Capitolo 7- La Scuola Nascosta In Un Hotel

8 2 6
                                    

Salutare la mia famiglia fu facilissimo. E' sorprendente quanto la rabbia renda così semplici gli addii o gli arrivederci o qualsiasi altro saluto.

Li avrei perdonati, prima o poi, ma per il momento volevo solo concentrarmi sul mio futuro da ragazza-Ombra.

<<Allora, dove si va?>> chiese Blue ai gemelli, impegnati a parlottare fra loro in disparte, appena fummo usciti dal mio condominio e rifugiati dietro ad esso.

Osservai il mio futuro compagno con più attenzione e conclusi che era un essere molto strano e puzzolente. Forse avrei dovuto chiedergli se voleva lavarsi prima di partire. Avevo avuto modo di notare che era particolarmente magro sotto quella felpa, quasi scarno. Alto, dinoccolato, camminava sempre con le spalle curve e sembrava sempre molto assonnato, forse sarebbe stato un bel ragazzo se si fosse curato un po' di più. Chissà se lui aveva una cattiva considerazione con me.

Decisi che iniziare a farmi piacere da lui era il primo passo per un futuro felice, non volevo finire senza un compagno per i corsi o in una classe di matti.

<<Qual è la tua Ombra?>> gli chiesi, dato che era l'unica cosa che non avevo ancora capito <<Qual è il tuo potere?>>

Sorrise sarcasticamente (almeno non sembrava infastidito) <<Io posso spostarmi da un luogo a un altro con la forza del pensiero, proprio la capacità che serve ad un buon ladro. Ci avevi visto giusto su di me, anche se non so come sia riuscita ad arrivarci.>>

Oh, quindi era davvero un fuorilegge, un mascalzone e un criminale certificato. Ricordai alcuni suoi atteggiamenti e alcune frasi che aveva detto. Effettivamente, era davvero fortunato come ladro.

Avevo voglia di nascondere i miei gioielli e la mia valigia dal suo sguardo ma d'ora in poi avrebbe cambiato stile di vita (o almeno era quanto speravo)quindi mi trattenni. Cercai invece di chiedermi cosa l'avesse portato a diventare un ladro, magari era uno di quei poveri bambini che vengono ripudiati dai genitori e mandati in strada a morire di fame.

Mi accorsi che iniziava a guardarsi intorno agitato, forse avrei dovuto dire qualcosa.

<<Dimmi che sei stato a Disneyland! Non puoi avere questa abilità e non andare in posti meravigliosi.>>

Rise.

Wow, credo che poche persone avessero mai riso per qualcosa che fosse uscito dalla mia bocca.

Stava per dirmi qualcosa ma Sophie e Daniel avevano finito di confrontarsi e stavano venendo da noi domandandoci se eravamo pronti per un bel viaggetto.

<<Beh, la valigia è qui.>> almeno la mia c'era, Blue aveva con sé solo la sua felpa con cappuccio tutta macchiata.

<<E' arrivato il momento di usare un Portale Olografico.>> annunciò Sophie.

<<Un che?>> chiedemmo Blue ed io in coro.

<<Vedete, la nostra comunità scolastica ama usare gli Ologrammi. E' stato uno dei nostri, molti anni fa, ad inventarli quindi noi li sfruttiamo per qualsiasi cosa. Anche la presentazione che avete visto era un Ologramma. I Portali Olografici funzionano esattamente come il potere di Blue, semplicemente a noi ne vengono concessi un tot per missione con delle destinazioni pre-impostate. La nostra ne richiede tre e ne abbiamo utilizzato solo uno per venire qui a New York.>>

<<E perché non possiamo semplicemente usare... Me?>> volle sapere Blue.

<<Beh, perché non sei addestrato per Viaggiare in posti in cui non sei mai stato fisicamente o non hai visto e non sappiamo ancora se sei capace di far Viaggiare altre persone con te. Per di più non è corretto utilizzare il potere di qualcun altro per il proprio bene.>> spiegò Sophie.

<<In realtà, non ci è concesso sfruttare le nostre Reclute per scopi personali finché non sono studenti effettivi della scuola. Niente di tanto pomposo o moralmente corretto come dice mia sorella.>> ci tenne a precisare Daniel.

