Capitolo 7

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-Peeta

Non posso ancora credere che Katniss Everdeen stia per divenire mia moglie.

Sin da piccolo mi facevo dei film mentali su come sarebbe stata la mia vita con lei, non avrei mai immaginato che si sarebbe innamorata di uno come me: timido, insicuro, riservato.

Tutto ciò mi sembra solo uno scherzo del mio cervello, ma è la pura realtà.

Dopo il depistaggio, non credevo fosse possibile riallacciare i rapporti con lei ma è stata proprio Katniss ad aiutarmi a tornare il Peeta Mellark di una volta.

Non appena ho visto la perla ho subito pensato: perché non trasformarlo in un anello?

E così ho fatto, Katniss sembrava così felice.

Io la adoro quando sorride perché il suo sorriso è così puro ed innocuo, potrei guardarla per il resto della mia vita senza stancarmi della sua bellezza.

[…]

Quanto avrei voluto vederla con il vestito da sposa, ma porta sfortuna quindi ho evitato.

Intanto mi misuro il mio, con la speranza che non mi vada stretto.

Esco e vedo Katniss fissarmi:

“Allora… come mi sta?” Domando imbarazzato

“Sei bellissimo” Risponde per poi posare le sue labbra delicate sulle mie.

E’ un bacio delicato ma che, man mano, si carica di passione.

Detto ciò, andiamo a dormire l’uno abbracciato all’altro.

E’ mattina e sveglio Katniss con un leggero bacio.

“Buongiorno amore mio” Sussurro dolcemente in un suo orecchio.

Lei si volta e mi abbraccia e, per mano, andiamo di sotto per fare colazione.

Quel semplice gesto, quell’innocua stretta di mano per me vale più di un diamante.

Facciamo colazione silenziosamente fino a quando Katniss non rompe il silenzio.

“Che ne dici di fare una passeggiata?” Domanda, guardandomi.

“Certo” Affermo, ricambiando lo sguardo.

“Dove andiamo?” Mi domanda.

“Portami dove vuoi” Esclamo.

Senza dire nulla, si alza prendendomi per mano e mi porta in uno dei suoi posti.

E’ un piccolo laghetto con affianco una casetta, è un posto bellissimo soprattutto se vuoi stare da solo, lontano dal mondo.

“Ci venivo qui con mio padre” Mi dice con uno sguardo malinconico.

“E’ stupendo!” Replico, guardandomi attorno.

“Che ne dici di farci un bagno?” Domando.

“Peeta… sai nuotare?” Chiede, prendendomi la mano.

“Mi insegni tu” Rispondo, sorridendo.

Quindi mi spoglio, restando solo in intimo.

L’idea degli occhi di Katniss puntati su di me, mi mette un po’ a disagio.

Sento una voce in lontanaza…

“Bel fisico, Peeta!”

E’ Johanna, cosa diamine ci fa qui?

Katniss sbuffa e si tuffa in acqua.

“Ti vedo in forma” Continua, mettendomi ancora più in imbarazzo.

Decido, quindi, di coprirmi.

“Peeta, tanto abbiamo visto tutto” Afferma Annie, da dietro un angolo.

Con imbarazzo, mi scopro e mi getto lentamente in acqua anche perché se facessi un tuffo, ci resterei secco.

Dopo poco si tuffano anche Johanna ed Annie e sforzo mè stesso a non guardare.

Resto poco in acqua e vado a distendermi al sole, dove mi raggiunge anche Katniss.

“Che ne dici di mangiare fuori?” Le propongo, circondandole le spalle con il mio braccio.

“Ci sto!” Esclama, tenendo lo sguardo fisso sui miei occhi.

Velocemente, ci vestiamo e la prendo in braccio a mo’ di principessa, la mia principessa.

La porto in un ristorante che conosco da sempre, con vista sui boschi: le piacerà sicuramente.

“SIAMO ARRIVATI” Esulto.

“Amore… puoi mettermi giù?” Mi chiede ridacchiando.

Mi ero totalmente dimenticato di averla in braccio quindi la poso delicatamente a terra.

“Tavolo per due, grazie! Possibilmente con vista” Dico al cameriere.

Lui ci invita al tavolo ed io, da gentiluomo che si rispetti, faccio accomodare Katniss.

E’ un ristorante bellissimo: dai colori e decorazioni semplici ma anche molto eleganti e la luce fioca della candela rende il tutto più romantico.

Entrambi spegniamo il cellulare, per eventuali disturbi.

Prima che il cameriere arrivi, ci scambiamo sguardi dolci e ci teniamo per mano.

“Cosa volete?” Ci interrompe.

“Potremmo avere il menù?” Domando gentilmente.

Io so già cosa ordinerà Katniss: gamberoni, lei ne va matta!

“Io prendo dei gamberoni!” Esclama, entusiasta.

“Lo sapevo” Affermo, ridendo.

Il cibo, fortunatamente, arriva subito e Katniss ed io, ci imbocchiamo a vicenda.

“Signori… mi dispiace interrompervi ma c’è una chiamata per voi” Dice il cameriere, imbarazzato.

Katniss sembra piuttosto arrabbiata, cosa che sono anche io perché trovano sempre il modo di interrompere i momenti romantici.

“Cosa facciamo?” Mi domanda, furiosa.

“Andiamo” Dico anche un po’ a malincuore.

Katniss sbatte violentemente la sedia al tavolo.

Arrabbiatissimi, usciamo e arriviamo a casa di Johanna in fretta e furia.

“CHE STA SUCCEDENDO QUI?” Domandiamo contemporaneamente.

Non appena entriamo, vedo sangue ovunque.

Sono abbastanza stufo del sangue, nella mia vita ne ho già visto troppo ma ormai sono segnato.

“NON POTEVI CHIAMARE UN OSPEDALE?” Grida Katniss.

In queste situazioni mi sento impotente perché il passato prevale e fa uscire fuori il mostro che c’è in me.

Fortunatamente, arriva Prim che cura Johanna.

“Ci penso io a lei, voi andate pure” Dice Prim, sorridendoci debolmente.

In questi casi, è una vera salvezza.

Noi torniamo a casa e saliamo subito di sopra.

“Guarda! Abbiamo due camere vuote…” Esclama Katniss.

“Che ne dici di metterci i tuoi quadri dentro?” Domanda.

“CHE BELLA IDEA!” Affermo, letteralmente urlando.

Insieme, decidiamo di dipingere un bosco.

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