Capitolo 18

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Aaron mi mostra la camera degli ospiti.

La stanza ha le pareti dipinte di beige chiaro, una moquette grigio, sempre chiaro, e i mobili in tinta a quei colori. Il letto matrimoniale piazzato al centro della stanza ha un piumino grigio e un'infinità di cuscini sopra.

Mi piace questa camera.

<<È stupenda e molto accogliente.>> dico.

Lascio le mie poche cose su
una poltroncina vicino la finestra.

<<Ti ringrazio per avermi ospitata in casa tua. Beh, allora buonanotte.>> dico guardandolo.

<<Tu... hai intenzione di dormire con quel vestito addosso? Non mi sembra molto comodo.>> dice lui puntandomi un dito contro.

<<Oh no no, va benissimo così.>
mi liscio il vestito con le mani.

<<Se per te non è un imbarazzo posso prestarti qualcosa di mio.>>

Arrossisco.

<<Tu hai già fatto tanto per me, non voglio recarti altro disturbo.>> abbasso lo sguardo.

<<Disturbo? Ma scherzi? Tu non disturbi. Vado a prenderti qualcosa.>>

In un battibaleno svanisce dalla stanza.

<<Ecco qui. Non ho trovato altro di meglio, spero vadano bene.>> dice alcuni minuti dopo.

Mi porge i suoi vestiti.

Una t-shirt nera basica e una tuta sportiva dello stesso colore della t-shirt.

<<Io, ti ringrazio. Dove si trova la toilette?>> dico imbarazzata.

<<L'ultima porta a sinistra,
in fondo al corridoio.>> dice.

<<Grazie.>> lo ringrazio sincera.

Mi dirigo in bagno, la tuta mi calza enorme. Stringo il laccetto che ha in vita fino a farmela aderire bene, in modo che non caschi.
Annuso la t-shirt prima di indossarla,
odora di menta e lavanda.

Mi sciacquo la bocca con il collutorio che, fortunatamente, tengo sempre in borsa;
non avendo uno spazzolino.

Quanto sono diventata così sbadata?

Esco dalla toilette e mi dirigo nella camera riservata a me.

Sento una voce provenire dalla soglia, mi giro e vedo Aaron appoggiato allo stipite, a petto nudo con lo spazzolino in bocca.

Rimango incantata.

I muscoli dei bicipiti, i pettorali e gli addominali sono ben scolpiti. La sua pelle dorata mette in risalto le sue spalle possenti e anche le sue braccia dove fuoriescono le vene. Scorgo un piccolo tatuaggio sul fianco destro, non capisco bene di cosa si tratta.

<<Io vado a dormire, per qualsiasi cosa non esitare a bussarmi.>> dice distogliendo la mia attenzione da lui.

Mi volto imbarazzata verso la finestra.
Le mie guance prendono vita.

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