Sono un banale romanzo rosa

Capitolo 8

Merda, merda, merda.

Come ci sei finita in questa situazione? Perché a me? Maledetta fissazione che ti ritrovi per quella stanza!

Sono corsa al piano superiore e mi sono chiusa in bagno, con il fiatone che mi piega in due da quanto ho messo il turbo per scappare da quel momento troppo imbarazzante. Sono un'idiota. Ma chi diavolo si sarebbe fatto beccare in una situazione così scomoda? Io ovviamente, sono davvero brava in questo tipo di cose. Okay, devo solo mantenere la calma, in fin dei conti non è successo niente. La versione ufficiale è che sono passata di lì per caso e in quell'esatto momento lui mi ha vista. Almeno lo spero. Se mi avesse notata fin dall'inizio potrebbe essere un problema. Che scusa potrei mai inventarmi per nascondere la vergogna che sicuramente ne conseguirebbe?

Decido di ignorare questa tragica possibilità e sperare che questo episodio venga dimenticato presto, da entrambe le parti. In realtà vorrei cancellare dalla mia memoria solamente gli ultimi tre secondi e conservare con gelosia tutto ciò che ha preceduto quel dannato momento. Chiariamoci, continuo a non sopportare Tobia, ma di certo mi ha regalato un tassello non indifferente da aggiungere al puzzle della sua criptica personalità. È un musicista. Cioè, se il fatto che suona la chitarra elettrica mi ha spiazzata, non riesco nemmeno a esprimere a parole come mi sono sentita quando l'ho visto cantare. È che è stato così inaspettato da parte sua che non riuscivo a contenere lo stupore, la scena che mi si presentava davanti era magnetica. Come mai Amanda non me ne ha mai parlato? Perché nessun pettegolezzo a scuola ha mai riportato questo suo hobby? La fama del chitarrista e del cantante lo avrebbe fatto amare ancora di più agli occhi delle ragazze, sarebbe diventato la star indiscussa della scuola.

A quanto pare è un segreto.

E perché mai dovrebbe zittirsi su una cosa così pazzesca quando sventola ai quattro venti l'unica cosa che dovrebbe tenere per sé, ossia la sua orribile personalità?

Tobia e le sue mille contraddizioni, capitolo primo.

Duecentomila domande si sovrappongono l'una all'altra nella mia testa, tanto che non riesco nemmeno a identificare un pensiero iniziato e concluso. È stato il padre a trasmettergli la passione per la musica? Come mai Amanda rigetta quest'arte mentre Tobia sembra nato per dominarla? È stato il signor Alfredo a insegnargli a usare gli strumenti? Suona da qualche parte? Scrive canzoni? Chi sa di questa sua passione? È solo un hobby o vuole far diventare questa realtà la sua vita?

Decido di sciacquarmi il viso con acqua gelata, che scorre fresca sulle mie guance e brucia i miei occhi, già stressati dalla giornata di studio intensivo.

Che ragazzo misterioso che è Tobia, io davvero temo di non riuscire a capirlo.

Decido di archiviare momentaneamente la faccenda e di chiuderla in una scatolina ben sigillata all'interno della mia mente. Ho come il sospetto, però, che dalla serratura potranno uscire le immagini di quella situazione così surreale. Lui che scuote la testa a ritmo di musica. Lui che si avvicina al microfono e inizia a cantare. Lui che si abbandona al pavimento e inizia a giocare con la chitarra. Lui che si lascia trascinare da quel momento di felicità pura, quell'espressione distesa che non gli ho mai visto addosso. Non mi ero mai immaginata Tobia felice, che sorride. Ma forse devi essere degno per poter ammirare quel lato di lui. Io ormai ho collezionato tutti i bronci, i toni accesi, le frecciatine e i sarcasmi pungenti. Ho pure i doppioni se qualcuno vuole scambiarli con qualche suo sorriso. E poi quel momento così unico. Mi sono sentita di troppo, come se lui e la musica occupassero già la stanza e non avessero bisogno di spettatori indesiderati.

La porta del bagno si apre di colpo e mi spavento a morte, totalmente immersa nelle mie correnti di pensieri. È Amanda, che con espressione incuriosita si avvicina a me e si dà una controllata allo specchio.