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LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE ALLA FINE, IT'S IMPORTANT! BUONA LETTURA ❤️





"Dunque, Miguel de Cervantes è uno degli esponenti più importanti della letteratura spagnola. Ora, ragazzi, vorrei che mi ascoltaste attentamente: ho bisogno di alcune coppie per realizzare un lavoro proprio sull'autore in questione. Firmatele entro domattina, aspetto le vostre comunicazioni. Chiaro?" Disse, ed annuimmo tutti.

Sospirai, preoccupata. Al momento, conoscevo solo Steven, ma lui frequentava biologia e di certo non potevo formare coppia con lui.
Mi guardai intorno, quando notai un ragazzo avvicinarsi a me.

"Hey, ciao." Disse, grattandosi la testa, imbarazzato. "Ti andrebbe di formare coppia? Non conosco nessuno qui, e da quanto vedo, anche tu non sai con chi realizzare il progetto." Propose, aprendosi in un sorriso timido.

Lo osservai. Aveva i capelli color grano, un paio di occhi scuri e la pelle, diversamente da me, parecchio abbronzata. Sembrava un tipo apposto, ma non potevo di certo dire qualcosa sul suo conto senza neanche conoscere il suo nome.

Quando mi resi conto di non avergli ancora dato una risposta, scossi la testa, risvegliandomi. "Certo, nessun problema..." Dissi, lasciando la frase in sospeso.

"Jayden." Concluse, allungando una mano che io strinsi prontamente.

Mi alzai dal mio posto. I corsi erano terminati e così mi avviai verso l'uscita dell'aula.
"Sei di qui? Non ti ho mai visto." Domandai a Jayden, quando mi resi conto che camminava al mio fianco.

Lui scosse la testa, lasciando che qualche ciuffo gli ricadesse sul viso. "No, ho sempre vissuto a San Francisco, in realtà."

"Ecco il perché della sua pelle abbronzatissima." Riflettei. Quando sentii la sua risata, mi resi conto di averlo detto ad alta voce. Il mio viso diventò rosso a causa dell'imbarazzo, e per questo quasi inciampai.

Fortunatamente, Jayden si premurò di prendermi, evitandomi una bella botta. Mi ritrovai incastrata fra le sue braccia, a qualche centimetro dal suo viso.
"S-scusami, sono una sbadata." Dissi, a bassa voce.

Lui sorrise, scuotendo la testa. "Mi piacciono le ragazze maldestre." Ribatté, lasciando la presa dai miei fianchi.

"Quindi, hai detto che sei di San Francisco. Hai preso una stanza al college, immagino." Tentai di indovinare.

"In realtà, ho preferito affittare un appartamento. Ho pensato di potermi trovare meglio e di sentirmi più a mio agio. Anche se vivere da soli non è il massimo. La casa è sempre vuota." Raccontò, sedendosi sul prato verde dell'Università. "E tu? Anche tu ti sei trasferita?"

Lo imitai, accarezzando i ciuffetti d'erba. "No, io ho sempre vissuto qui. Ma mi piacerebbe, un giorno, spostarmi altrove. New York è stancante, dopo un po'."

Lui mi guardò, assottigliando lo sguardo. "Sei la prima persona che sento dire questo di New York." Mi disse, lasciandosi scappare una leggera risata.

Risi anche io, scuotendo la testa. "New York è davvero strabiliante, certo. Ma ci vivo da quasi diciotto anni e mi piacerebbe provare una nuova esperienza in una città diversa, per cambiare aria e per visitare nuovi posti." Mi corressi, e lo vidi annuire.

"Non hai mai viaggiato?" Mi domandò, sistemandosi meglio sul prato.

Mossi la testa un cenno d'assenso. "Sì, sono stata in Inghilterra ed in Spagna, e recentemente ad Orlando per... beh, per risolvere alcune cose." Ribattei, guardando dinanzi a me.

La compagnia di Jayden non mi dispiaceva, anzi, tutt'altro. Mi sentivo a mio agio, come se lo conoscessi da chissà quanto tempo. Non mi capitava spesso, anzi, a dirla tutta, quasi mai. Voglio dire: non ero il tipo di persona che parlava così tanto dinanzi ad una persona conosciuta da così poco tempo. Eppure, Jayden aveva saputo mettermi a mio agio, come quasi nessuno aveva mai fatto prima d'ora.
Diedi uno sguardo all'orologio, segnava le 12:30.

