hakkai shiba - storm of understanding

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character x fem reader
tipo: fluffy
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  so, if you want to love methen, darlin', don't refrain or i'll just end up walking in the cold november rain

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so, if you want to love me
then, darlin', don't refrain
or i'll just end up walking
in the cold november rain

'-november rain' , guns n' roses

quella sera, la pioggia si scagliava violentemente contro l'asfalto bagnato, il vento con forza si scontrava con tutto ciò che trovava davanti.

dal mio appartamento osservavo quelle poche macchine che sfrecciavano sulla strada.
faceva particolarmente freddo, nonostante fossimo ancora ad inizio novembre.
indossavo una felpa oversize nera con il cappuccio, dei pantaloni lunghi del pigiama con fantasia a scacchi nera e rossa, e infine dei calzettoni bianchi.
i capelli li portavo alla eren jægar.
in mano avevo una tazza di thè al mirtillo fumante.
portai il bordo di essa alle labbra, ma prima che potessi bere, suonarono il campanello.
posai la tazza sul tavolo, andai alla porta e vidi dallo spioncino chi fosse.
era hakkai.
spalancai la porta di scatto, mi venne incontro e mi abbracciò.
era tutto fradicio.
ricambiai il gesto e lo feci entrare dentro.
chiusi la porta e gli presi degli asciugamani.
iniziai a tamponargli il corpo.
notai che aveva le mani rotte, la faccia era gonfia e sanguinante.
gli sbottonai la divisa della toman e guardai il suo petto: era pieno zeppo di lividi.
oggi non avevano nessun incontro, quindi dedussi chi fosse stato.
<è stato lui, vero?> gli chiesi, mentre continuai a tamponargli il corpo.
lui annuii e disse <se la stava prendendo di nuovo con yuzuha>
<ehi, entra e va a farti un bagno, la vasca si dovrebbe finire di riempire a breve> gli proposi.
lui annuì e mi sorrise.

/time skip/

era uscito dal bagno dopo una ventina di minuti, indossava delle robe che si era portato tempo prima da me: un maglioncino blu e dei pantaloni da pigiama neri.
si sedette sul divano, io gli porsi una tazza di thè caldo.
mi ristesi anch'io su di esso, feci segno di stendersi sopra di me, lui lo fece.
aveva la testa appoggiata sui miei seni, mi strinse la vita con le sue braccia.
con le mani gli accarezzavo la schiena e la testa.
ad un certo punto disse <aspetta ora torno>
andò in camera mia e portò in salotto, una coperta.
si rimise nella posizione di prima, ma con la coperta che ci copriva.
<ora tua sorella l'hai portata da mitsuya?> chiesi.
<si, gli ho chiesto se potesse ospitarla per un paio di giorni> rispose esausto.
<capisco. tu come stai invece?> gli chiesi.
non rispose subito, ma strinse la presa su di me.
<impotente. inutile. debole. ecco come mi sento. non sono riuscito a proteggere mia sorella da quel mostro di mio fratello, di nuovo. l'ha picchiata, nuovamente, perché aveva risposto ad un suo ordine. voglio vedere mia sorella con un sorriso sul volto, non con i lividi...
oggi quando sono tornato a 'casa' mio fratello stava già picchiando fortissimo yuzuha, così forte che gli occhi le erano diventati bianchi. la stava stringendo per il collo con una mano, con l'altra le dava certi pugni sul volto...mi sono messo in mezzo, ricordandogli dell'accordo, che se vorrà picchiare qualcuno, dovrò essere solo io. dovrò pagare il doppio, o come ha detto lui. la cosa orribile è che yuzuha fa come nulla fosse, in un certo senso è come se fosse lei a proteggere me...>  disse, mentre alcune lacrime gli rigavano il  volto.
<non so cosa farei se, se la prenderebbe anche con te...i-io...giuro che lo ammazzo...> continuò singhiozzando.
non dissi nulla, lo strinsi più forte e gli lasciai dei baci sul viso.
<stavo pensando da un pó di tempo in realtà, se tu e tua sorella vorreste venire a vivere qui da me> proposi al mio ragazzo.
<e se quel mostro verrà a scoprire del nostro legame!?> esclamò lui, con le lacrime che gli sgorgavano dagli occhi.
<ehi hakkai, sta tranquillo. giusto per farti mente locale, ho una pistola e una mazza ferrata per un motivo> risposi accarezzandogli la schiena, come a tranquillizzarlo.
<adesso vieni qua, su su, che ti faccio le coccole, piagnucolone> dissi sorridente ad hakkai.
gli asciugai le lacrime e gli stampai un bacio sulle labbra, e uno sulla sua cicatrice al lato sinistro di esse.
riportai la sua testa nell'incavo del mio collo, e gli feci i grattini.

entrambi ci addormentammo tra le coccole, proprio quando il temporale fermò la sua melodia.

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richiesta di nessuno lol

le altre storie dovrei pubblicarle nei prossimi giorni.

VORREI RICORDARE DI FARE DIRETTAMENTE LA RICHIESTA SPECIFICA NEI COMMENTI, POICHÉ NON VI POSSO RISPONDERE A CAUSA DI UN MALFUNZIONAMENTO DI WATTPAD.

bene, al prossimo capitolo <3

tokyo revengers x reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora