Dicembre è alle porte e la consapevolezza che tra un mese scoccherà il nuovo anno mi agita, preoccupata dei buoni propositi che non ho mai portato a termine. A scuola stiamo finendo di fretta e furia gli argomenti per ogni materia, in modo da chiudere poi ogni giro di interrogazioni e le verifiche, insomma, un periodo davvero tranquillo! Il tutto sarebbe più sopportabile se la città fosse dipinta di bianco, cosparsa da un manto di morbida neve, ma presumo che questo accada solo nei film. L'anno precedente si è vista una nevicata di appena dieci minuti, e di quella ci siamo dovuti accontentare. Quest'anno mi piacerebbe stendermi a terra e fare l'angelo in mezzo al giardino, mentre i fiocchi soffici e ghiacciati mi ricadono lievi sul volto. Poi starei lì, comodamente sdraiata, ignorando il freddo che mi pietrifica e mi brucia la pelle, a guardare la tempesta di neve che aleggia sopra di me, ignorando totalmente, per un solo istante, il ghiaccio che pervade il mio animo ogni giorno. Non fraintendetemi, mi piace costruire la facciata della persona felice, allegra, ottimista, ma vorrei avere anche io il diritto di lasciare le redini alla parte più pessimista, a quella me che è insicura, triste, frustrata. Le persone non sono mai solo felici o solo tristi, c'è sempre un lato latente pronto ad essere innescato, un opposto, una minaccia pronta a sferrare il primo colpo. E le persone lo devono accettare, non possono aspettarsi sempre che siamo uguali, fedeli alla luce o all'oscurità, alle volte la vita è fatta anche di ombre opache che lasciano spazio a qualche fioco e debole raggio di sole. Non dobbiamo sempre aspettarci la stabilità dal prossimo. Pensiamoci, chi è davvero sempre felice o sempre triste? Nessuno, appunto. E perché allora appena mostri un pezzo di te diverso, la gente inizia a dirti che sei cambiato? Magari sono sempre stato così, solo che non ve l'ho mai mostrato. Pretendere di conoscere qualcuno è una grande affermazione.
L'autobus frena bruscamente e muovo le mie gambe per scendere alla mia fermata, come fa la maggior parte delle persone che sono qui con me. Nelle cuffie fleabag di YUNGBLUD. Ci troviamo esattamente davanti alla scuola, ma attendo qui, seduta su una panca in metallo, arrugginita e ammaccata quanto basta per farmi capire che ha visto tempi migliori.
L'auto nera dei Venturelli accosta davanti alla fermata dell'autobus e un'Amanda trafelata smonta, con il fiatone che la costringe a prendersi il suo tempo per parlare, appena si posiziona in piedi davanti a me.
<<In ritardo anche oggi?>> ridacchio divertita. Io e lei in questo non potremo essere più diverse. Io mi ritengo una persona mattiniera, mentre la mia amica non abbandonerebbe il letto per tutto il giorno. Io davvero non riesco a capirla, se per qualche motivo mi sveglio tardi (come quando la notte prima torno da una festa) mi sembra di aver buttato una mattinata.
<<Come se già non lo sapessi>> boccheggia mentre si richiude il cappotto, che dalla fretta deve aver dimenticato aperto <<Ti va di rimanere da me oggi pomeriggio? Studiamo un po', poi stasera siete da noi a cena e te ne vai con i tuoi. Ci starebbe, così spettegoliamo un po'>> propone poi, con un sorriso a trentadue denti.
Sua madre ha infatti invitato tutta la mia famiglia per cena da loro. Non è un invito casuale, infatti il signor Alfredo ha ottenuto una pausa dal lavoro di qualche giorno e la signora Annalisa aveva piacere trascorressimo tutti un po' di tempo insieme, prima che lui ripartisse per tornare poi, lavoro permettendo, durante le vacanze natalizie. Le nostre famiglie si conoscono da molto tempo, da prima ancora che io nascessi, perché i nostri genitori erano nella stessa compagnia da ragazzi. In particolare, mia mamma e il signor Alfredo erano molto amici da giovani, poi sono arrivati i fidanzati e quindi anche mio padre e la signora Annalisa si sono aggiunti, creando così delle uscite a quattro. Le nostre madri, poi, sono diventate molto legate, tanto che quando hanno saputo che entrambe avrebbero avuto due figlie femmine della stessa età sono letteralmente impazzite. Peccato che io e Amanda non siamo mai andate d'accordo da piccine. Lei adorava giocare con le barbie, mentre io ero un maschiaccio in tutto e per tutto. Ma crescendo, poi, abbiamo rivalutato il nostro rapporto e la chimica è stata innegabile.
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Sono un banale romanzo rosa
RomanceAnastasia è un'adolescente come qualunque altra. Ha una famiglia meravigliosa che le sta accanto e la sostiene sempre, in aggiunta due amici che la mettono sempre nei guai, e perché no, qualche volta l'aiutano ad uscirvi. L'adolescenza, il periodo d...