13.

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"Allora, vuoi dirmi perché sei andata via dalla tua festa di compleanno o vuoi che ti preghi ancora?" Sbottò Grace, guardandomi.

Sbuffai. Era domenica mattina, per la precisione la domenica dopo il mio compleanno ed io ero assonnata. Molto.
Grace era piombata a casa mia alle otto in punto, precisa come un orologio svizzero; mi aveva svegliata e quando io, con molta calma, avevo provato a dirle di voler riposare almeno un altro paio di ore, lei aveva fatto finta di non ascoltarmi.

Mi tirai su con le mani, passandomele, poi, sul viso stanco. "Dammi cinque minuti, il tempo di sciacquarmi la faccia e sono da te." Dissi, alzandomi e dirigendomi verso il bagno.
Come promesso, cinque minuti dopo, fui fuori.

Mi sedetti sul letto, guardando la mia migliore amica. In realtà, non avevo tutta la voglia del mondo nel raccontarle cosa fosse successo; e non perché non volessi dirglielo, non perché volessi nasconderle qualcosa. Semplicemente, perché non mi sembrava reale.

Sospirai. "Prometti di non urlare, dare di matto o fare qualsiasi altra cosa; ci sono tutti di sotto e non mi va che ascoltino."

Lei mi guardo annuendo freneticamente e mise una mano sul petto, facendo segno di giuramento.

Annui. "Allora... Beh, quando mi sono allontanata per prendere un altro drink, Jayden ha fatto la stessa cosa e ci siamo ritrovati a chiacchierare come se ci conoscessimo da una vita, sul serio. Poi, ci siamo spostati fuori e tra un discorso e l'altro, lui mi ha... Beh, come dire, mi ha baciata, ecco."

Grace strabuzzò gli occhi, guardandomi esterrefatta. "Cosa!?" Disse, cercando di contenere il suo stupore. "Ed e per questo che sei andata via? Non hai saputo come reagire e hai preferito scappare?"

Scossi la testa. "In realtà, non è andata proprio così. Davis si è trovato da quelle parti proprio nell'esatto momento in cui le labbra di Jayden erano sulle mie ed è andato letteralmente fuori di testa.
Jayden l'ha provocato tirando in ballo la nostra situazione e dicendo parole poco carine su di me e me ne sono andata." Le raccontai, abbassando la testa.

Lei mi accarezzò il braccio. "Mi dispiace davvero, Alison. Che stronzo Jayden, sul serio. Lo prendo a calci in culo, te lo prometto."

Risi, scuotendo la testa. Stetti per dire qualcosa, ma lei mi precedette. "E quando sei andata via, è finita così?" Domandò, tenendo ancora la mano sul mio braccio.

"Beh, in realtà quando sono andata via Davis mi ha rincorso ed abbiamo parlato, se così vogliamo dire. Lui si è scusato ancora e mi ha chiesto di dargli una possibilità in modo tale da provare a riacquistare la mia amicizia."

"E tu? Che hai detto?" Mi chiese, ispezionandomi curiosa.

"Beh, potrei aver acconsentito a quel-"

"Cosa!?" Urlò, quella volta alzò così tanto la voce che mi allungai con entrambe le mani per soffocare il suo grido.

"Abbassa la voce, cazzo." Sbottai, guardandola male.

Lei alzò entrambe le mani, esprimendo dispiacere. "Scusa, è che non puoi pretendere che io non abbia questa reazione se mi dici una cosa del genere. E pensa se lo dicessi a Jared!"

La fermai subito. "No, no ed assolutamente no. Jared non deve assolutamente saperlo, sul serio, Grace."

Lei fece spallucce. "Secondo me, dovresti dirlo anche a lui. È pur sempre il tuo migliore amico e ci rimarrebbe molto male, se lo scoprisse per conto suo o peggio, per conto di altre persone. Le voci girano, e lo sai bene come funziona." Mi consigliò.

Da un lato, aveva ragione. Sapevo che, seppure fossero fatti miei, Jared meritava di saperlo; perché, come Grace, anche lui c'era stato in uno dei momenti più complicati per me. Ma sapevo anche che lo detestava, che forse lo odiava molto di più di quanto avessi fatto io. Decisi che glielo avrei detto, ma solo quando mi fossi sentita pronta.

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