Il giorno in cui ho conosciuto Luke Hemmings, gli ho dato un pugno in faccia. Va detto che se l'era meritato, su questo non ci piove. Per certi versi, se l'era proprio cercata.
Quando la nostra quarta coinquilina ci piantò in asso tre giorni prima che cominciasse la scuola, Calum, Perrie e io pensammo che la segretaria avrebbe preso in mano la questione e ci avrebbe piazzato in casa una povera sfigata, Magari una poveretta che aveva deciso di cambiare college all'ultimo momento per seguire l'uomo dei suoi sogni, o una a cui fosse saltato l'alloggio già assegnato. Non sapevamo proprio cosa aspettarci, ma il giorno in cui prendemmo possesso dell'appartamento non avrei mai immaginato di trovarmi davanti un tipo simile, quando aprii la porta. Sapevo che nelle residenze di lusso non si tenevano mai tre maschi con una ragazza, ma non mi sarei mai nemmeno lontanamente sognato che una cosa simile potesse accadere proprio a noi.
Invece di una ragazza stanca e disperata, eccolo lì, con un baule, uno zaino e una chitarra. Un tipo così diverso da tutti che non dissi una parola nei tre secondi in cui lo radiografai. Capelli biondi con un ciuffo tirato in alto, un velo di barba del giorno prima, un piercing nero al labbro inferiore, due occhi azzurri che ti trapassavano a trenta centimetri buoni e più alto del mio metro e settanta. Un bel sorriso impertinente completava il quadro. Non ci sarebbe stato nulla di sorprendente se avesse avuto la parola guai tatuata sulla fronte. Di tatuaggi, a dire il vero, ne aveva uno sul braccio. Una stretta T-shirt gli fasciava il torace senza lasciare nulla all'immaginazione. Probabile che se la fosse fatta prestare dal fratello minore.
- E' qui che stanno Calum, Perrie e Michael? Aspetta, tu devi essere Michael - disse, squadrandomi dall'alto in basso.
Non ero nella mia forma migliore, quel giorno dovevo traslocare oggetti pesanti, così siccome ero sudato avevo tutti i capelli sparsi in tutte le direzioni e mi ero messo una maglietta blu con la scritta UMaine sopra un paio di pantaloncini neri da calciatore. Mi squadrò un altro paio di volte dalla testa ai piedi, e per qualche motivo il modo in cui mi guardò mi fece arrossire, mettendomi addosso al tempo stesso una gran voglia di dargli un calcio nelle palle.
- Mi sa tanto che c'è un errore - dissi
Si sistemò la borsa sulla spalla. - Oh davvero, Mr. Sa Tanto? E come fai a saperlo Michey? -
- Me l'ha detto un uccellino.-
Fece un largo sorriso. Forse era figlio di un dentista, o qualcosa del genere, perché aveva dei denti praticamente perfetti. Una cosa che notavo sempre avendo subito la mia brava dose di disgrazie ondontoiatriche, tre anni di apparecchi per i denti d'ogni genere. E dovevo ancora mettermi un bite ogni notte.
- E' lei? - gridò Calum dalla sua stanza, dove stava sistemando delle foto incorniciate in modo che fossero perfettamente allineate. Un vero nervotico.
- A proposito, io sono Luke. Luke Hemmings.-
Ovvio che si chiamasse Luke. L'unico altro Luke che avevo conosciuto fino a quel momento era un autentico stronzo. Quello che avevo di fronte non faceva altro che mandare avanti la tradizione.
Indicò il baule. - Allora, posso portare dentro la mia roba o...? -Il mio cervello continuava a fare ciclecca.
- Ma chi è? - Alla fine Calum ci raggiunse. Perrie stava ancora scaricando la macchina.
- Sono il nuovo coinquilino - disse Luke
- Il nuovo coinquilino? - Inarcò le sopracciglia facendole praticamente volare sotto il ciuffo che portava sul lato destro della fronte. Lo squadrò dall'alto in basso come avevo fatto io, ma lui non si scompose. Stava ancora guardando me.
- Si, all'ultimo minuto sono rimasto senza alloggio. Mio cugino doveva lasciarmi a casa sua, ma poi non ha potuto ed eccomi qua. Vi spiace se entro? -
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Il mio sbaglio preferito// Muke Clemmings
Teen FictionQuesta storia è la versione muke del libro il mio sbaglio preferito, che mi è piaciuto davvero molto e spero che piaccia anche a voi, ovviamente siccome è in versione Muke sarà un pochino modificata in alcuni capitoli. Per chi non conoscesse il libr...