Da lontano, vidi Jared e Colton avvicinarsi con un sorriso stampato sul volto. Un sorriso che si spense non appena notarono Jayden al mio fianco. Accelerarono il passo, ed io mi alzai, al contempo del mio nuovo amico.

Quando i miei amici si posizionarono accanto a me, iniziai con le presentazioni. "Jayden, loro due sono dei miei amici: Jared e Colton. Ragazzi, lui è un mio compagno di corso." Li presentai, e loro annuirono, stringendosi la mano.

"Mi sono appena reso conto che non ti ho chiesto come ti chiami." Ammise Jayden, ridendo imbarazzato.

Giusto! "Alison, mi chiamo Alison." Esclamai.

"Allora a domani, Alison." Disse, salutandomi. Salutò anche i miei amici, incamminandosi verso l'uscita.

Mi voltai verso i miei amici, ma loro avevano lo sguardo fisso su Jayden. Così, alzai gli occhi al cielo. "Avete finito di fargli la radiografia?"

"Quel tipo non mi piace." Esordì Jared, e Colton annuì, mostrandosi d'accordo.

Levai di nuovo gli occhi verso l'alto. "A voi non piace mai nessun essere di genere maschile con cui parlo." Gli feci notare. "Dai, andiamo a casa."

Ci incamminammo anche noi verso l'uscita, parlando del più e del meno senza più toccare l'argomento Jayden. A volte, i miei amici erano un vero e proprio stress psicologico.
Ma io sapevo perché si comportavano così: avevano paura di vedermi stare male ancora, e li capivo, perché probabilmente avrei fatto lo stesso io con loro.
In ogni caso, i ragazzi mi raccontarono di alcuni compiti assegnatigli, di come gli insegnanti fossero tosti.

"Le ragazze sono uno schianto." Commentò Colton, ed io mi misi una mano sul volto, disperata.

"Mi chiedo quando la finirai di essere un donnaiolo depravato." Dissi, nascondendo un sorriso.

"Quando le ragazze si renderanno conto che verso la metà del mio corpo ho una fantastica sorpresa." Ribatté, ed io per poco non inciampai. Sbalordita. Ero sbalordita.
Jared scoppiò a ridere così forte da attirare l'attenzione di alcuni ragazzi che passeggiavano, ed io mi portai le mani tra i capelli.

Sospirai, quando notai di essere arrivata a casa.
"Tu sei fuori di testa. Anzi, no. Tu non sei fuori di testa, tu una testa non ce l'hai! Sei pazzo, sei svitato e-"

Colton mi mise le mani sulla bocca, fissandomi divertito. "Sono il tuo migliore amico, e so che mi adori, incondizionatamente dal fatto che voglia mostrare la mia sorpresa o no."

"In realtà, è la mia migliore amica." Si intromise Jared, dandogli uno scappellotto sulla testa.

Colton rise, pizzicandogli un orecchio. "Guardalo com'è geloso!" Scherzò, e Jared rise ancora, contagiando anche me.

Fortunata. Ero fortunata, perché accanto a me avevo delle persone speciali. E sapevo che non sarei mai stata sola, non se ci fossero stati loro accanto a me.

***

Ragazze/i, ciao!
so che questo capitolo potrebbe risultare abbastanza breve, ma è un capitolo di passaggio, di transizione
nel senso che è necessario per gli avvenimenti successivi😂

in ogni caso, volevo chiedervi scusa per la mia assenza... so di non aver aggiornato con ritmi regolari, ma quest'anno ho affrontato l'esame di maturità e dunque ho passato mesi a ripetere i programmi e ad integrare gli argomenti nuovi.
sono stata così tanto impegnata, ma soprattutto ho sofferto d'ansia e dunque non riuscivo a dedicare il minimo momento a me stessa, e, per conseguenza, nemmeno alla
scrittura

mi dispiace, mi dispiace davvero tanto
prometto che proverò ad aggiornare più frequentemente, anche se vi avverto che tra un po' inizio a studiare per i test di ammissione, dunque...

proverò comunque ad essere regolare, promesso!

a presto, miei cari lettori.

ps. AGAIN 1 HA RAGGIUNTO LE DIECIMILA LETTURE, GRAZIE!!🎉🎉🎉🤞🏻❤️

AGAIN 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora