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"Hey, Alison." Mi richiamò Jayden, così mi bloccai sul posto, voltandomi nella sua direzione.

"Ciao!" Lo salutai, sistemando meglio lo zaino sulla spalla. Quella mattina pesava, forse anche troppo, a causa delle varie lezioni che avevamo appena concluso.

"Dobbiamo metterci d'accordo. Sai, per il progetto." Mi ricordò, ed io sussurrai un oh, perché me ne ero quasi dimenticata sebbene ne avessimo parlato solo il giorno prima.

Annuii. "Certo. Ci vediamo in biblioteca?" Gli proposi, mentre varcavo il grande portone d'ingresso.

"In realtà, pensavo di incontrarci a casa mia. Tanto, come ti ho detto, vivo da solo ed è pure più comodo studiare lì anziché in biblioteca. Che ne dici?"

Restai un attimo interdetta dinanzi alla sua proposta. Non ci conoscevamo così tanto bene da avere questa 'confidenza', ma mi ripetei più volte che sarebbe stato solo ed esclusivamente per lo studio.
Così, annuii. "Va bene." Accettai, senza pensarci un secondo in più.

Lo vidi sorridere ampiamente. "Bene. Facciamo domani pomeriggio? Verso le quattro, magari."

"In realtà, credo sarebbe meglio se ci incontrassimo venerdì. Ho già preso degli impegni per domani, mi dispiace." Ammisi, abbastanza mortificata.

"Oh, tranquilla, nessun problema!" Mi rassicurò lui. "Allora ci vediamo venerdì alle quattro." Mi disse, prima di allontanarsi e sparire tra la folla creata dagli studenti.

Mi incamminai verso casa, infilando le cuffie nelle orecchie per tenermi compagnia.
Quel giorno, sia Jared che Colton erano impegnati in un progetto, ed avevano deciso di restare a scuola per evitare distrazioni.
Così ne avevo approfittato per fare una passeggiata fino a casa, dato che ultimamente non è che camminavo molto.

All'improvviso, fui costretta a rallentare la mia camminata a causa della pioggia. Non mi ero nemmeno resa conto che avesse iniziato a piovere, così tolsi le cuffie e posai il cellulare in tasca. Non avevo nemmeno un ombrello, così mi rassegnai all'idea di arrivare a casa fradicia.

Mi appuntai mentalmente di sistemare un ombrello all'interno dello zaino, quando il suono di un clacson mi fece sobbalzare sul posto.
Quando mi voltai per dirne quattro al deficiente in questione, purtroppo dovetti tenere a freno la lingua in quanto ritrovai dinanzi a me la macchina di Davis.

Quest'ultimo, fece un cenno alla portiera. "Sali, ti porto a casa." Ordinò, ed io scossi la testa, proseguendo la mia camminata senza degnarlo di uno sguardo.

"Sali in auto, Alison." Disse ancora, ed io alzai gli occhi al cielo.

"Laurence, prosegui pure fino a casa. Posso benissimo arrivarci da sola, è un po' d'acqua, non il diluvio universale." Replicai, voltandomi per riprendere a camminare.

All'improvviso, mi sentii sollevare di peso e cacciai un urlo, colta alla sprovvista. "Sei impazzito? Mettimi subito giù!" Gridai, nervosa. Possibile che dovesse sempre rompermi le palle?

Mi sistemò con delicatezza sul sedile e fece il giro della macchina, sedendosi al suo posto.
"Sei un coglione!" Urlai, in preda ad una crisi di nervi. "Ora dimmi perché cazzo devi sempre fare di testa tua!"

"Ti porto a casa." Disse, il tono calmo e pacato, a differenza mia.

"Non fa nessuna differenza il fatto che io non volessi un tuo passaggio? Legalmente, potrebbe essere sequestro di persona." Sbottai, arrabbiata.

Ero arrivata al limite della sopportazione. Odiavo quando mi contraddiceva, quando faceva di testa sua, senza fregarsene del mio parere. Ma, ciò che più mi dava fastidio in quel momento, era il suo tono calmo, la sua pacatezza e il suo essere incredibilmente rilassato.

"Mettiamola in questo modo: ho semplicemente evitato che potesse succederti qualcosa, dato che il tempo si sta mettendo male e tu non hai nemmeno un ombrello, come al solito. Le vecchie abitudini non cambiano mai, eh? Nemmeno anni fa mettevi l'ombrello nello zaino." Ricordò, con nonchalance. Aveva una mano premuta sul volante e lo sguardo fisso sulla strada, eppure io riuscii solamente a pensare all'ultima parte della sua esclamazione.

