Come si può desiderare che qualcuno ti comandi di fare cose umilianti?

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Una schiava non va da un padrone chiedendo aiuto, o chiedendo di essere umiliata. La schiava/sub non sa neanche di essere una schiava finche' un giorno (prima sessione) si ritrova a non ubbidire più ai propri riflessi innati (come orgoglio, sessuali, riflesso faringeo) a cui improvvisamente preferisce gli ordini provenienti dal proprio padrone  ignorandone nello stesso tempo sia l'origine (non pensa alla persona del padrone mentre ubbidisce) sia il senso (non pensa all'obiettivo).

La prima sessione però è preceduta da un lungo percorso dialettico di conoscenza, in cui sub e padrone si parlano, si prendono le misure e si conoscono. In questa fase la sub può essere anche addestrata fisicamente. Le schiave di natura sono molto ribelli, infatti se non fossero ribelli non avrebbero mai osato battersi contro ogni forma di condizionamento esterno. Se non ti è ovvio per capire devi innanzitutto superare il gap cognitivo creato dal linguaggio; da parole come umiliare, dominare, comandare, desiderare. L'idea che ti sei fatta del bdsm probabilmente non si basa su riflessioni ma su immagini e video in cui ti sei imbattuta per caso o per curiosità. Se interpretate a parole, quelle immagini, si distaccano automaticamente dalla realtà di quello che sta accadendo e di quello che sta vivendo la schiava. Infatti i verbi che si usano per descrivere le dinamiche di un rapporto del genere sono spesso verbi transitivi, quando in realtà tutto quello che succede viene vissuto dalla sub in modo intransitivo (umiliarsi, comandarsi, desiderarsi, dominarsi). Quello che succede succede perché lo vuole la schiava, non il padrone. La schiava non pensa in parole, ma vive o percepisce stimoli sempre più intensi che li vive libera da ogni forma di filtro cognitivo o linguistico. Come se si abbandonasse/immergesse in una dimensione di se stessa che le è stata vietata esplorare fin dalla sua nascita. Questo non solo a livello biologico in termini di riflessi innati, come l'avversione che si prova per il dolore sotto il comando dei riflessi di retrazione, ma anche a livello sociale dal punto di vista antropologico deducibile da come per esempio la schiava è abituata a (non) vivere l'orgasmo.

In questa nuova dimensione si scopre come gli opposti sono spesso costruzioni cognitive umane, parte di quello sforzo eroico dell'uomo di dare significato al proprio vissuto e che in verita' cose come dolore e piacere sono facce della stessa medaglia. E' solo il nostro istinto di sopravvivenza che ostracizza il dolore cosi' come ostracizza anche il soffermarsi. Da un punto di vista biologico ed evolutivo questo serve per assicurare la sopravvivenza della maggior parte degli individui della nostra specie. Quindi siamo tutti programmati a muoverci di continuo (chi non si muove muore), e vivere tutto di fretta, a macchia d'olio, perché dobbiamo essere produttivi e compiere la nostra funzione biologica, quella di riprodurci. Ogni volta che ci concediamo ai nostri riflessi però, per ogni giro di boa (come nel sesso), si erode/sacrifica un altro po' di quella parte di noi che ci rende unici, la nostra inidividualità. Alcuni di noi, quelli con una sensibilità più spiccata, iniziano a sentirsi come un ago usa e getta. Come un aggeggio che la natura usa per preservare la nostra specie, mentre quasi ci vieta o ci rende molto difficile perseguire i nostri percorsi individualistici. E dopo tanti giri questo vuoto diventa enorme, tanto grande da non reggere piu' il peso della nostra persona sociale. Questo porta all'autosabotaggio e al nichilismo, che non hanno nulla a che fare con il bdsm ma sono spesso fasi terminali di una vita vaniglia. Per la schiava in questo senso il rapporto è terapeutico se visto da fuori. Porta a una trasformazione, la sprona come persona. La schiava tocca il fondo, stabilisce un contatto continuo con quella parte non mappata della sua esistenza (che va oltre il subconscio), dove gli impulsi sono cosi intensi che gli opposti si trasformano l'uno nell'altro; si raggiunge uno stato di lucidità psichedelica. La schiava quindi riesce ad affrontare la vita quotidiana con molta più sicurezza e determinazione. Diventa consapevole della propria forza che ora inizia ad usare per polverizzare qualsiasi cosa che si mette tra lei e i suoi obiettivi.

Tutte le esperienze normali hanno una componente piacevole, dolorosa, dominante e umiliante. Spesso le persone come aspiranti schiave sono molto sensibili e non sanno gestire questa sensibilità che le rende vulnerabili emotivamente. Con il BDSM salgono di un gradino e iniziano a guardare tutto dall'alto. Prendono le rendini in mano.

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