Fin da bambino Norman aveva sempre avuto un debole per Emma.
Ogni volta che lei cadeva, lui era lì, con la mano distesa avanti per aiutarla ad alzarsi, se non riusciva a fare qualcosa, lui era lì; si impegnava più di tutti solo per vederla sorridere.
Ciò che prima era un gesto quasi incosciente, forse guidato dall'istinto dell'albino, col tempo tutti quei piccoli pensieri divennero sempre più sensati.
Norman voleva vedere Emma sorridere. Se lei sorrideva, lui aveva un motivo per farlo.
Il punto è che la rossa non rifiutava mai la mano dell'altro o, nel caso di necessità, chiedeva aiuto senza pensarci troppo. Si fidavano l'uno dell'altro, era questo a renderli così vicino anche se entrambi in due mondi differenti.
Eppure quella volta fu diverso.
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Norman guardava Emma ridere con il resto delle sua famiglia, ormai ne era certo, stava nascondendo qualcosa. Chiamatelo istinto o semplice intuizione, ma ormai l'albino ne era più che convinto
Per un attimo uscì dalla sua bolla che si era mentalmente creato, ascoltando la conversazione che stavano avendo Gilda e Emma in quel momento.
'Dobbiamo organizzare assolutamente una festa per te'- disse Gilda con gli occhi che le brillavano ancora dall'emozione.
'Oh grazie per il pensiero ma credo sia meglio evitare, non mi va di disturbare qualcuno'- Rispose Emma, rivolgendo un tenero sorriso alla sorella.
'Ma che stai dicendo, tu non potresti mai disturbare Emma, lo sai vero?'- ribatte la verdina con una certa confusione nello sguardo.
'Perché dice così? Ha sempre amato più di tutti le feste'- pensò internamente Gilda.
La stessa domanda baleno nella testa dell'albino, il quale volse involontariamente il suo sguardo verso il corvino.
Ray lo notò immediatamente, così fece qualche passo verso il fratello. Quando i loro volti si trovarono a pochi centimetri di distanza il corvino sussurò qualcosa che solo Norman avrebbe potuto udire.
'Capisco tu sia preoccupato, lo sono anch'io, ma togliti quell'espressione dal volto, spaventi i bambini.'
Norman più che da quelle parole, rimase colpito da se stesso. Mai gli era capitato di perdere il controllo delle sue emozioni.
Nel giro di pochi millesimi di secondo Norman si ricompose. Ecco che tornava quel suo tipico sorriso che aveva fatto innamorare la rossa.
Emma per un attimo guardò in direzione dei due amici.
Lei fin da piccola, anche se non dotata dell'intelligenza di Norman e Ray, del gruppo era sempre stata la più empatica e sensibile. Sapeva leggere l'animo di tutte le persone che incontrava senza troppi problemi. Cosa che a Norman riusciva bene solo con persone che conosceva bene.
Il cuore della rossa perse un battito. Leggeva della preoccupazione nei loro occhi, ma in qualche modo cercò di convincersi non fosse davvero così.
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Dopo qualche ora tutti i visitatori tornarono nelle loro case. Tutti tranne il corvino, che decise di restare qualche giorno nella casa del fratello visto che non lo vedeva da tempo.
Appena la porta dell'ingresso si chiuse, lasciandosi dietro circa una trentina di persone, Norman capì che era arrivato il momento di parlare più seriamente con Emma.
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Come le Supernove
Fanfiction'Amore è saper dire 'ti amo' senza parlare' -loro lo sapevano fare da una vita intera e, probabilmente, insieme ai loro 'ti amo' silenziosi avrebbero conosciuto anche l'eternità- Questa storia inizia dall'arrivo dei ragazzi nel mondo umano, ci sar...