Nemmeno anni fa mettevi l'ombrello nello zaino.

Ed era pura e semplice verità. Non ne avevo mai avuto cura, e, puntualmente, era lui a prestarmi il suo.
Ma questo io non lo aggiunsi.

"Non mi sarebbe successo assolutamente nulla." Precisai, rispondendogli. "Sei un cafone, comunque."

Lui rise piano e si voltò verso di me, riportando poi lo sguardo sulla strada. "E perché sarei un cafone? Sentiamo." Mi provocò, senza preoccuparsi di nascondere quel sorriso beffardo che, se avessi potuto, gli avrei tolto a suon di pugni.

"Sei un cafone per tutto! Non toccarmi mai più, non sollevarmi come se fossi un sacco di patate e fammi il piacere di non rompermi le palle. Grazie." Dissi, cercando di mantenere un tono di voce cauto.

In ogni caso, lui scoppiò a ridere. "Hai la solita lingua biforcuta. In ogni caso, siamo arrivati. Aspetta, prima di scendere, o ti bagnerai tutta." Disse, ma io non lo ascoltai ed aprii la portiera, rivolgendogli uno sguardo truce e avvicinandomi a passo felpato per stabilire un contatto visivo con lui.

Ma non feci altro che peggiorare la situazione. Quando mi avvicinai a lui, sentii come se la terra stesse venendo a mancarmi sotto i piedi.
Cercai di non farci caso e di concentrarmi su di lui. "Non fare mai più una cosa del genere oppure sarò felice di essere stata sbattuta in galera." Dissi, voltandomi per entrare in casa, ma la sua voce mi bloccò un'altra volta.

"Contento di prendermi anche le tue sfuriate se questo mi aiuta a starti vicino." Disse, ed io mi congelai sul posto.

In ogni caso, non ebbi tempo di ribattere perché lui era già entrato in casa, ma io non lo avrei fatto comunque.

//spazio autrice.

ciao ragazze/i.
oh gosh, non so da dove iniziare. innanzitutto, vi chiedo scusa, davvero davvero SCUSA.

penso meritiate delle spiegazioni in merito alla mia assenza e sono pronta a darvele.

so di non aver aggiornato per quasi due mesi, ma credetemi se vi dico che sono stata davvero impegnatissima.

innanzitutto, quest'anno ho avuto gli esami ed è stato un periodo abbastanza stressante per me. per cui, una volta terminato lo studio, mi sono presa un po' di tempo di relax. ho dedicato un po' di tempo a me stessa e quindi me la sono presa mooolto alla leggera

poi sono stata in giro a godermi le vacanze, a dirla tutta 😂

insomma, diciamo che sono stata davvero davvero impegnatissima.
ogni volta che provavo a buttar giù qualcosa da scrivere, mi sentivo sempre senza idee, spaesata, come se non sapessi come continuare.

e come spiegai già una volta, durante la stesura di AGAIN 1, a me non va di scrivere per poi produrre capitoli orrendi solo per velocizzare la cosa.

così mi sono presa i miei tempi ed oggi, esattamente il 6 SETTEMBRE 2020, sono tornata con un nuovo capitolo.

ammetto che abbiate aspettato tantissimo... ma sono qui!🥺

in ogni caso, volevo ringraziarvi tantissimo! innanzitutto, AGAIN 1 È A QUASI 17k LETTURE. QUESTO SIGNIFICA CHE STIAMO PER ARRIVARE A 20k.

ED IO SONO INCREDULA.
incredula, sì. perché quando ho iniziato, non credevo nemmeno di poterne fare 100 di letture. eppure... vedo che vi sta piacendo e spero sarà così anche in futuro.

ora ho già parlato abbastanza, in ogni caso, ricordatevi sempre che anche se non aggiornerò in tempi brevissimi, AGAIN è per me un pezzo del mio cuore e sarò sempre qui, pronta a scrivere anche dopo anni.

grazie per la pazienza, GRAZIE PERCHÉ IL NOSTRO LIBRO (sì, nostro!) CRESCE SEMPRE DI PIÙ!

ciao ragazzi!❤️

AGAIN 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora