12: Alba e parlare.

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~Abbiamo fatto le sette, sotto le stelle~
***

"Che cavolo vuoi, Dean" più che una domanda sembrava una minaccia misto ad un insulto.
A me sembrava più un "ti vorrei portare a letto" misto ad un "va bene anche qui, facciamolo".
Ah-ah-ah spiritosa.
"Parlare".
Ah-ah-ah spiritoso.
"E tu dopo mesi che non ci parliamo dopo che hai fatto quello che hai fatt-" inizio ad agitarmi ma mi zittisce.
"Si, prima che inizi con la solita ramanzina, si lo sto facendo"
"Non cambi mai, davvero. Rimani sempre lo stesso, purtroppo" fra poco teoricamente dovrebbe spuntare l'alba.
"Io direi per fortuna, ma non è questo il punto. Potrei avvicinarmi, per favore?"
"Se ti dico di no tanto lo fai lo stesso, quindi" ma è uno spettacolo troppo bello per poterlo ammirare con lui.
"No, accetterei la tua decisione, ora. Magari prima di tutto ciò non l'avrei fatto, ma so come sei e so cosa fare"

"Tu non sai un bel niente, Dean, e non provare a dire una cosa del gener-"
"ALEXANDER" Christian corre subito da me prima che cadessi in acqua. Mi afferra la mano e mi tira verso lui, sbattendo così il mio viso sul suo petto, e con l'altra mano mi tocca la schiena. Mentre parlavo mi sono alzata di botto ed ho perso l'equilibrio. Per fortuna che c'era lu- No, Josh, riprenditi immediatamente. Appena finisce la confusione nella mia testa per la velocità dei fatti appena accaduti, apro gli occhi e mi riprendo. So perfettamente che se alzassi lo sguardo i suoi occhi e le sue labbra sarebbero troppo vicini ai miei, quindi mi stacco e mi allontano.
"Non c'era bisogno di addirittura cadere in acqua per farmi avvicinare, potevi benissimo dirlo" sa che per ora sono nervosa ed agitata e quindi cerca di calmarmi e sdrammatizzare.
"Avrei preferito cadere in acqua che toccarti"
"Con questo freddo? Nha, non credo proprio"

"Ed invece si"
"Ed invece no, ma ripeto non è questo il punto. Poi iniziamo a litigare e non mi va"
"Litigheremo lo stesso, o ora o dopo"
"Non per forza"
"Si, per forza"
"Perché?"
"Perché io e te siamo fatti così"
"Come siamo fatti? Per me saremmo perfetti, eppure tu devi sempre trovarci un difetto"
"Siamo delle teste di cazzo, Dean, e lo sai. Siamo uno più orgoglioso dell'altro. Siamo fuoco e benzina, non possiamo stare vicini senza esplodere. Abbiamo lo stesso carattere ed è questo che ci fotte sempre. Abbiamo sempre quell'istinto e quella voglia di strafare e puntualmente esageriamo e puntualmente sbagliamo e puntualmente ce ne pentiamo, ma poi è troppo tardi per rimediare"

"Non è mai troppo tardi"
"Ora come ora, per me e te si"
"Per me e te quindi..."
"E chi sennò? Non so cosa o come fate tu e la tua fidanzatina, e non mi interessa. Che cavolo Dean, ma davvero ora mi stai parlando di lei?" Divento rossa dalla rabbia e mi agito ancora di più, mentre lui come sempre è normale.
"Ma in verità l'hai nominata tu, non io. E comunque, visto che TU hai preso il discorso, io e lei non litighiamo mai" ma perché oggi stiamo tutti ricalcando i pronomi.

"Buon per voi, no?"
"No"
"E perché? Quando litigavi con me ti lamentavi sempre. 'Eh litighiamo sempre, eh un litigio dura ore, eh gli altri non fanno così'"
"Perché così è noioso. Qualsiasi cosa le dico le va bene, qualsiasi cosa le faccio non si lamenta. E poi io dicevo quelle cose perché non mi piaceva litigare con te"
"Magari con Molly si"
"Sinceramente non mi interessa, se dovessi mai litigare saprei già che dopo cinque minuti sarebbe di nuovo da me a scusarsi anche se la colpa non è sua. Lei è la calma più assoluta, io invece ho bisogno di fuoco, ho bisogno di esplodere, ho bisogno di caos nella mia vita, e quello me lo portavi tu, ma ora..."
"Sai, ho un orgoglio da mantenere"
"Un orgoglio di merda, direi"
"Un orgoglio che se l'avessi mantenuto fin dal principio non sarebbe successo niente"
"Un orgoglio che se non l'avessi messo mai ci saremmo goduti la nostra relazione di più"

