Capitolo 12

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L'estate è finita, che tristezza.
È assolutamente la mia stagione preferita.
Il fresco d'ottobre si fa sentire.

Circa una settimana fa, la famiglia del condominio accanto ha messo in vendita l'appartamento in cui abitavano e Jo sta risparmiando per comprarlo. Un appartamentino identico al mio che dispone di cucina, un salottino grazioso, toilette con doccia e camera da letto.

La sua presenza in casa era diventata un'abitudine. Il pensiero che, probabilmente, si trasferisce mi rattrista.

Caccio via il pensiero e mi dedico al manoscritto che ho fra le mani. L'autrice ha una calligrafia meravigliosa e la storia che racconta è molto ambigua. Parla di un ragazzo di nome Benjamin che, svegliandosi di notte per caso, intravede dalla finestra un cervo e così decide di seguirlo.

Insomma. Chi mai dal nulla seguirebbe un cervo?

Storia ambigua ma affascinante. Mi incanta.

Bussano alla porta.

<<Avanti.>> dico.

È Will. Da quando sono tornata da LA sta sempre chiuso nel suo ufficio a gustarsi la nuova scrivania. Mi meraviglia vederlo qui, nel mio ufficio, lontano dalla sua scrivania.

<<Ciao Samantha.>>

Ricambio il saluto.

<<Ti va di trascorrere la pausa pranzo insieme?>> è paonazzo in viso.

È già l'ora di pranzo? Acconsento e raccolgo tutte le mie cianfrusaglie.

<<Dove gradisci pranzare?>> chiedo.

Per oggi abbandonerò il GoldenRoses's. Will sceglie un locale non molto distante dal lavoro. Da fuori non sembra granché ma dentro è molto molto carino. Pareti colorate così come tavoli e sedie. Che meraviglia.

Prendo il solito mentre Will opta per orecchiette con cime di rama, un piatto tipico mediterraneo. Mentre pranziamo discorriamo del più e del meno, lui mi parla dei suoi manoscritti ed io gli parlo dei miei.

Il cibo è assolutamente delizioso. Insiste per pagare lui e lo lascio fare, lo ringrazio e ritorniamo a lavoro.

Per strada sento una goccia d'acqua cadere sulla mia fronte, un'altra, un'altra e un'altra ancora.

<<Piove.>> dice Will.

La pioggia aumenta e tutto ad un tratto il diluvio universale. Ci fermiamo sotto una tettoia.

<<Abbiamo 10 minuti per tornare in ufficio. Dobbiamo correre Sam.>> non mi aveva mai chiamata Sam.

Si toglie la giacca e insiste per mettermela
In testa così da ripararmi un po'.

<<Pronto? Uno, due e tre.>> Iniziamo a correre come pazzi. I tacchi non mi aiutano molto, allora li tolgo.

Adoro la sensazione della pioggia fresca sotto i piedi.

Una volta arrivati alla home dell'edifico troviamo Josy.

<<Oh santo cielo! Ma cosa è successo? Scommetto state morendo di freddo.>>

Non abbiamo il tempo di spiegarle che ci porge due tisane calde e due asciugamani. Mancano ancora 5 minuti alla fine della pausa pranzo, mi accomodo su una delle poltroncine presenti nella home e mi asciugo le gambe sorseggiando la tisana calda. Will fa lo stesso.

<<Grazie Jo, una tisana bella calda è proprio quello di cui avevo bisogno.>> dico.

Guardo l'orologio. I 5 minuti alla fine della pausa pranzo sono oltrepassati.

Will mi guarda.

<<Credo sia ora di ritornare in ufficio.>> dice.

Salutiamo Jo e ci dirigiamo in ascensore. Quarto piano.

Will non pronuncia una parola allora lo guardo per accertarmi stia bene. Mi guarda, lo guardo, ci guardiamo.

All'improvviso si avvicina e preme le sue labbra contro le mie.

Ma che diamine gli è venuto in mente?

Sento le mie guance andare letteralmente in fiamme.

Le sue labbra sono umide e calde; la sua lingua cerca di insinuarsi nella mia bocca. Inizialmente ricambio il bacio ma subito dopo mi stacco.

Lo guardo. È paonazzo in viso, e le labbra rosso ciliegia sono molto evidenti.
Credo sia lo stesso per me.

Non so cosa pensare.

Usciamo dall'ascensore senza dire alcuna parola. Si dirige nel suo ufficio e chiude la porta alle sue spalle.

È successo tutto così in fretta.

Non posso dire non mi sia piaciuto ma ho sempre visto Will come un collega, nulla di più.

Perché l'ha fatto? Cosa pensava di ottenere?

Non capisco.

Finito il mio turno faccio di ritorno a casa, saluto Jo alla home. È il suo secondo giorno di straordinari e il suo lavoro si allunga di altre sue ore.

Finalmente posso rilassarmi sul divano di casa sorseggiando un bicchiere di vino bianco. Ultimamente non bevo altro.

Suonano il campanello. Non può essere Josy, sono arrivata a casa da poco e lei ha gli straordinari.

Apro la porta; è Will.

Oh santo cielo, ci risiamo. Che imbarazzo.

<<Ciao Sam; dopo essermi preso di coraggio sono venuto per chiederti scusa. Perdonami per il mio gesto impulsivo, è stato un capriccio. Spero che questo non cambi l'amicizia che c'è tra noi e ritorneremo ad essere i colleghi di prima.>>

<<Non ti preoccupare Will.>>

Mi saluta e va via. Sono contenta sia venuto a chiarire la situazione; se non l'avesse fatto probabilmente avrei avuto un macigno in testa.

Dopo aver finito la cena chiedo a Jo se può pulire al posto mio, acconsente.

Mi preparo per la notte e vado a dormire.
Sogno la pioggia sotto i piedi, delle labbra umide sulle mie, le farfalle allo stomaco.

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