6: Lui ed io.

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~Stare bene come si fa, come lo fai?~
***

Andreas Brown.
"Sei in ritardo, qui non accettiamo ritardi"
Quel famoso Andreas.
"Si, mi scusi, non riaccadrà"
È qui.
"Notiamo e ci segniamo tutto qui, quindi purtroppo dovrò farlo anche in questa situazione"
Davanti a me.
"Ha perfettamente ragione, potrei entrare o preferisce che esca?"
In piedi.
"Visto che è il primo giorno le faccio un eccezione, ma che non ricapiti mai più"
In carne ed ossa.
"Va bene, la ringrazio"
Dopo anni.

Si gira, mi guarda, mi sorride, fa un cenno con la testa e si va a sedere al suo posto, per fortuna da tutt'altra parte rispetto al mio, lontano. Ha fatto tutto ciò normalmente, come se fossimo due amici che si sono visti ieri. Io non riesco nemmeno a deglutire. Credo di essere rimasta immobile a fissarlo per minuti.
"Alexander..." Harry è il primo che ha avuto il coraggio di parlarmi, ma niente.
"Alexander..." continua Jennifer per fortuna così mi sveglio dal mio stato di trance.
"Tutto okay?" Chiede Brianna.
"No" per la prima volta dopo anni ammetto di non stare bene.
Chiariamoci, io sto sempre bene, ma se qualche volta, raramente, mi capita di stare male, non lo dico mai a nessuno, preferisco tenermelo per me. Sono stata male per mio padre, per Andreas, per le motocross, per Christian, e quindi so quanto sia brutto soffrire, per questo non voglio dirlo nemmeno ai miei migliori amici. Ma questa cosa mi ha lasciato molto turbata.
"

Stavamo provando a dirtelo, davvero, ma non ci siamo riusciti in tempo purtroppo..." Continua Alex.
"Neanche io avrei saputo come fare" rispondo.
"Se vuoi uscire glielo chiediamo noi, non ci sono problemi, lo sai" annuncia Anna.
"Ma nono assolutamente, gli ho dato il potere di distruggermi una volta, non glielo darò mai una seconda" rispondo.
"Ecco, brava. Questa è la ragazza che conosco" Dice Harry sorridendo.
"Ora seguiamo magari la prima lezione sennò saremo persi già dal primo giorno e non va bene" dico per cambiare discorso. Non voglio lo sguardo di nessuno addosso, non voglio sentire niente per ora.
Che anno di inferno che sarà.

***

"Bene ragazzi, è suonata la ricreazione, visto che siamo all'università ed è una scuola abbastanza impegnativa, lasciamo ai nostri alunni più tempo di relax, infatti dura ben venticinque minuti. Avete sia le mense che le macchinette qui dentro la scuola sia i bar fuori, buon appetito" spiega il professore mentre conserva le cose prima di uscire.
"Oddio ma è tantisismo tempo, il doppio di quella che facevamo prima nella nostra vecchia scuola" dice Alex.
"Si, assolutamente meglio così, ma mi mancheranno le scivolate ed inciampamenti di tutti per la fretta, le corse per non fare in ritardo anche se 'puntualmente' facevamo in ritardo" dico io.
"È vero, anche a me" conferma Harry.
"Andiamo quindi?" Chiede Jennifer e tutti annuiamo.
Prima di varcare la soglia della porta sento quella voce nominarmi, mi giro e lo guardo, stando in silenzio.
"Possiamo parlare un attimo soli, per favore?" Chiede.
"No" rispondo decisa.
Stavano già per rispondere i miei migliori amici, ma dopo l'ultima volta con Christian hanno finalmente capito che non dovevano. Capisco che lo fanno perché si preoccupano, ma loro sanno perfettamente che so difendermi da sola e non ho bisogno di nessuno.
"Capisco la tua risposta e me l'aspettavo assolutamente, però ne avrei davvero bisogno. Non si tratta solo di ora, ma anche di prima e di dopo" continua.
"La risposta, indovina un po', è sempre quella: no" rispondo.
"Parlare non rovinerà la tua reputazione che ti sei creata da ragazza testarda ed orgogliosa. So benissimo la situazione che c'è fra noi, ma per un attimo non ci sono conseguenze. Ed anche se ci fossero, non sei una ragazza a cui importano" spiega ed ha ragione, purtroppo.
"Andate voi, tranquilli, vi raggiungo subito" dico ad i ragazzi ed annuiscono con aria arrabbiata dai ragazzi e triste dalle ragazze.
Ma allora sei scema.
Non scappo dai problemi.
Non li devi neanche assecondare però.
"Ti dispiace se chiudo la porta? Ci stiamo anche a metri di distanza se vuoi, ma voglio parlare bene perché so che non succederà spesso e non voglio ulteriori disturbi" chiede ed annuisco, allontanandomi.
"Bene, allora... Mi fa strano parlarti dopo anni e soprattutto in queste situazioni, ma non potevo più aspettare, ho già aspettato fin troppo tempo. Dopo quello che è successo fra noi sono partito per cercare di dimenticare tutto, ma non ci sono riuscito, né a dimenticare come mi sono comportato ne a dimenticare te, soprattutto. Sei una ragazza che rimane dentr-" Inizia a spiegare ma lo interrompo.

"Andreas, se stai facendo tutto questo con l'intenzione di farmi il solito romanzo d'amore di due fidanzatini che si lasciano e si riprendono come la solita storia wattpad, o delle scuse a cui sai che non trovo un senso ad esse, o per continuare ad infastidirmi perché non ne hai mai troppo, fermati. Davvero, fermati. Non servirà assolutamente a niente. Non ti odierò ne di più ne di meno, perché mi sei totalmente indifferente." Spiego.
"No, Alexander, sto facendo tutto questo per mettere le cose in chiaro fra me e te. Passeremo anni insieme nella stessa classe, quasi tutti i giorni per tutta la mattina, non ti sembra brutto che per tutto questo tempo ci sia imbarazzo o altro fra noi, anziché essere dei normali alunni? Oppure chiedimi chiaramente 'Andreas io non ti voglio in questa classe' ed io la cambio per te, voglio solo fare qualcosa di bello e giusto dopo tutti gli sbagli commessi" risponde.
"Puoi stare dovunque tu voglia perchè non mi cambia niente, ripeto, mi sei indifferente. Ma ad una condizione: non nascondere chi sei veramente, perché come è venuto a galla con me quando ero una piccola adolescente sciocca, verrà a galla ancora più presto qui dentro" spiego guardandolo fisso negli occhi ed avvicinandomi a lui.
"So che non mi crederai mai, ma io sto cercando di fartelo capire quindi ci provo: sono cambiato, davvero. Non sono più il ragazzo di una volta. Ho capito i miei sbagli e ci ho ragionato su, cercando di rimediare. Spero tu un giorno possa guardami con occhi nuovi, intanto io ogni giorno proverò a farmi perdonare da te" spiega e rido.
"Brown, non hai capito proprio niente allora, stupido eri e stupido sei rimasto, non sei cambiato assolutamente, a differenza di quello che dici. Non sono più l'Alexander di una volta, quella era l'Alexander che avevano creato gli altri a piacimento loro, non ero io. Ora ho scoperto ed imparato ad essere me stessa, mi sono costruita e modificata da sola partendo da zero e, cavolo, non puoi capire quanto io mi ami adesso. Se Josh prima era un piccolo angelo in tutto il paradiso, ora è l'intero inferno" dico questo fissandolo negli occhi e me ne vado.
Panino con il salame, arriviamo.

Che abbi inizio questo bellissimo anno scolastico.
***

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