"Ah ora la colpa è mia? Non più tua dopo quello che hai fatto? Quindi nei nostri mesi non ci siamo goduti la nostra relazione, quindi tu non hai mai messo l'orgoglio davanti"
"Non ho detto ciò" si irrigidisce. Ho capito il metodo per farlo scoppiare, devo solo continuare così.
Che intenzioni hai, Alex?
"L'hai fatto capire però"
"No, come sempre vai a conclusioni affrettate tu perché devi sempre avere ragione tu e non fai mai spiegare agli altri"
"Christian, ma cosa cavolo c'è da spiegare. Eravamo nel NOSTRO posto insieme, felici, dopo i mesi che abbiamo passato per conquistarci a vicenda e dopo aver sbagliato tutte e due, finalmente eravamo insieme ed andava tutto bene. E TU hai improvvisamente deciso di tradirmi! Ora dimmi cosa c'è da spiegare!"

"Io. Non. Ho. Fatto. Niente. Diamine!" Ops, è scoppiato, missione compiuta.
Sei una peste, Alex.
"Vedi? Come avevo già detto, stiamo litigando. E come ti sto dimostrando, ho sempre ragione."
"Non conta sempre la ragione, Josh, conta anche il saper ascoltare gli altri, e tu non ci riesci" prendo un respiro profondo mentre chiudo gli occhi e poi li riapro.
"Va bene, Christian, ti sto ascoltando, parla. Non so nemmeno il perché io lo stia facendo ma ok, parla."
"Io non so come Molly abbia quella foto, non so se è una foto vecchia. Potevo benissimo mentirti dicendo 'si ma è una foto di quando ancora stavamo insieme' eppure non l'ho fatto perché non lo so e voglio solo dirti la verità. Se è una foto nuova, io non so lei come abbia fatto, se è un fotomontaggio o bho. Ma so di certo che mai e poi mai ti avrei tradito perché ti amo più di qualsiasi altra cosa"

"Ed io non pi-"
"Non osare dire quello che so che stavi per dire, perché ho sentito il discorso che hai fatto prima ad Harry"
Volevi fottere e sei rimasta fottuta, tiè, ti sta bene.
Mai una volta che il mondo sia dalla mia parte, cavolo.
È dalla tua parte ora che vi ha fatto rincontrare.
Io direi contro.
Non so che rispondergli quindi rimango zitta e aspetto che lui faccia qualcosa, noto infatti che si sta avvicinando. Nonono, qualsiasi cosa ma non questa. Io inizio lentamente ad indietreggiare ma lui mi afferra subito la mano stretta e si avvicina a me lentamente, ma non troppo, sa che mi potrebbe dare fastidio...
Fastidio...
"Alexander, per favore, pensaci" cerca il contatto visivo ma non glielo concedo, guardo le barche.
"Non ho niente a cui pensare" abbasso lo sguardo sull'acqua.

"Perché non mi guardi negli occhi?"
"Non mi va..."
"Alexander, guardami negli occhi"
Io non so cosa mi sia preso sinceramente, so solo che ho alzato lo sguardo e l'ho fatto. L'ho guardato negli occhi. Non so il perché l'abbia fatto ma mi è venuto istintivo, ed ora non riesco più a distogliere lo sguardo. Mi sorride lievemente, mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio per poi accarezzarmi delicatamente la guancia. Sono paralizzata e non riesco a fermarlo.
O magari non vuoi.
"Tutto questo orgoglio che ti mangia viva, non ti porterà mai da nessuna parte. Ed io lo so perfettamente che non sono il candidato adatto per parlarti di ciò, ma i mesi passati senza di te mi sono bastati per capire. L'orgoglio ti leva solo la possibilità di essere felice" blocca la mano mentre parla, ed io gliela levo.
"L'orgoglio mi protegge dal male che tu mi hai fatto" detto ciò, me ne vado. Mentre cammino guardo l'orario, quasi le sette del mattino.

Me ne sto già pentendo.
***

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