsi, questo non era suo figlio.
"Cosa non va con lui?" Chiese il padre, guardando tristemente il suo figliolo.
"Io penso che suo figlio potrebbe avere la Sindrome di Stoccolma..." Gli rispose la donna.
Des fissò semplicemente la donna di fronte a lui, chiedendosi di che cavolo stesse parlando.
"Cosa? E' un qualche tipo di malattia?" Chiese, preoccupandosi.
"Fortunatamente non lo è... è più un problema mentale, Harry sta mostrando segni di essere innamorato del suo rapitore."
La faccia dell'uomo completamente rilassata, smise di tendere la mascella, e non c'erano più rughe intorno agli occhi mentre erano corrucciati nella completa confusione.
"Questo è barbarico. Ridicolo. Completamente insano. Nessuno può avere un problema mentale come questo!"
La donna stette ferma lì, in piedi. "Tornerò per la nostra sessione di martedì, e sono spaventata di anche solo dirlo, se non migliorerà allora... allora, sono dispiaciuta di dirglielo, ma lo dovrò trasferire via da qui fino..."
Entrambi i genitori guardarono con rabbia, confusione e completamente persi.
"Mi troverò fuori." Disse, e con questo lasciò sola la famiglia.
Anne guardò verso suo marito, i cui occhi erano piantati su un Harry ora addormentato.
"L'ho perso già una volta Des. Non posso perderlo un'altra volta." Anne si alzò, i suoi occhi azzurri si riempirono di lacrime...
Suo maritò annuì, prendendo la sua mano. "E noi non lo perderemo, ne ha passate tante, la sua mente è confusa, l-lui starà bene," disse, cercando anche di persuadere se stesso...
- - - - - - - -
E' passata una settimana e due giorni da quando Harry tornò a casa al sicuro...
Ogni mattina avrebbe mandato un messaggio a Louis, al numero che Louis gli ha dato.
"Buongiorno..xx"
Anche se non avrebbe mai avuto una risposta.
Ogni notte avrebbe inviato un messaggio a Louis, sperando in un qualsiasi tipo di comunicazione, o aggiornamento della sua vita.
"Lo psicologo mi ha visitato di nuovo oggi, ho sentito la tua voce, hai detto che mi amavi... io volevo così tanto vederti e sono entrato nel panico... ho iniziato a far del male a me stesso, ho ancora i segni rossi sulla mia mano... desidero che ti sia qui così mi potresti baciare e dirmi che sono stato un bravo ragazzo, ha detto che ho la Sindrome di Stoccolma e se non migliorerò, martedì mi porterà via, sai cos'è la Sindrome di Stoccolma? E' quando ti innamori del tuo rapitore... loro pensano che io mi sia innamorato di James. Riesci a crederci? Voglio dirglielo che sei tu, ma non voglio recarti problemi con nessuno... perché non mi scrivi mai? O rispondi alle mie chiamate?... Voglio sentire la tua voce, ho bisogno di averti... ne sto uscendo pazzo senza te qui... ti rivedrò di nuovo, vero daddy? E questa volta saremo solo io e te... nessun problema? Sai che ti amo con tutto il mio cuore, -Harry x"
Ogni notte avrebbe raccontato a Louis la sua giornata...
Senza fallire.
Anche se nessuno rispondeva ai messaggi, non a una telefonata... niente.
- - - - - - -
"Amico, stai guardando quel messaggio da due ore consecutive. Che succede?" Chiese Zayn mentre vedeva Louis che continuava a leggere e rileggere il messaggio.
"Loro lo porteranno via solo per colpa mia." Buttò fuori.
Da quando Harry era a casa sua, Louis non fece ritorno nella propria casa, stesse con Zayn e Liam, a loro non infastidiva granché la cosa... ma Louis è andato sempre più giù da quel giorno.
Non dormiva, non si rasava, non si cambiava i vestiti... e non aveva neanche dato un accenno di un piccolo sorriso.
"Sta facendo del male a se stesso... per colpa mia."
Zayn si sedette accanto a Louis sul divano, arricciando il naso per l'odore che emanava. Eppure non ci fece caso, "So che fa male, ma hai bisogno di fermare tutto questo, hai bisogno di fare una doccia e dormire, hai bisogno di prenderti cura di te stesso-"
"Intendi come mi sono preso cura di Harry? Quello è fallito. Esatto?! Sono una persona orribile, Zay. Io non merito qualcuno come lui. E lui non merita assolutamente uno come me."
"Questo è abbastanza! Sono stanco di tutto questo! Ti ho detto di smetterla di sentirti dispiaciuto per te stesso! Questo non sta fottutamente funzionando, quindi perché ti stai mantenendo lontano da lui?!" Urlò Zayn.
"Non lo so... tu hai detto di dargli un po' di tempo..." Disse Louis un po' confuso.
"Da quando tu mi ascolti?"
Louis annuì, "Okay"
"Okay?" ripetette.
"Andiamo da lui..."
Zayn sorrise ampiamente, poi si accigliò di nuovo: "Puoi farmi un favore prima?"
Louis arricciò gli occhi, ma annuì timidamente.
"Prima vai a farti una doccia."
Louis sorrise... il primo sorriso da tanto tempo.
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To Love A Sadist //larry version//italian translation//
FanfictionIo ero il suo schiavo, il suo giocattolino, il suo bambino, il suo piccolo, la sua puttana e suo marito. Credo che abbiate capito che sia stato forzato ad entrare nella vita del BDSM...