12.

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"Allora", Jayden si avvicinò a me, passando un braccio attorno alle mie spalle "come sta andando questo compleanno?"

Mi spostai per guardarlo. "Beh, considerando che sono solamente le tre del pomeriggio, direi molto bene. Grazie, comunque, per aver preso parte di questa sorpresa. Non me lo sarei aspettata."

Lui sorrise. "E perché? Perché non sembro il tipo o perché ci conosciamo da poco?"

Scoppiai a ridere. "Per entrambe."

Gli angoli della sua bocca si alzarono in un sorriso, e stette per dire qualcosa, quando la voce di mio fratello ci interruppe. "Hey, neo-diciottenne, come te la stai spassando? Sei pronta per stasera?"

Alzai gli occhi al cielo. "Sei asfissiante, lo sai? Ma d'altronde, dovevo immaginarmelo. Non avresti mai lasciato che non festeggiassi il mio compleanno in un mega locale, sei insopportabile, Evan." Dissi, cercando di nascondere un sorriso.

Perché, ebbene sì, mio fratello aveva avuto la magnifica idea di prenotare un'intera sala all'interno di una discoteca nel centro di Manhattan, non molto distante da dove vivevamo noi. E, quando avevo provato ad oppormi, era già troppo tardi: aveva fatto allestire la sala, invitavo un botto di gente, metà dei quali solo amici suoi; aveva anche ordinato qualsiasi tipo di alcolico, perché:"non esiste una festa senza superalcolici, è la legge divina e non va spezzata." Aveva detto, testuali parole.

Ed io, che l'avevo visto così entusiasta, non ero riuscita a dirgli di no.
"Dai, lo so che infondo, sei felice. È il sogno di ogni persona avere un fratello come me, e tu mi rinneghi? Ingrata." Disse, prima di voltarci le spalle e andare verso la cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

"È una persona molto allegra, vero?" Mi chiese Jayden, guardandolo.

Sospirai. "Anche troppo. Scusami, Jayden, ho bisogno di trovare la mia migliore amica. Questioni femminili." Esclamai, dandogli una pacca sulla spalla prima di raggiungere Grace.

In realtà, la questione femminile era più una questione di stato; non avevo quasi nulla da indossare, nessun abito da sera, e avevo un assoluto bisogno della mia amica. E quando la trovai, picchiettai le dita sulla sua spalla, facendola voltare immediatamente.

"Grace, ho bisogno del tuo aiuto. Ora. In questo momento. Ti prego!"

Lei mi guardò, aggrottando le sopracciglia. Così, presi la sua mano e la condussi verso la mia stanza.
Quando fummo all'interno, chiusi la porta e la guardai terrorizzata.

"Non ho assolutamente un bel niente da indossare, probabilmente sarà la prima volta nella storia che la festeggiata sarà vestita casual mentre gli invitati saranno dei modelli." Esordii, aprendo il mio armadio.

"In realtà hai tantissimi vestiti, semplicemente non sai abbinarli. Vero, piccola Peterson?" Disse, accarezzandosi la pancia e chiamando la piccola con il soprannome che le dava spesso.

"Beh, questo è vero..." Replicai, stando a guardare l'armadio. E restai lì, forse per cinque minuti, semplicemente a fissarlo.

Grace si alzò dal letto e mi spostò più in là.
"Wow, questa camicia è davvero bella." Mi disse, sventolando una camicia fucsia davanti ai miei occhi.

"Mh... Beh, diciamo che non è proprio un granché, mi sentirei a disagio."

Mentre lei cercava, notai sul fondo dell'armadio un qualcosa color lilla, e lo afferrai. "Non ci credo." Dissi, guardando il vestito che avevo comprato più di tre anni fa. Era un semplice tubino lilla, non molto particolare ed era proprio quella caratteristica che me lo aveva fatto acquistare anni prima.

"Wow, è davvero bello. Dovresti provarlo." Mi consigliò Grace.

Mi svestii velocemente e indossai il tubino. Aveva le spalline sottili, anche se, a dire il vero, me lo ricordavo più lungo. O forse era semplicemente dovuto al fatto che fossi cresciuta in altezza.

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