.8. seconda parte

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- Ehi, Kid! - gridò Harry, scendendo dalla sua Volvo decappottabile. Gli  andai incontro di corsa per abbracciarlo. Ci eravamo visti una settimana prima, eppure mi mancava.


- Allora, tutto okay?-


L’abbracciai forse con foga eccessiva. Aveva sicuramente colto la tensione sul mio volto.


- Andiamo a berci una cosa e ti racconto tutto.-


Entrammo al Margaritas, l’unico messicano decente nel centro di Orono. Stava schiacciato tra un negozio di abbigliamento per taglie forti e un’agenzia immobiliare. Era ridicolmente stretto ma si sviluppava su due piani e così aveva diversi angolini tranquilli e isolati. I tavoli erano dipinti a mano, e c’erano migliaia di sombrero e lampadine a forma di peperoncino appesi alle pareti. E musica soft in sottofondo.


Harry e io salimmo al primo piano dove trovammo un tavolino in un angolo, dietro una grossa trave. Io chiesi una coca, Harry un Margarita.


- Quando nessuno ci vede, te ne faccio assaggiare un sorso - disse.


Gli raccontai nei dettagli la saga di Luke mentre aspettavamo che la cameriera tornasse a prendere le ordinazioni per il cibo.


- Un vero bastardo, si direbbe - fu il suo commento.


- Si - risposi ridendo.


Harry si bloccò all’improvviso con il bicchiere a mezz’asta. - Oh no.-


- Cosa c’è?- chiesi, guardandomi intorno.


- Ti piace.-


- Cosa? No, per niente.-


Posò il bicchiere e rimase a bocca aperta, sorpreso. - Si, ti piace, eccome! Insomma, Kid, cos’hai nella testa?-


- Non mi piace - dissi, mentendo spudoratamente.


- Questo è un insulto alla mia intelligenza. Ti so leggere in faccia meglio di chiunque altro. Conosco anche alla perfezione tutti i tuoi toni di voce. Puoi mentire a te stesso quanto ti pare, ma non a me. Quindi, dimmi tutto di lui.-


- E’…- iniziai, cercando le parole per descriverlo. - E’ uno stronzo, uno che dice tutto quello che gli passa per la testa, e mi fa sempre incazzare, e ci prova continuamente. Dice che non va a letto con i ragazzi che gli piacciono, ma poi ce l’ho sempre addosso. E’ uno davvero complicato.-


- Ne ha tutta l’aria. E’ bello?-


- Si, altroché.-


- Be’, allora, dov’è il problema?- disse mentre la cameriera si avvicinava.


Interrompemmo la conversazione. Ordinai nachos con doppio guacamole, mentre Harry preferì una quesadilla di manzo. Ne approfittai per pensare a come rispondere.


- Sai bene qual è il problema.-


- Kid, è successo tanto tempo fa. L’ho superata.-


- Non si supera mai una cosa del genere - dissi a bassa voce.


- Hai ragione, non la si supera. Ma si impara a conviverci. Come una cicatrice. Devi smetterla di odiare tutti.-


- Non odio tutti - risposi.


- Be’, quasi tutti, Mike.-


Cambiai argomento, e Harry mi lasciò fare. Tornammo a parlare di Luke solo al momento di dividerci un gelato fritto, cioè un gelato rinchiuso in una crosta coperta di miele da una parte e cioccolato dall’altra. Io mi tenni quest’ultima.

Il mio sbaglio preferito// Muke ClemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora