. Capitolo 32 .

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Pov's Finn
"Ma quanto manca" domandai all'autista
"C'è traffico oggi signorino Wolfhard"
Sbuffai è possibile la testa sul finestrino
Le scrivo?
Mi misi una mano in tasca per prendere le cuffie, magari un po' di musica mi avrebbe rilassato.
Ho bisogno di sentirla...
Aprii Spotify e misi la riproduzione automatica della mia playlist.
Lost in the wild
Sgranai gli occhi appena partì la canzone.
Era destino? Dovevo scriverle? Era destino che partisse la nostra canzone? Era il destino che mi diceva che non posso vivere senza pensarla? Senza averla, senza sentirla.
"Ok Finn" bisbigliai
Digitai sul telefono e le scrissi un messaggio.

Millie🧸❤️
F: buongiorno...❤️
M: hey, buongiorno❤️

Mi rispose solo dopo qualche minuto, finalmente una risposta ai miei messaggi e non può un visualizzato. Sorrisi appena mi rispose.

F: come stai?
M: bene..
M: tu?
F: come sempre
M: dove sei?
F: in macchina, sto andando in studio
M: com'è andato il volo?
F: non facevo altro che pensarti...❤️
M: già, anche io
F: Mi raggiungi?
M: allo studio?
F: si, credo che oggi non avrò molto tempo per venire lì
M: si, tu non hai mai tempo
F: Millie ti prego

Chiamata in entrata da Millie🧸❤️
"Hey" dissi appena mi posi il telefono sull'orecchio 
"Non verrò"
"Cosa?" Chiedi confuso, non mi aspettavo una risposta con tutta questa...rabbia? Schiettezza?
"In studio non verrò"
"Perché?"
"Se hai tempo ci vediamo, sennò fa niente"
"Per te fa niente?" Esclamai alzando un po' la voce
"Non stata tu a chiedermi di vederci?" Continuai
"Si beh, se mi ho sbagliato"
"Millie cazzo smettila" ero decisamente arrivato al limite
"Di fare cosa"
"Smetti di essere così orgogliosa, di far finta che non ti frega niente, di far finta che non ti manco"
"Non sto facendo finta"
"Senti ho capito" mi sporsi leggermente dal posto interiore per avvicinarmi all'autista "Jason portami a casa mia" dissi
"Ma signorino, il suo produttore lo sta aspettando"
"Non mi interessa" mi misi di nuovo seduto.
"Finn non farlo" pronuncio con una voce tremolante
"Ma che cazzo ti prende, giuro che non ti sopporto" controbatto con gli occhi che pian piano si facevano sempre più lucidi
"Non venire qui" continuò lei "non farlo"
Stava piangendo.
Perché piange?
"Ora perché piangi?" Cercai di calmarmi
"Io...io non lo so"
"Sto arrivando" dissi e attaccai la telefonata

Poggiai i gomiti sulle ginocchia e con le mani tra i capelli scoppiai a piangere.
Perché era così difficile amarla.
Anzi no, amarla è facilissimo, è come quando giochi a tris e ormai sai già tutte le tecniche per vincere, un gioco da ragazzi insomma.
Ma lei me lo rende difficile, mi rende difficile tutto con il suo comportamento da egoista.
Forse l'egoista sono anche io perché non la sto facendo andare via, anche se è ciò che vuole.

"Signorino, siamo arrivati" mi avvisò Jason
"Va tutto bene?" Continuò girandosi verso di me
"Si...io...tutto bene " dissi aprendo lo sportello e uscendo dalla macchina.
"Signorino" grido dalla macchina mentre abbassava il finestrino dal lato del passeggero "tenga" disse porgendomi una bottiglia d'acqua.
"Grazie" feci un sorriso forzato e lo salutai con la mano mentre andava via.
Feci un bel respiro, aprii la bottiglia mandando giu un sorso e cominciai a correre.
Correvo come un matto.
Un matto che correva verso la sua metà.
Un matto che correva verso l'amore.
Un matto innamorato.

"Ciao!"
"Signora Brown, mi scusi" presi fiato "c'è Millie?"
Domandai con respiro affannoso.
"Si, beh credo sia in camera sua, tu chi sei?" Mi domandò
Possibile che non si ricordava di me? Beh si vede come nota gli spostamenti in casa sua questa donna.
"Finn, Finn wolfhard"
"Ahh sii scusami figliolo, non ti avevo riconosciuto, sai sei così sudato" che tatto che ha questa donna, se sono sudato c'è un motivo.
Mi guarda con quest'aria schifata, mi sta mandando in furia il cervello.
"Quindi ci sta o no?" Replicai in modo un po' arrogante.
Lei si allontanò dalla porta per farmi entrare e urlo: "Millieee! C'è il tuo fidanzato"
La guardai confuso, non sapeva cosa fosse successo tra noi? Beh, in realtà è già tanto se sa che siamo stati insieme io e sua figlia.
"Beh pensi che non lo so? Certo avrei preferito quel ragazzetto educatissimo, ma anche tu non mi dispiaci" mi fece un sorriso falso
"Ragazzetto?" Domandai
"Si, Noah" rise
Tirai un sospiro a quel nome, già stavo pensavo male.
"Che antipatica neanche risponde" sbuffò
"Vado io" sorrisi e cominciai a camminare verso camera sua.
Appena arrivato davanti, misi piano la mano sulla maniglia, predi un respiro e con un sorriso sincero aprii la porta.
"Millie come mai non ri-"
"FINN! Cazzo" imprecò coprendosi con le coperte mentre il suo viso di colorava di rosso.
Io rimasi immobile a quella vista. Lei sta...si stava...
"Ma..ti stavi toccando" scoppiai in una risata imbarazzata
"Ma non guardarmi" si lamentò
"Mi piace quando ti tocchi" confessai sempre imbarazzato mentre chiedevo la porta.
"Ti avevo detto di non venire" proferì
"Ma a me non interessa" risposi sedendomi sul letto.
"Finn sono nuda"
"E allora alzati e rivestiti" scrollai le spalle
"Girati"
"Cosa?" Ridacchiai "ti conosco in ogni angolo"
"FINN!"
"Ok ok" alzai le braccia in segno di resa e mi girai verso il muro
"Beh, quindi..." iniziai "come è andata la finale?"
"Bene" disse schiettamente
"Solo bene? Hai vinto?"
"Non te lo dico"
Stavo mettendo tutte le mie forse per non girarmi e guardarla, il suo corpo mi mancava come l'aria.
"Ho fatto" disse "ma perché sei così sudato? E che schifo sei sul mio letto" continuò spingendomi le spalle per farmi alzare.
Quel tocco...
Quella scossa che ha attraversato i nostri corpi.
Mi girai per guardarla e incastrai i nostri sguardi
"Non ti penti di niente?" Domandai
"Di cosa dovrei pentirmi?" Controbatte lei non distogliendo i suoi occhi dai miei.
"Di tutto ciò che è successo da quella mattina in hotel e quella sera in aeroporto a tutti i messaggi ignorati fin'ora"
"Si"
"Si me ne pento o si ho capito"
"Si me ne pento" abbassò la testa
"E me la dai una spiegazione?" Chiesi inginocchiandomi davanti a lei prendendogli le mani
"Non c'è nulla da spiegare"
"Non voglio arrabbiarmi, quindi per favore non continuare a fare l'egoista"
"Ancora con questa storia" scosse le mani per lasciare la mia presa "non sono mai stata un'egoista" continuò alzando di nuovo lo sguardo
"Ah no?"
"No Finn no" alzò leggermente la voce alzandosi dal letto, io la seguivo con lo sguardo mentre cominciava a camminare avanti e indietro per la camera.
"E allora cosa hai fatto?"
"L'ho fatto per te"
"E questo non è da egoisti?" Mi alzai avvicinandomi a lei "pensare per me, agire per me"
"Volevo solo farti del bene" alzò lo sguardo incastrando i nostri occhi
"Hai sempre saputo che non lo stavi facendo e hai continuato"
"Con il tempo sarebbe passato"
"Ma come puoi pensare questo Millie!" Alzai la voce
"Calmati"
"No, cazzo no. Ti ho detto non so quante volte ti ho detto quanto stavo male, quanto mi stavi facendo del male" preso un bel respiro per cercare di calmarmi "te ne sei fregata di tutte le mie parole, te ne sei fregata del mio stato d'animo" quel respira è stato invano "non mi hai calcolato per più di un mese Millie, porca puttana" feci per tirare un pugno al muro ma la sua mano bloccò la mia
"Pensi che io sono stata bene? Senza parlarti, senza sentire la tua voce, senza vederti" i suoi occhi si fecero pieni di lacrime
"E perché hai continuato" gli urlai contro
"Perché noi due non possiamo stare insieme" controbatte ad un palmo dal mio viso

Look Into My Eyes-FILLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora