«Diavolo, Rob... oggi sembri proprio uno zombie.»
«E tu uno stronzo. Ma mi hai sentito per caso fartene una colpa? No. Quindi vedi di non rompermi il cazzo.»
E buongiorno a tutti, insomma.
Takeru assottigliò lo sguardo lanciandomi una delle sue occhiate cariche di disapprovazione; quel tipo di occhiata che teoricamente dovrebbe incutere timore ma che fatta da lui era un misto di tenerezza e goffaggine. Un Teletubbies avrebbe saputo far meglio.
Lo liquidai con una mano. «Smetti di fare gli occhi assassini.»
«Non sono occhi assassini... sono occhi giudicanti» brontolò.
«Sono occhi che presto vedranno le nocche del mio pugno.»
Li roteò, sbuffando. «Mamma mia come siamo nervosi questa mattina, eh? Cos'è, abbiamo fatto colazione con pane e frustrazione, uhm?» Stava diventando troppo social. Avesse iniziato a dire anche cose come "l'arco ce l'abbiamo noi, amïo" lo avrei dovuto abbattere.
Ad ogni modo, non potevo dargli torto. Oltre a non aver dormito tutta la notte mi ero rigirata nel letto come un'anima in pena, con il cervello in laboriosa produzione e il cuore in stand by.
Nemmeno il rincasare presto di Lattner mi aveva sollevato da quei pensieri fitti e disfattisti.
Mi ero soltanto chiesta se la nostra litigata avesse influito negativamente sulla sua serata ed ero arrivata a conclusione che non me ne fregava un cazzo. Ottimo, no?
«Sei incazzata con T, vero?» domandò Takeru di punto in bianco. «Quando sei incazzata con lui ti esce una ruga in mezzo alle sopracciglia e sembri una vecchia streg-»
«Senti, Takeru...» Quando sollevai lo sguardo, sussultò. Dovetti impormi di rilassar l'espressione, consapevole che in quel momento una parte di Scorpion Queen era sfuggita dal mio controllo. «non è giornata, okay?»
Si limitò ad annuire e ci muovemmo silenziosamente verso l'aula di matematica.
L'idea di cominciare la giornata con la faccia della Wood era nella lista delle cose che ritenevo andassero rese illegali.
Eve e Beth si unirono a noi dopo diversi metri di corridoio condiviso e silenziose occhiate e, visto che nessuno parlava, fu proprio Eve a rompere il silenzio. «Pensavo che potremmo organizzare un'altra uscita in discoteca una di queste sere, eh?»
L'ultima volta che ero stata in discoteca io e Lattner avevamo pesantemente limonato e subito dopo Adam mi aveva chiamato per dirmi di Lin. Era un ricordo dolce amaro. «Potremmo, sì» risposi, laconica.
Eve lo prese per un sì. «Quando sei libera dai turni del Joily?»
«Stasera.» Merda. Mi pentii subito della mia bocca larga, che non sapeva mai quando era il momento di tacere. «Ma è venerdì... immagino siate occupate» aggiunsi, sperando di mettere una pezza sul mio inutile straparlare.
Non ero sicura di volermi far una serata in discoteca. Non dopo aver visto la sera prima Lattner e la Wood a un appuntamento. E, soprattutto, non dopo una notte insonne.
«Vero, è venerdì... e allora? Se non ci scateniamo un po' ora che siamo a inizio anno scolastico, quando lo facciamo? Verso la fine quando avremo una marea di test?»
Non aveva tutti i torti.
Takeru mi guardò con la coda dell'occhio. Se non andavo io, lui da solo non ce l'avrebbe mai fatta. La timidezza stava sparendo ma aveva ancora bisogno di me in certe occasioni. Tipo partner in crime.
Non pensavo amasse l'aria da discoteca, eppure, nei suoi occhi vidi uno scintillio di speranza. Era chiaro che l'ultima volta, a discapito di tutto, si era divertito.
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Problema Pericoloso - Joker (vol.3)
RomanceIl passato di Lattner è tornato a far capolino nelle loro vite, lasciando dietro di sé un cumulo di macerie, sofferenza e cicatrici. L'incontro con George Wyer li ha cambiati, svuotati e ha messo a nudo verità scomode. Ricominciare è difficile, sop...