takashi mitsuya - days meeting

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 'cause i remember every time on these days that i feel like you and me

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'cause i remember every time
on these days that i feel like you and me

- 'heartbreak anniversary' , giveon

si vedevano tutti i giorni, eppure erano sconosciuti;
entrambi sapevano il nome dell'altro, ma facevano finta di niente.

y/n's pov

19 settembre

stavo andando a prendere mia sorella minore dal primo giorno di elementari, visto che l'edificio è vicino alla mia scuola.
passeggiavo lungo la strada con le cuffie nelle orecchie e la musica al massimo.
il leggero venticello mi portava all'indietro i capelli morbidi.

arrivata davanti alla struttura, mi addentrai nel cancello, percorsi il cortile ed entrai nella scuola.
andai nella stanza dove si teneva il doposcuola, vidi la mia sorellina parlare e divertirsi con un'altra bambina.
varcai la porta e salutai l'insegnante con un inchino.
chiamai mia sorella per nome, ed ella mi sorrise.
prese le sue cose e disse <salve maestra! ciao mitsuya-chan!>
la bambina salutò mia sorella e poi urlò <FRATELLONE!>
presi s/n per mano e ci girammo per uscire.
appena mi voltai, un ragazzo con i capelli tinti di un viola chiaro, attirò la mia attenzione.
ci scambiammo uno sguardo di un secondo, anche se molto intenso.
non ci feci caso ed uscimmo dall'edificio.

24 ottobre

era più di un mese che andavo a prendere mia sorella dal doposcuola.
anche se mia madre finiva prima da lavoro, insistevo ad andare a prenderla io.
lei pensava che le volessi fare un favore per farla riposare. non che non fosse così, però il motivo principale era egoista.
volevo vedere nuovamente quel ragazzo.
ho scoperto il suo nome grazie a s/n: takashi mitsuya.
mia sorella e la sua sono diventata subito amiche, sapere il suo nome mi sembrava il minimo.

quindi come sempre, dopo scuola, mi recai a quella di mia sorella.
lo vidi nel viale scolastico, intento ad accendersi la sigaretta, ma l'accendino non collaborava.

io la mia l'avevo accesa poco prima.
mi sembrava una buona scusa per rivolgergli qualche parola.
mi avvicinai e gli porsi l'accendino dicendo <sembra che quello non funzioni molto bene>
lui alzò la testa, mi guardò negli occhi, tanto che un brivido mi percorse la schiena.
poi guardò l'affare e mi sorrise, lo prese e mi disse <grazie mille>
persi un battito.
aveva proprio una bella voce calma.
mi sedetti un pó più lontano da lui, e continuai a fumare la mia sigaretta.
mi diede indietro l'oggetto e mi sorrise nuovamente.
<tu se la sorella di s/c, giusto?> disse lui.
<si, sono io> risposi, buttando fuori il fumo dalla bocca.
aspirai e dissi <tu devi essere il fratello di mitsuya>
lui annui e sorrise.
<non ho mai visto una scuola media con quell'uniforme, dove studi?> mi chiese.
<oh in realtà faccio le superiori...> risposi.
lui spalancò gli occhi e poi disse <quindi sei più grande di me, eppure pensavo che avessimo la stessa età>
<non sembra per niente che tu vada alle medie, sembri più grande, comunque non credo che ci passiamo molto> risposi.
<che anno frequenti?> chiese mitsuya.
<il primo, tu?>
<il terzo anno>
<quindi è solo un anno di differenza>
<già. non so ti devo chiamare con qualche onorifico?> disse  gentilmente.
<ti prego no, non sopporto la scala gerarchica che si è formata all'interno della nostra società> risposi accennando un sorriso.
spense la sigaretta per terra e rimase seduto lì.
<non vai da tua sorella?> chiesi.
<aspetto che finisci, così andiamo insieme> rispose sorridente.

poco dopo finii la sigaretta e la spensi.
entrammo insieme nella scuola. iniziammo a parlare del più e del meno, tanto che appena le nostre sorelline ci videro arrivare insieme dissero: <VI CONOSCETE!?> ; <SIETE AMICI!? OPPURE STATE INSIEME!?>
io arrossii leggermente sulle gote; lui capendo il disagio, disse gentilmente <ma che dite, siamo amici. su ora prendete le vostre cose>
appena se ne andarono, mi girai verso mitsuya e mi scusai da parte di mia sorella, lui rispose che non ce ne fosse bisogno,  con un sorriso.

15 novembre

pioveva, tantissimo.
mi ritrovai sotto la pioggia a correre per andare da mia sorella.
ero tutta fradicia e, soprattutto, senza ombrello.
<Y/N!>
sentii qualcuno chiamarmi, mi girai e vidi takashi venirmi incontro, con la cartella scolastica sopra la testa, per coprirsi dall'insistente pioggia che batteva su di noi.
mi fermai e aspettai che mi raggiungesse.
quando lo fece, lo salutai e poi mitsuya, mi prese per il polso e mi portò, correndo, sotto un portico, dove eravamo coperti dalla pioggia, anche se dovevamo stare appiccicati.
le nostre braccia erano attaccate, e le nostre mani si sfioravano.
ogni tano le nostre dita iniziavano un contatto, che però, veniva subito interrotto.
<eppure oggi portava bel tempo> si lamentò mitsuya guardando la pioggia scendere.
<ormai non mi affido più alle previsioni del tempo> risposi.
sentivo un freddo cane penetrarmi nelle ossa, lui accorgendosi di ciò,
mi chiese <hai freddo?>.
io negai con la testa, ma i brividi che portavo sulla pelle, tradirono le mie parole.
mi arrivo in testa una felpa calda e asciutta.
la presi e poi guardai mitsuya.
<mettila, non si sa mai ti viene la febbre> disse con un sorriso.
<ma scusa, se è asciutta, perché non te la metti tu?> risposi scioccata.
<stranamente mi ammalo molto raramente, quindi per me questa pioggia non è un problema. mettila>
lo ringraziai e mi infilai la felpa e mi misi anche il cappuccio in testa.
le maniche della felpa mi arrivavano quasi alla fine delle punta delle dita.
guardai takashi mentre osservava il cielo.
lo sguardo mi finí su i suoi vestiti bagnati e poi sulla sua pelle.
mi sporsi e lo abbracciai.
lui sembrò sorpreso da quel gesto e inizialmente sembrava freddo sotto il mio tocco. poco dopo ricambiò il contatto e disse <a cosa devo quest'abbraccio?>
<hai freddo mitsuya, non sono scema. se vuoi che la felpa la debba tenere io, permettimi almeno di abbracciarti, per tenerti anche il minimo al caldo.> risposi.
<non ti sfugge niente eh> disse stringendo l'abbraccio.
<già> risposi mettendo la testa sulla sua spalla.

8 aprile

in questi mesi il mio rapporto con mitsuya migliorò tantissimo, tanto che diventammo amici stretti.
quel pomeriggio di domenica, le nostre sorelline si incontrarono per giocare a casa mia, e ovviamente venne anche takashi.
le bambine stavano nella stanza accanto alla nostra a giocare a nascondino, io e lui stavamo parlando normalmente.
ma ad un certo punto, le piccole entrarono in camera dicendo <GIOCHIAMO AD OBBLIO O VERITÀ>
io e mitsuya, accettammo rassegnati.

i primi turni filarono tranquillamente, ma la sorella di takashi, disse al fratello <obbligo o verità?>
<obbligo> rispose lui sorridendo.
<dai un bacio sulle labbra a y/n!> disse ridendo.
io e lui ci imbarazzammo e ci scambiammo uno sguardo come per chiedere il consenso di farlo.
i nostri sguardi non si staccarono un solo momento, i nostri volti si avvicinarono sempre di più, i nostri occhi si stavano chiudendo piano piano. le gote rosee colorarono le nostre guance.
le mie labbra taccarono le sue, erano morbide e soffici.
quando ci staccammo, ci guardammo intorno e non vedemmo più le piccole.
allora raccolsi quel poco coraggio che avevo, gli presi il viso tra le mani e gli dissi <mi piaci takashi> e lo baciai.
lui ricambiò il bacio, che divenne appassionato, mise le mani sulla mia vita e sulla mia spalla.
dopo che interrompemmo quel tocco genuino tra di noi, lui mi disse <anche tu mi piaci y/n>.

ci baciammo per tutta la sera.
baci e carezze, e belle parole da far girare la testa.

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richiesta di @SlackPePe3600
spero che il capitolo ti sia piaciuto :)

alla prossima <3

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