CAPITOLO 1

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Buio. Era tanto buio.
Ero in un corridoio stretto e dalle pareti umide mentre il suono tonfo dei pugni e delle catene riempivano l'aria
-Forse non hai capito..rivoglio i miei soldi..sono stato chiaro?!-
-Io.. glielo..glielo giuro..non ho preso nulla..- un altro colpo e l'urlo che tirò fuori mi fece sobbalzare.
Cercavo di fare meno rumore possibile, ma la paura era tanta.
Afferrò nuovamente i suoi capelli, sollevandogli la testa
-Fate in modo che vi dica dove sono i miei soldi..a qualunque costo..-
-E di lui?! Che ne facciamo?!- lo guardò
-Datelo ai coccodrilli..che non rimanga nulla..neanche un pezzo..-.

Mi svegliai di soprassalto, con il cuore a mille e completamente sudata

..di nuovo quel sogno..

Feci un respiro profondo e mi passai le mani sul viso frustrata
-.. un'altra nottata di merda...- mi passai una mano sul viso sbuffante, mi alzai e indossai la vestaglia, dopodiché andai in cucina a prepararmi una tazza di thè.

Mi avvicinai alla grande vetrata del salone e bevvi un sorso di thè ai fiori di loto, mentre osservavo lo Skyline di Miami illuminato, nel silenzio della notte.

Una voce dal tono dolce, mi risvegliò dai miei pensieri
-Tesoro...tutto bene?!- mi voltai incontrando lo sguardo di Mina, mia amica d'infanzia, nonché assistente personale
-Si..tutto bene! Va a letto.. è ancora presto!-
-Ti serve qualcosa?!- sorrisi rassicurante
-No..sta tranquilla..- un cenno del capo e andò via, lasciandomi nuovamente con i miei pensieri.

L'alba, come una lenta carezza, arrivò ad illuminare la città, risvegliandola.
Il cielo notturno, man mano, lasciò posto ad un azzurro intenso, mentre la gente si riversava sulle strade.

Mina si alzò e iniziò a preparare la colazione
-Come preferisci le uova?!-
-Mina..mi fai la stessa domanda ogni mattina, ed io ogni mattina ti rispondo che non mangio..- dissi con un lieve sorriso
-Lo so..ma non perdo mai la speranza di sentirti dire "strapazzate grazie, con della pancetta grigliata"..-
-Ahahahah.. sei la solita! Sai..dovresti pensare un po' anche a te..stai dimagrendo troppo..- si voltò
-Bé...almeno io sto seguendo una dieta equilibrata, in cui a volte, sostituisco dei pasti con dei frullati proteici con vitamine..io!!- sbuffai sonoramente
-Uuuhh..quanto sei noiosa! Dovresti essere mia amica lo sai?!-
-Esatto! E proprio perché sono tua amica..tu..mangerai questo toast francese che ti ho preparato..subito!!- mi misi sull'attenti ed esclamai
-Signor si signora!!- scoppiammo a ridere e una volta a tavola disse
-A proposito...ha chiamato tuo padre...- sollevai lo sguardo sorpresa
-Mh?! Papà?! Come mai?! Lui non chiama mai sennò per compleanni e feste...- dissi mangiucchiando il toast
-Lo so.. è sembrato strano anche a me..ma mi ha chiesto di dirti di richiamarlo..-
-Ok..lo chiamo appena finisco questo!-.

Dopo la colazione forzata da parte del generale Mina e una doccia calda e rilassante, andai nella cabina-armadio e mi vestii, optando per degli skinny jeans blu, strappati alle ginocchia, una t-shirt bianca aderente, le Adidas bianche e un cardigan lungo in cotone nero.
Asciugai i capelli e mi truccai, dopodiché andai nello studio e composi il numero

..uno squillo..due..
-Pronto!?-
-Pronto papà..sono io!-
-Gioia mia bedda..come stai?!- sorrisi a quell'accento siculo che, nonostante fossero passati cinquant'anni, non era mai riuscito a perdere
-Bene Papà! Tu?!-
-Bene gioia mia..i soliti acciacchi..dimmi come vanno le cose lì?! Come và l'università?!-
-Molto bene..ormai mi mancano solo due materie alla laurea..il rettore mi ha esplicitamente detto che sarò l'unica a passarlo con la lode!- dissi orgogliosa
-Brava! La mia studiosa! Sono orgoglioso di te..-
-Grazie papà..ma come mai mi hai chiamata?! Tu non chiami mai..- lo sentii schiarirsi la voce
-Vedi bidduzza..e che sto diventando vecchio..e mi sono reso conto di essermi perso tanto di te e della tua vita..e così ho pensato che potresti venire a casa dopo la laurea..ho intenzione di organizzare un party..in tuo onore!!- sgranai gli occhi
-Cosa?! Papà parli sul serio?! Un party?!-
-Ahahahah..certo gioia mia.. papà ti organizza la festa delle feste..nessuno avrà mai visto una festa come quella..-
-Oh grazie papà!! Sono felicissima!! Allora ci vediamo tra un mese!-
-Va bene gioia..ti voglio bene!-
-Anche io papà!- chiusi la chiamata e sorrisi, quando vidi Mina entrare
-Tutto bene?!-
-Si si! Papà vuole che torni a casa dopo la laurea per qualche tempo..mi organizzerà una festa per la laurea..-
-Cosa?! Una festa?! Oddio...da quando tuo padre organizza feste?! No ne organizzava neanche quando eravamo ragazzine..-
-Lo so.. be'..ha detto che si sente in colpa per essersi perso tanto di me...-
-Oh...ok..allora..credo che dovremo andare a fare shopping prima di tornare a casa..che dici..Avvocato Di Maggio!?- sorrisi sorniona e mi alzai
-Approvo la sua offerta!-.

