"Respiri piano per non far rumore
Ti addormenti di sera e ti risvegli col sole
Sei chiara come un'alba
Sei fresca come l'aria"
Per il compleanno di Flora, Helia ha voluto scrivere per lei questa canzone e l'ha voluta cantare davanti a tutti alla sua festa. L'ho aiutato con l'arrangiamento, ma la dolcissima poesia è opera sua. Mi capita, talvolta, di riguardare il video di quella sera e tutte le volte mi commuovo. È bellissimo vedere un amore così puro, sincero. Flora ed Helia ci sono sonore l'una per l'altro, si sostengono nelle difficoltà, si completano. Non era necessaria la canzone per capirlo, ma la adoro, anche se Helia ogni tanto stona nel video.
"Diventi rossa se qualcuno ti guarda
E..."
-Sei fantastica quando sei assorta...
Questa volta non è la voce di Helia a completare la canzone. Mi volto e sento sudore freddo sulle tempie: è Riven. Cosa ci fa nella biblioteca di Alfea?
-Disturbo?
-Cosa ci fai qui?
-Faragonda vuole parlarmi.
-Non vedo perché tu debba stare in biblioteca.
Si siede di fronte a me. Io faccio per alzarmi, ma mi stringe il polso.
-Musa, ricominciamo...
-Come? Come credi che sia possibile ricominciare dopo quello che hai fatto?
Siccome la sala è deserta, mi permetto di alzare la voce.
-Musa, posso spiegare
Incrocio le braccia sul petto.
-Ti ascolto
-So di averti fatto tanto male
-Ed è proprio per questo che...
-Lasciami parlare
-Non voglio più soffrire
-Pensi che io non abbia sofferto?
-Sei stato tu ad andartene
-Andarmene era l'ultima delle mie intenzioni
-Allora perché lo hai fatto?
-Vorrei spiegartelo, ma non posso...
Vorrei ribattere con qualcosa di duro, del tipo:"Non puoi o non vuoi?", ma lui inclina la voce in quel "non posso".
Io per prima non posso restare indifferente. Comunque sia, abbiamo percorso molta strada insieme. Non posso restare indifferente.
-Perché non puoi?
Lo guardo negli occhi umidi. Umidi? È la seconda volta in pochi giorni e lui è il duro che non fa mai trasparire i sentimenti.
Lancia un'occhiata fugace intorno, per assicurarsi che non ci sia nessuno.
-È complicato
-In che senso?
-Tutto vacillerebbe.
"Vacillerebbe". Riven è la copia sbiadita di sè stesso. Quando ha imparato la parola "vacillerebbe"? Lui che non è (o forse non era) capace di finire una frase senza una parolaccia?
-Che cosa ti è successo?
Cadono tutte le difese da parte mia. Qualsiasi cosa sia successa, è grave. Riven è un fantasma. Lo guardo negli occhi. Lo sguardo vacuo si dirige di continuo verso l'uscita, come se controllasse. Come se avesse paura di qualcuno che potrebbe entrare.
-Di cosa hai paura?
-Io non ho paura di niente, Muse- torna il tono duro di un volta
-Puoi dirmelo...dopo tutto quello che abbiamo passato, non si può cancellare il nostro legame. Semplicemente, ha cambiato forma. Adesso siamo amici.
-Di questo avevo paura. Che diventassimo solo amici.
-Solo di questo? Perché continui a guardare la porta?
-Mi hai perdonata?
L'ho perdonato? Non saprei rispondere con lucidità
-Devo riflettere. È difficile dare una risposta se non so perché te ne sei andato
-Questa storia è un enorme casino
-E io ne conosco solo un pezzo minuscolo!
-Sono venuto qui perché sapevo che ti avrei trovato qui
-L'incontrò con Faragonda era una semplice scusa?
-Avevo voglia di vederti tutto qui...
-Come amici- si corregge dopo una mia rapida occhiata
Come posso essere sua amica se mi tiene all'oscuro di tutto? Nell'esprimere i miei pensieri sul nostro rapporto ho usato una parola troppo audace: "amici"
-Ogni tanto penso che solo tu riesca a capirmi-continua -Anche se resti in silenzio o fai l'indifferente
Taciamo. Rimaniamo per qualche minuto così: io a giocherellare con l'anello di mia madre e lui a contemplare i libri sugli scaffali. Non so per quanto tempo potremmo continuare così, due perfetti conosciuti che improvvisamente non si conoscono più, perché il mio telefono squilla. È Faragonda.
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Fenice - Rivusa ff
FanfictionMusa è convinta che per lei la vita sia finita, che non ci sia un futuro. Ma se qualcosa o qualcuno riuscisse a farle cambiare idea?