Lei alzò gli occhi al cielo <<Sì, anche quello.>> e poi prese un oggetto dalla sua cintura, era minuscolo e aveva le sembianze di un pulsante; lo poggiò a terra e lo premette col piede. In un attimo un vero e proprio portale rosso a forma d'imbuto emerse dall'oggettino: i contorni ballavano incessantemente mostrando milioni di cubicini che si raggruppavano e allontanavano tra loro.

<<Cosa ci succederà entrando lì?>> m'informai.

Sophie iniziò a spiegare<<Verremo trasformati temporaneamente in degli Ologrammi ma non preoccupatevi, sarà così veloce che non avrete il tempo di sentire le vostre particelle del corpo che cambiano e- Oh, che sono quelle facce?>>

<<Li stai spaventando.>> intervenne Daniel ridendo, un ciuffo di capelli gli ricadde sul viso deformato <<Tranquilli, non è niente di pericoloso. Verremo portati alla scuola in pochi secondi, voi dovete solo saltare.>>

Blue non ci pensò due volte, stranamente non si lamentò, e saltò dentro il Portale. Quello lo risucchio e un attimo dopo era sparito.

<<Su.>> Daniel mi porse una mano <<Se vuoi lo facciamo insieme.>>

Ero una persona coraggiosa io, non avevo bisogno di aiuto. E, per quanto la voglia di stringere la sua mano fosse tanta, rifiutai e mi tuffai a bomba nell'imbuto colorato immaginando di buttarmi sopra un arcobaleno. Non ebbi neanche il tempo di riflettere sul mio corpo che si restringeva e diventava completamente rosso che già "il viaggetto" era finito.

Tuffarmi a bomba fu una pessima scelta perché venni sputata via con forza e atterrai per terra sul di dietro.

<<Oh, che male.>> mi rialzai massaggiandomi il posteriore e capendo di essermi dimenticata la valigia.

<<Aria, guarda qui.>> mi chiamò Blue.

Mi voltai e... Non potevo credere ai miei occhi. Una struttura con diverse arcate e colorata di un rosa antico portava la scritta dorata a grandi lettere "Hotel California".

<<Oh Santo Cielo, siamo in Messico!>> esclamai.

Dietro di me arrivarono i gemelli, tranquilli e sereni come se fosse tutto normale. Fortunatamente avevano anche il mio bagaglio. Mi guardai intorno sperando che nessuno ci avesse visto ma data l'ora le strade erano deserte.

<<Tranquilla, qui tutti i residenti sono come noi e se passano turisti credono di star assistendo a spettacoli in onore degli Eagles.>> mi disse Danny.

<<E dove sarebbe la scuola? E' nascosta da qualche strana illusione?>>

I gemelli indicarono davanti a loro <<E' qui.>>

Osservai nel punto indicato ma non vedevo nulla, cercai si mettermi sulle punte per guardare aldilà dell'Hotel <<Non capisco, qui non c'è niente.>>

Blue si schiaffeggiò la fronte <<Dimmi un po', sei tu quella intelligente della famiglia?>>

<<Ehi, non c'è bisogno di insultare!>> ora mi stava molto meno simpatico.

<<E' questa la scuola, ce l'hai di fronte! C'è pure scritto.>> continuò.

<<E' così, Aria. Concentrati e guarda meglio.>> mi consigliò Sophie.

Osservai con più attenzione la facciata dell'Hotel e piano piano le lettere che ne componevano il nome si modellarono per formare le parola H.E.R.O.E.S. con tanto di puntini.

Sgranai gli occhi e rimasi a bocca aperta.

<<Se hai visto la scritta è la conferma che sei una di noi, solo l'occhio dell'Ombra riesce a leggere il codice dei Maghi.>> disse ancora lei.

Poi, all'unisono, i Reclutatori dissero <<Benvenuti all'Hotel Economico per Ragazzi-Ombra (Emigrati o Scappati) o anche detto H.E.R.O.E.S.>>

L'Hotel California era in realtà la H.E.R.O.E.S. e la mia avventura cominciava qui.

HEROES∞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora