Rolling in the deep

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Ogni sera rientrando a casa controllo la posta. È un gesto meccanico, ormai. Spero sempre che ci sia una lettera, una cartolina, un biglietto da parte di Riven. E invece ci sono sempre e solo scartoffie della banca o inviti alle feste organizzate nei palazzi reali dove vivono le mie amiche. Non viviamo più insieme, ma io sento che i nostri cuori siano sempre collegati tra loro. Flora ed Helia si sposeranno tra un anno ed abitano nel sobborgo di Magix più vicino a Fonterossa. Tecna e Timmy hanno aperto un negozio di gadget tecnologici e vivono nell'appartamento sopra il locale. Stella, Brandon e i bellissimi gemellini Alexander e Angelina vivono nel palazzo reale di Solaria. Nabu e Aisha vivono in quello di Andros e tra poche settimane lei darà alla luce la principessa ereditaria. Bloom e Sky vivono nel palazzo reale di Domino con Charles, una vera e propria piccola peste. Io sono rimasta nell'appartamento in cui vivevamo tutte insieme una volta, anche se è enorme. Ho pensato che così sia più facile per Riven sapere il mio indirizzo. Spero che si vergogni di quello che ha fatto, ma sarei disposta a perdonarlo.  Poi tutti questi letti mi permettono di tenere i miei nipoti e di organizzare meravigliosi pigiama party con le mie amiche come quando eravamo delle ragazzine.
Questa sera mi sento a pezzi. Ho lavorato dalle otto alle sedici, insegnando a cinque classi diverse. Dopodichè sono andata a fare del volontariato in un orfanotrofio. Mi fa star bene. Quei bambini sono stati abbandonati da coloro che amavano (anche se inconsciamente) di più. Lì dentro abbiamo tutti bisogno di amore.
Infine sono passata in libreria dove dovevo ritirare dei libri e incontrarmi con Tecna. Lei è la mia migliore amica, quella che mi capisce sempre, ma, nonostante tutto, ho paura a confessarle che provo ancora qualcosa per Riven e che sarei pronta a perdonarlo. Perché lui è il mio grande amore, ne sono sicura.
Apro infine la cassetta della posta. Noto subito una busta diversa dalle altre, più piccola, colorata. È una busta rosa pastello, senza francobollo. Sopra non ci sono nomi, non è stato scritto niente. Vinta dalla curiosità, la apro sul pianerottolo senza curarmi del fatto che potrei disturbare i vicini.
Dentro c'è un foglio scritto a macchina da scrivere. È il testo di una poesia o di una canzone? Comunque sia, è scritta in inglese.
"There's a fire starting in my heart
Reaching a fever pitch and it's bringing me out the dark
Finally, I can see you crystal clear
Go ahead and sell me out and I'll lay your ship bare
See how I'll leave with every piece of you
Don't underestimate the things that I will do
There's a fire starting in my heart
Reaching a fever pitch and it's bring me out the dark"
Capisco subito che ha ritmo. Mi siedo al pianoforte e le parole vengono fuori da sole.
"The scars of your love remind me of us
They keep me thinking that we almost had it all
The scars of your love, they leave me breathless
I can't help feeling
We could have had it all
(You're gonna wish you never had met me)
Rolling in the deep
(Tears are gonna fall, rolling in the deep)
You had my heart inside of your hands
(You're gonna wish you never had met me)
And you played it to the beat
(Tears are gonna fall, rolling in the deep)
Baby, I have no story to be told
But I've heard one on you and I'm gonna make your head burn
Think of me in the depths of your despair
Make a home down there as mine sure won't be shared
The scars of your love remind me of us
(Tears are gonna fall, rolling in the deep)
They keep me thinking that we almost had it all
(You're gonna wish you never had met me)
The scars of your love, they leave me breathless
(Tears are gonna fall, rolling in the deep)
I can't help feeling
We could have had it all
(You're gonna wish you never had met me)
Rolling in the deep
(Tears are gonna fall, rolling in the deep)
You had my heart inside of your hands
(You're gonna wish you never had met me)
And you played it to the beat
(Tears are gonna fall, rolling in the deep)
Could have had it all
Rolling in the deep
You had my heart inside of your hands
But you played it with a beating
Throw your soul through every open door
Count your blessings to find what you look for
Turn my sorrow into treasured gold
You'll pay me back in kind and reap just what you've sown
We could have had it all
(Tears are gonna fall, rolling in the deep)
We could have had it all
(You're gonna wish you never had met me)
It all, it all, it all
(Tears are gonna fall, rolling in the deep)
We could have had it all
(You're gonna wish you never had met me)
Rolling in the deep
(Tears are gonna fall, rolling in the deep)
You had my heart inside of your hands
(You're gonna wish you never had met me)
And you played it to the beat
(Tears are gonna fall, rolling in the deep)
We could have had it all
(You're gonna wish you never had met me)
Rolling in the deep
(Tears are gonna fall, rolling in the deep)
You had my heart inside of your hands
(You're gonna wish you never had met me)
But you played it
You played it
You played it
You played it to the beat"

Terminato di scrivere il testo è arrangiamento, la canto. Non ho mai esplorato con la musica questa parte dell'abbandono, la rabbia. Ormai l'ho messa da parte da tempo perché so che Riven è fatto così.
Le lacrime cadono copiose sul mio viso.
Per la prima volta in due anni mi salta in mente una domanda fondamentale: e se non fosse normale?
Io non devo perdonargli ogni cosa, giustificarlo sempre dando la colpa al suo comportamento infantile.
All'improvviso realizzo. Forse aveva ragione lo psicologo. Non era il nostro amore ad essere infantile, ma il modo in cui io mi ostino a difenderlo. Come io sarei pronta ad accoglierlo a braccia aperte.
Mi sento svuotata.
Decido che sa questo momento, non vivrò mai più la mia vita ancorata a lui. Devo imparare ad amarmi. A fare affidamento solo su di me. Che sono forte. Che posso superare qualsiasi cosa.
Hanno ragione le mie amiche: Riven è uno stronzo. Punto. Ed è infantile. Scappa quando le cose diventano troppo complicate. Non è colpa mia il fatto che se ne sia andato. È colpa sua. Senza se e senza ma. Ed io non dovevo sprecare due anni della mia vita ad aspettarlo come una deficiente.
Mi sento come una fenice che rinasce dalle sue ceneri. Mi sento libera. Arrabbiata. Con lui. Con me stessa per essermi sempre sottovalutata e per essermi presa le responsabilità altrui. Ma più con lui.
Le mie amiche me lo hanno ripetuto all'infinito. Io non ho mai voluto ascoltarle.
È servita una canzone nella buca delle lettere.
Fa male. Ma passerà. Dopo la notte arriva sempre un nuovo giorno. E domani arriverà anche una nuova Musa, che finalmente crede in se stessa.

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