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C'è la descrizione di di un caso clinico che potrebbe disturbare persone facilmente impressionabili.
Detto ciò, buona lettura per coloro che hanno un po' di coraggio.

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La mattina mi sveglio presto e dopo essermi fatta una doccia vado nella cabina armadio per scegliere cosa indossare.

Apro il cassetto dell'intimo per poi prendendere un completo bianco e dopo averlo indossato prendo una gonna in velluto verde scuro e una camicia bianca leggermente trasparente con un paio di tacchi bianchi per poi indossare il tutto.

Scendo in cucina e trovo Mia che ha già preparato la colazione.

"Buongiorno." Dico sorridendo per poi prepararmi un cappuccino alla macchinetta del caffè.

"Oggi inizi il turno presto?" Mi chiede per poi bere un po' di caffè.

"Sì. Oggi la telecamera non te la porti?" Le chiedo non notando la custodia.

"Sì, ma quella micro." Dice facendomi vedere la giacca.

"Non cacciarti nei guai." Dico preoccupata.

"Farò da interprete e con me ci saranno due uomini sotto copertura." Dice sorridendo.

"Ho sempre detestato questa parte del tuo lavoro." Ammetto sedendomi accanto a lei. "Insomma... Lavori come interprete per dei mafiosi per poi spifferare i loro segreti. Dovresti almeno proteggerti in qualche modo." Dico accarezzandole la spalla.

"Metterò un giubbotto antiproiettile." Mi dice sorridendo.

"E se ti colpiscono alla carotide? Sai già che devi prem-"

"Devo premere con un dito fino a trovare la lacerazione e bloccare l'emorragia. Se non lo faccio entro 10 secondi sono spacciata. Lo so e stai tranquilla. Non mi succederà nulla." Dice sorridendo.

"Non posso venire con te? Un medico torna sempre utile." Dico giocherellando con la tazza.

"Tu hai il tuo lavoro ed io il mio. Non devi preoccuparti." Dice abbracciandomi.

Quando finiamo di mangiare ci avviamo alla porta.

"Ci vediamo domani mattina. Rimani viva." Dico abbracciandola.

"Va bene. E tu non uccidere persone in ospedale." Dice ridendo mentre ricambia l'abbraccio.

"Va bene." Le rispondo sorridendo.

Prendo la mia borsa ed esco fuori per più salire in macchina e mi dirigermi verso l'ospedale.

Per fortuna non c'è traffico in strada e riesco ad arrivare in anticipo.

Prendo le mie cose e scendo dall'auto per poi dirigermi verso il piano degli uffici.

"Dottoressa. Posso rubarle un secondo del suo tempo?" Mi chiede uno specializzando.

"Certamente. Cosa c'è?" Gli chiedo guardando a quale reparto è assegnato.

"Un paziente ha bisogno di un trapianto di fegato ed è in condizioni critiche. Abbiamo l'organo da trapiantare, ma i primari di chirurgia generale non sono reperibili al momento. Mi è sembrato giusto chiedere a lei visto che ho saputo che ha fatto dei trapianti di fegato in precedenza." Dice leggermente in imbarazzo.

"Va bene. Prepara il paziente." Dico velocizzando il passo.

"È pronto. Si trova nella sala 8." Dice sorridendo.

"Arrivo subito." Dico entrando nel mio ufficio dove lascio la mia borsa e mi cambio i vestiti.

Indosso la cuffietta e mi dirigo verso la sala operatoria dove inizio a lavarmi.

Irrefrenabile e senza limitiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora