-Capitolo 3-

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Erano le 16.30 del giorno seguente, un ora prima della mia lezione in sala e aspettavo Marco proprio davanti al bar dove dovevamo incontrarci, volevo il mio caffe oppure volevo lui?

L'attesa mi ha sempre infastidito e lui era il Re dei ritardatari.
Si fecero le 16.50, e Marco ancora non arrivava, delusa ma consapevole che sarebbe stato così decisi di prendere il caffè da sola e prepararmi alla mia seconda lezione.
Una volta al banco mi sentì osservata da lontano fino a quando una presenza dietro di me mi fece voltare. Vidi grandi occhi neri, era Franco Orlando, mio partner alle gare regionali di Caraibico, lo riconobbi e lo abbracciai;
grazie alla sua grande amicizia e alla nostra grande intesa sono riuscita a conquistare il secondo posto alle gare, una persona decisamente molto preparata e competente.
Parlando del più e del meno e di come si erano evolute le nostre vite passai l'ultimo quarto d'ora libero con Franco dimenticando il mio mancato appuntamento.
Poco dopo salutai Franco e mi diressi in sala da ballo, dove mi aspettavano i miei alievi, questi quasi tutti giovani, avevano più o meno la mia età, sia uomini che donne, erano già pronti e in attesa dei miei comandi.
Marco non c'era ancora, ero delusa.

-'Bene, oggi formeremo le coppie di ballo, ognuno avrà un partner'-

pronunciando questa frase cominciai a disporre i ragazzi in base alla loro altezza, un ragazzo e una ragazza, e da subito cominciarono le risatine ma dopotutto ci stavano, mi fecero ricordare il mio primo giorno di danza a Milano, quando ancora le mie conoscenze su questa disciplinare erano zero e pensavo quale ragazzo carino poteva capitare al mio fianco.

Rimaneva una ragazza da accoppiare, Alice, una bellissima rossa riccia che doveva avere come partner Marco, quel giorno ancora assente.
Ne approfittai della sua solitudine e utilizzai Alice come 'cavia' per far vedere ai ragazzi la posizione corretta da tenere durante il ballo

-'I ragazzi non devono ancora sfiorare ancora le ragazze perciò non attaccatevi come koala al loro albero di bambu ' -

risuonavano risatine nella sala e tra quelle era presente anche la mia..

- 'le ragazze devono portare la gamba destra avanti e quella sinistra indietro molto sensualmente, il volto deve essere basso ma non troppo' -

mi misi nella medesima posizione guardando attentamente le ragazze e accertandomi che stesserò copiando alla perfezione la mia posizione..

-'I ragazzi devono stare eretti di fronte alle belle e guardarle in viso per quanto possono, le vostre gambe dovranno essere tese e leggermente divaricate permettendo alla gamba destra della partner di intersecarvi'-

feci anche questa posizione svolgendo stavolta il compito del partner maschile di Alice.
Quando la mia mente elaborava la seconda mossa da fare, la porta della sala si aprì, era Marco il ritardatario.
Mi sciolsi dalla mia posizione e tornai eretta guardando gli altri allievi provare le mosse e continuai indifferentemente la mia lezione, non potevo rovinarla e così rovinare anche la mia professionalità per uno qualsiasi.

-'Marco, la tua partner aveva bisogno di te'-

gli dissi in tono freddo, riuscì solo a dire questo. Invitai Alice a disporsi davanti a lui
-'Alice mostra ciò che vi ho insegnato fino ad adesso'-

Alice con voce molto agitata ma fine e bassa spiego a Marco la posizione che doveva assumere. Li guardai per un po', sarebbero una bellissima coppia, pensai.. Non volevo accadesse.
Scacciai velocemente quel pensiero e continuai la mia lezione fino le ore 17,40; stavolta la lezione durò più del dovuto.
Al termine ringraziai dell'attenzione ricevuta e salutai tutti. (tutti, tranne Marco.). Uscirono lasciando la sala vuota e una volta fuori anche io chiusi a chiave, era già buio.

-DEVO ACCETTARE?-

Voltandomi mi ritrovai Marco di fronte, troppo vicino. Non riuscii a dire una parola..
Ma cosa vuole ancora?

-'Mi dispiace per il ritardo!'-

mi disse, con un velo di tristezza sul viso.
Aspettai un pò prima di rispondere poi..

-'Non importa, importa che tu abbia trovato interessante la lezione di oggi !'-

risposi.. evitando di parlare del nostro appuntamento non avvenuto.

-'Sai benissimo che non intendo il ritardo alla lezione, Alessandra'-

.. Disse avvicinandosi sempre di più. Potevo sentire persino il suo buonissimo profumo di pulito anche dopo la sudata lezione di poco prima.
NO! Devo restare concentrata, ripetevo tra me e me.
Cercai di improvvisare qualcosa ma non fui molto credibile ..

-'Parli del caffè di oggi ? Non preoccuparti, ho preso ugualmente il mio caffè e non ti ho aspettato molto, ho tardato anch'io '-

Prima bugia, io sono sempre stata molto puntuale!

-'Si, e hai trovato anche una piacevole compagnia a quanto pare ! '-

Cavolo, sta parlando di Franco? Come fa a sapere che l'ho incontrato ? Era lì? Mi spiava?
Mentre la mia testa elaborava queste sue ultime parole, la mia bocca prese vita..

-'Ho trovato chi riempisse quel vuoto che hai lasciato. Ma se eri proprio lì a spiarmi perché non ti avvicinavi o avevi paura che la tua copertura da super spia saltasse?! Cerca di arrivare puntuale a lezione è la sola cosa che dovrai fare per me '-

Ops, il mio tono quella volta fu davvero duro;
notai una V comparire tra le sue ciglia.. era arrabbiato? Deluso ? Geloso ? Non capivo proprio. Abbassai lo sguardo, non potevo cedere a quegli occhi color mare, non in quelle circostante.
La sua altezza mi sovrasto, era proprio vicinissimo a me, il suo respiro, decisamente veloce muoveva alcune ciocche dei miei capelli che coprivano il mio volto..

-'Posso abbracciarti ?'- mi chiese..

Voleva abbracciarmi ? Dopo le cose che gli avevo detto? Davvero voleva questo oppure era soltanto frutto della mia fantasia?

-'Posso?'- ripeté

Alzai lo sguardo e per poco le nostre labbra si sfioravano, avevo il suo respiro addosso, non riuscivo a deglutire, le sue braccia erano pronte ad abbracciarmi e non sapevo per quale strano motivo ma volevo essere abbracciata da lui.
Feci un banale cenno di un si, con il capo.. e lui immediatamente coprì i miei fianchi con le sue forti braccia stringendomi delicatamente e affondo il suo viso tra i miei capelli respirando a fondo.

Mi godetti quel momento anch'io, chiudi gli occhi, restai in mobile, inspirai il buon profumo che emanava e che mi perseguitava da quando entrò la prima volta nel mio ufficio. Non mi diede abbastanza tempo per sentirlo tutto, e si staccò da me..

-'Grazie Alessandra!'- disse con voce pacata..

E scappò via senza nemmeno sentire cosa avevo da dire.. Anche se realmente non avevo da dire nulla.. volevo solo che quell'abbraccio non finisse mai.

Presi il cellulare ancora annebbiata da quel evento e vidi che ore erano, notando anche la data che appariva sullo schermo del mio IPhone, 14.02.2014.
Quel giorno era San Valentino! Marco, mi regalò un abbraccio.

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