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Mi sveglio alle dieci e dopo essermi fatta una doccia veloce indosso una camicetta color pesca che mi aveva regalato una mia amica con una gonna nera.

"Vado a fare la spesa. Vi serve qualcosa?" Chiedo loro scendendo le scale.

"Liz. Mi puoi prendere gli assorbenti interni? Stanno finendo." Dice Mia mentre beve una tisana.

"Va bene. Dovresti prendere qualcosa." Le dico preoccupata.

"Dopo prendo la medicina." Dice sorridendo.

"Jen dov'è andata?" Le chiedo mentre mi faccio il caffè.

"Deve fare un rilievo o qualcosa del genere." Dice confusa.

"Era il suo giorno libero. Dovevamo andare a fare un picnic." Dico triste.

"Lo faremo un altro giorno." Dice sorridendo.

"Va bene. Ti serve altro?" Le chiedo sorridendo.

"Solo gli assorbenti." Dice ridendo.

Quando finisco di mangiare esco fuori e vado al supermercato.

Giro per tutto il parcheggio senza trovare posto.

Decido di parcheggiare un po' lontano e finalmente trovo posto vicino ad un'università.

Finisco di fare la spesa e ritorno dove avevo lasciato la macchina, metto le buste nel cofano ed entro per poi avviare il motore.

Mentre esco dal parcheggio, per poco investivo un uomo.

"M-Mi dispiace. Le è successo qualcosa?" Gli chiedo scendendo dalla macchina preoccupata.

A giudicare dall'aspetto deve avere qualche anno più di me, giusto due o tre.

"Mi ha solo fatto prendere uno spavento." Dice sorridendo.

Pantaloni neri e camicia nera mettono in evidenza la sua altezza ed il fisico atletico, mentre la cravatta azzurra mette in risalto il colore dei suoi occhi da dietro le lenti degli occhiali.

"Le posso offrire un caffè? Vorrei scusarmi per l'inconveniente se non ha niente da fare." Dico sorridendo.

Potrebbe essere un'altra vittima da collezionare, peccato che non posso vedere il suo volto per intero.

"Devo prendere una cosa dal mio ufficio in università. Se vuole può venire con me." Dice sorridendo.

"Certo. Mi faccia parcheggiare la macchina." Dico aprendo la portiera.

Quando finisco di parcheggiare la macchina apro la portiera e faccio cadere le chiavi di casa per terra.

Scendo dalla macchina e vedo che mi sta guardando.

"Le sono cadute le chiavi." Dice preoccupato avvicinandosi un po'.

"Oh. Grazie." Dico accovacciandomi facendo in modo che la gonna risalga un poco sulle cosce.

Prendo le chiavi e le metto nel cruscotto per poi chiudere la macchina ed avviarmi insieme a lui che nel frattempo era arrossito.

"È un professore in questa università?" Gli chiedo curiosa quando entriamo in ascensore.

"Sì. Lei che lavoro fa?" Mi chiede cliccando sul bottone del decimo piano.

"Sono un chirurgo." Dico sorridendo.

"Oh. Piacere di conoscerla allora." Dice porgendomi la mano.

"Il piacere e mio." Dico ricambiando il saluto.

Irrefrenabile e senza limitiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora