'Norman'

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Il ragazzo si avviò così dalla rossa. 

La quale si accorse subito del suo avvicinamento, si voltò quindi, velocemente, verso di lui.

Per un attimo il castano rimase spiazzato, non aspettandosi che la rossa potesse notarlo con tale facilità, in mezzo al grande via vai di persone che caratterizzava quella città. Un sorriso imbarazzato nacque tra le sue labbra, mentre cercava le parole giuste per presentarsi.

Era un ragazzo sensibile quanto impacciato, anche se la cosa che più lo limitava era la scarsa fiducia  in se stesso. Il ragazzo appunto, malgrado in tutta la sua vita non ci fosse nemmeno un episodio in cui si era oggettivamente mostrato incapace o comunque non al pari con i suoi coetanei, era come perennemente accompagnato da un velo di insicurezza, che con il tempo, invece che assottigliarsi per poi svanire, era diventato sempre più spesso. Più che un velo, ormai, era più una coperta invernale.

La ragazza lo capì come se fosse un libro aperto, percepì sulla sua pelle la difficoltà che, solo i cuori più gentili, erano in grado di leggere perfettamente all'interno di quelle gemme azzurre quall'erano i suoi occhi, che sembravano tanto, avessero paura di brillare.

Così, fece la cosa più spontanea che esistesse, ma implicitamente si rivelo essere un gesto colmo di attenzioni e empatia.

Sorrise, gli estremi delle sue labbra si alzare all'unisono creando, insieme ai suoi delicati lineamenti, un espressione estremamente rassicurante.

Il ragazzo se ne rese conto, forse anche grazie alla sua sensibilità, capì perfettamente le intenzioni della rossa, anche se ancora, non aveva detto una sola parola.

Per un attimo il ragazzo si perse all'interno di quelle iridi che tanto gli ricordarono le preziose pietre smeraldo. Tornò velocemente alla realtà e, serenamente si presento alla rossa.

Nel giro di pochi minuti i ragazzi iniziarono una conversazione tanto improvvisata quanto piacevole.

Il ragazzo si presentò con il nome di Kiyoshi, un nome che ad Emma parve immediatamente molto dolce, come se creato apposta per lui.

Non aveva la minima idea di dove si trovasse, ma ammise internamente, si trovava davvero bene con quel ragazzo appena conosciuto.

Avrebbe voluto fargli qualche domanda,chiedere dove si trovasse e dove fosse la sua amata famiglia in quel momento, ma Emma era più che cosciente che quei quesiti sarebbero stati troppo insoliti, decise così di rimanere in silenzio, mentre cercava di metabolizzare maggiori informazioni possibili.

Era preoccupata e non poco, il pensiero che fosse successo qualcosa alla sua famiglia le stava pian piano stringendo il cuore, mentre la mente si riempiva di domande e, contemporaneamente, risposte un po' lanciate a caso.

Tuttavia, Kiyoshi non se ne accorse minimamente e continuò a parlare come nulla fosse. Nulla togliere alla sua elevata sensibilità, ma a discapito suo, solo una persona riusciva davvero a leggere il suo animo in un unico istante. È sempre stato così, fin da bambini.

'Norman'

si ritrovò a pensare la rossa, senza far notare al ragazzo davanti a se la nostalgia che pian piano la avvolse. Il solo pensiero di rivedere i suoi occhi color oceano, quel sorriso così accogliente e dolce, poter sentire la sua voce che, purtroppo per la ragazza, iniziava a dissolversi sempre di più nella tua testa a causa del troppo tempo passato lontano da lui.

Fu riportata alla realtà dal ragazzo davanti a lei che, gentilmente, le porse un bigliettino alla mano, nel mentre che, con fare un po' impacciato, spiego di essere in ritardo a lezione.

Lei sorrise leggermente, mentre prese il pezzo di carta dalla mano decisamente più robusta della sua. Notando entrambi la notevole differenza che provoco una risata a tutti e due, leggermente imbarazzati.

-'Se ti va, un giorno di questi scrivimi, mi sembri davvero simpatica'- disse il ragazzo con un tono deciso e dolce.

Emma non fece in tempo a rispondere che Kyoshi corse via, osservando l'orologio che aveva al polso, con uno sguardo decisamente buffo.

Dopo l'uscita di scena del castano, Emma si ritrovo decisamente smarrita. Inizio a pensare a qualche soluzione ma, in quel caso, neanche un punteggio di prima qualità come lei, sembrava trovare un soluzione.

Nel mentre che la sua mente macinava più idee possibili, si ritrovo un sorriso nostalgico sulle labbra, pensando che, se vicino a lei ci fossero stati Norman e Ray, sarebbero riusciti sicuramente a trovare qualche soluzione.

Ma ad interrompere la sua sfilza di pensieri che sembravano vagare ormai senza controllo nella sua mente, si rese conto di due uomini che si erano avvicinati a lei.

Si voltò di scatto, rimanendo un po' sorpresa alla vista dei due agenti.


"Sei tu Emma, vero?"





Nota autore* Scusate se non ho pubblicato, ma ho iniziato un nuovo sport e, onestamente, non riuscivo a scrivere niente di decente. Appunto non so neanche se sto capitolo abbia effettivamente un senso. In ogni caso scusate, ho quasi finito anche il prossimo, quindi tra poco uscirà anche l'altro.

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