Un Mese Dopo

-Congratulazioni classe 2018!!- lanciai il tocco per aria insieme ai miei compagni di corso, dopo il mio discorso di commiato e sorrisi.
Finalmente mi ero laureata ed ero strafelice!

Correndo raggiunsi Mina, sorridente, e l'abbracciai
-C'é l'ho fatta Mina! C'è l'ho fatta!!-
-Non avevo dubbi su questo..sei sempre stata una tosta tu e quando ti impuntavi su una cosa dovevi riuscirci a tutti i costi!-
-Dai vieni..facciamo una foto..- presi la Polaroid e mettendoci in posa, scattai
-Bellissima!- esclamai guardandola
-Dai su.. andiamo! Abbiamo il tempo di cambiarci e andare in aeroporto! Il volo e tra tre ore..-.

Una volta a casa, mi cambiai e optai per un tailleur pantalone bianco, con corpetto sottogiacca in pizzo color cipria e la giacca dal taglio maschile.
Misi le mie Prada bianche tacco 15cm, legai i miei lunghi capelli in uno chignon e dopo essermi truccata, indossai il filo di perle che mi regalò mio padre con gli orecchini bottone coordinati
-Wow! Che eleganza!- mi voltai e sorrisi
-Che ne pensi?! Sai che papà odia vedermi con i jeans..-
-Stai benissimo..e poi è difficile che qualcosa ti stia male..-
-Esagerata! È tutto pronto?!-
-Si..le valigie sono state già caricate..-
-Perfetto..- presi la mia borsa e dopo un ultimo sguardo a quello che era stato il mio posto sicuro per tanto anni, uscimmo dall'appartamento.

Due ore e quaranta minuti dopo, eccola lì: New York.
Era strano trovarsi lì dopo quindici anni e una strana sensazione di agitazione nacque in me
-Scar..tutto bene?!-
-Si.. è solo..strano..non me la ricordavo nemmeno così bella..-
-Su andiamo..una macchina ci sta aspettando..- prendemmo i bagagli e ci dirigemmo all'uscita, dove un autista fu pronto ad accoglierci
-Signorina Di Maggio..bentornata! Io sono Anthony! Da adesso in poi sarò il suo autista personale..-
-Piacere Anthony..grazie mille!-
-Puó caricare i bagagli per favore..- disse Mina con tono professionale; l'uomo annuì dopodiché aprì lo sportello
-Prego signorina..si accomodi..- salii in macchina, insieme a Mina e una volta finito di caricare i bagagli, partimmo.

Casa mia, o meglio, la villa di famiglia, era situata poco fuori Brooklyn, in una zona residenziale con tanti ettari di giardino e terreno coltivato con alberi da frutto.
Avevo sempre amato quel posto: da piccola mi sembrava di vivere in un castello incantato delle fiabe; il mio nascondiglio, lontano da tutti.

Arrivammo davanti al cancello nero in ferro battuto, che lentamente si aprì.
Provai un'emozione fortissima e ritrovarmi lì era come tornare nel passato, a quando correvo per il giardino con il mio aquilone insieme a Mina.

Ci fermammo davanti alla porta, che si aprì, e un volto conoscente si palesò sorridendomi
-Scarlett!!- sentii gli occhi pizzicare quando incrociai il suo sguardo e sorrisi
-Tata! Oh Tata!- corsi tra le sue braccia, com'ero solita fare da bambina e la strinsi forte me
-Bambina mia..come stai?! Fatti guardare..- mi distaccai, incrociando le mie mani alle sue e mi guardò
-Ma sei un sogno bambina..-
-Grazie Tata..anche tu stai benissimo!-
-Oh be'..per me sono solo passati gli anni..tutto qui..-
-Non è vero! Sei sempre la più bella donna che abbia mai visto!- le baciai la guancia facendola sorridere
-Oh tesoro mio..ci sei mancata tanto sai?!-
-Anche voi..-
-Gioia mia..- mi voltai lentamente, incrociando un viso segnato dal tempo, dagli occhi profondi e sguardo dolce
-Papà...- sussurrai; lo vidi aprire le braccia e senza farmelo ripetere due volte, corsi fiondandomici
-La mia bambolina...gioia mia bedda...non pensavo che Dio mi avrebbe dato la possibilità di rivederti in questa vita..- mi strinsi a lui, scoppiando in un pianto liberatorio
-Mi..mi sei..mi sei mancato.. papà..- accarezzò dolcemente la mia schiena
-Va tutto bene..sei con papà adesso..ssshh..- sollevai il viso e mi sorrise, asciugandomi le lacrime
-Bentornata a casa gioia mia!-.


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THE BOSS: A LADY WITH IRON HEART [K.NJ.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora