Capitolo 3

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Stasera c'è la fatidica festa in cui Amanda dovrà sfoggiare tutto il suo fascino e cercare di far cadere tra le sue braccia Davide. Che ragazza intraprendente, l'ho sempre ammirata per questo. Se fossi nella sua stessa situazione e un ragazzo che a me interessa mi avesse notata, lascerei fare tutto a lui, altrimenti ignorerei la cosa, perché non ho il coraggio di prendere l'iniziativa ed espormi così. Il mio orgoglio mi impedisce di manifestare i miei sentimenti per prima, e questo molto spesso si è dimostrato un ostacolo non da poco nella mia vita sentimentale.

Sono felice che stasera lei avrà ciò che merita, perché con il suo fascino e il suo carisma non c'è uomo che possa resisterle, mi spiace solo dover partecipare a questa festa. Non è esattamente nel mio stile, e non perché non mi piacciano le feste, sia chiaro, ma non mi entusiasmano affatto la gente e il clima che ci saranno. È una festa piuttosto esclusiva, è molto probabile che ci saranno anche molte persone grandi visto che è un diciannovesimo. Non so bene come Amanda abbia fatto ad ottenere un invito per se stessa, figuriamoci anche per me e Marco, ma conoscendo la sua determinazione forse non dovrei essere così stupita. Il piano che ho ideato per la serata è quello di stare incollata all'unico uomo che permetterò di avvicinarsi a me: Marco. Ci scoleremo cocktail e balleremo a ritmo di musica tutta la notte. Poi Amanda tornerà con un succhiotto sul collo, noi avremo capito che l'obiettivo è stato raggiunto e ce ne andremo, in tre o in due, in base a quanto Amanda avrà voglia di spingersi in là.

Per quanto abbia cercato di tranquillizzarmi, sono un po' agitata per la serata, forse quasi a disagio, quindi ho deciso di uscire con i miei amici, che dovrebbero essere qui a momenti. Non ci vediamo molto spesso perché ognuno di noi è molto impegnato, ma ci siamo ripromessi di trovarci almeno due volte al mese per salire sullo skate. Già, un'altra delle mie numerose passioni.

Sento il campanello e mi getto giù dalle scale, rischiando di scivolare sull'ultimo gradino e rompermi una gamba.

<<Io esco, torno per cena ma poi ho la festa, a dopo>> urlo a mia madre, intenta a preparare non so cosa per la cena di questa sera.

<<Hai preso le ginocchiere?>> chiede premurosa affacciandosi dalla porta della cucina verso l'entrata. È sempre preoccupata quando mi vede con lo skate sottobraccio, perché una volta ho rischiato di farmi davvero male.

<<Mamma, non ho cinque anni, rilassati>> la liquido e sguscio fuori di casa prima che mi possa rispondere.

Ed eccoli qui, i miei ragazzi preferiti.

Nel mio giardino di casa mi aspetta la mia compagnia, tre ragazzi e due ragazze, nei loro abbigliamenti sportivi, che a me piace definire "da streeter" anche se non è esattamente così che si dovrebbe dire. Ma d'altronde sono vestiti proprio come me. È infatti durante queste uscite che abbandono i miei maglioncini e le mie camicie, a favore di felpe oversize, cappellino a secchiello nero, occhiali da sole rettangolari dello stesso colore, pantaloncini corti sportivi, calze alte e le mie amate vans old skool.

<<Guarda che stile>> mi saluta Luca con un leggero pugno sulla spalla. Anche gli altri passano tutti ad abbracciarmi e poi pian piano ci avviamo a piedi verso la pista da skate che c'è nel parco non troppo lontano da casa mia.

<<Ho sempre l'impressione che non ci vediamo abbastanza spesso>> mi rivela Sara, affiancandosi a me insieme a Ludovica. Ogni volta che ci troviamo siamo elettrizzati perché tra noi c'è una chimica pazzesca, ma essendo sempre occupati tra scuola e altri gruppi di amici, ci troviamo raramente.

<<Quella felpa è la cosa più bella che abbia mai visto, Ludo>> mi complimento toccandone il tessuto <<e nemmeno la tua scherza>> dico riferito a Sara. Non so che aspetto abbiamo tutti insieme se qualcuno ci vede passare, ma a me non importa l'essere giudicata. A noi piace essere così, e non cambieremo per nessuno perché fa stare bene noi.

Sono un banale romanzo rosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora