Kiyoshi.

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Quel ragazzo era Kiyoshi.

Lo aveva incontrato a Roma, pochi secondi dopo esser arrivata nel mondo umano.

Improvvisamente la rossa riuscì a collegare tutti i pezzi di quel puzzle un po' bizzarro.  Ora capiva come fossero riusciti a trovarla così velocemente quel giorno, anche se dall'altra parte del mondo. Capì anche il motivo per cui quel ragazzo, che tanto sembrava timido, si fosse avvicinato così sfacciatamente ad una completa estranea.

Emma sorrise sinceramente, capendo che il castano non solo l'avesse riconosciuta senza mai averla vista dal vivo, ma che si fosse subito preoccupato per lei. Arrivando a starle vicino finche' gli agenti non sarebbero arrivati per proteggerla.

'Kiyoshi!'- Disse felice la ragazza.

Norman si voltò istintivamente verso di lei, con uno sguardo leggermente perplesso. L'albino aveva già conosciuto Kiyo, ma di certo non si aspettava che anche Emma lo conoscesse.

'Emma! per fortuna stai bene'- disse il ragazzo, superando velocemente il padre e mettendosi esattamente davanti alla ragazza, forse anche troppo vicino.

Gesto che di certo non sfuggi all'albino e che, inevitabilmente, trovò strano anche Emma, avendo sempre avuto un immagine mentale del ragazzo come timido e impacciato, come quel giorno a Roma.

'Allora sei tu Emma eh?' - disse Ratri, mentre diede un colpetto sulla spalla al figlio, facendogli intuire di spostarsi leggermente.

Appena riuscì a vederla di nuovo, la squadro velocemente, poi rivolse lo sguardo a Norman.

'Allora non esageravi quando dicevi che era proprio una bella ragazza eh?'- disse con una leggera risata l'adulto.

'Non  c'è bisogno di esagerare con l'immaginazione quando si parla di lei'- disse con un tono piuttosto dolce il ragazzo, mentre andava ad abbracciare quello che ormai era il loro padre adottivo.

il primo padre che mai avesse avuto Norman, non avendo avuto la fortuna di conoscere Hugo.

Appena il ragazzo si staccò da quell'abbraccio, la rossa parlò.

'Piacere di conoscerla signore'- disse educatamente.

'Tranquilla dammi pure del tu, dopotutto da oggi sei mia figlia, no? Sai ho sempre voluto una figlia femmina'- disse Ratri.

Emma sorrise davanti a quelle dolci parole.

'Ciao Ratri, che bello vederti'- disse una voce proveniente dalle scale, voce che sia Norman che Emma riconobbero immediatamente. Era Ray.

'Eccolo il mio piccolo scrittore, fatti abbracciare'- rispose l'uomo, aprendo le braccia per accogliere il corvino.

Ray non amava il contatto fisico anzi, ad eccezione di Emma e Norman, mai aveva abbracciato spontaneamente qualcuno, perciò si irrigidì leggermente.

'Stai tranquillo, stavo scherzando. So benissimo come sei fatto piccolo spezza cuori. Però se permettete vorrei abbracciare la nuova arrivata, ti dispiace?'- disse scherzosamente Ratri, riferendosi ad Emma.

'Oh non è un problema con me, io amo gli abbracci'- rispose sorridendo la rossa.

i due si abbracciarono teneramente per qualche secondo, mentre sia Norman che Ray sorrisero internamente davanti a quella scena che tanto avevano sognato di vedere.

'Bene, ora prima di tutto vorrei parlare qualche secondo con Ray, poi mi piacerebbe scambiare qualche chiacchere anche con voi due'- iniziò  a parlare l'uomo, dopo essersi staccato da quel abbraccio paterno.

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