4 • Sottili gelosie

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Anna si svegliò di buon umore, ed era strano che si verificasse una cosa del genere, anche se sapeva bene il motivo di quel sorriso sul suo volto quella mattina. 



Quel sorriso portava il nome di Tom, poiché il giorno prima avevano condiviso insieme quel momento davvero particolare; si erano riappacificati dopo un anno di rancore e rabbia. Avevano preferito, o meglio, Tom aveva preferito che tra di loro non ci fosse guerra, ma solo bene, un bene che mai era scomparso, ed entrambi ne erano ben consapevoli.



Anna si era risollevata un po' di più, sicuramente, ma qualcosa le dava sempre il tormento; Claudio era un ostacolo alla sua felicità, era quel muro insormontabile che non puoi scavalcare e resti lì in bilico, tra l'essere egoista o scegliere le persone che ami mettendole al primo posto e tenendole al sicuro. E lei aveva scelto la seconda opzione, poiché Tom era più importante di lei e lo amava così tanto da volerlo difendere e proteggere a qualsiasi costo.

Anna scese le scale completamente spensierata però quella mattina, si preparò e uscì un po' da sola per respirare aria fresca e pulita. Andò in un bar lì vicino, e prese un cornetto al pistacchio e un cappuccino caldo. Mentalmente ripensò a ciò che era accaduto la sera prima e si lasciò sfuggire un sorriso, forse più di uno. Proprio in quel momento non riusciva a vedere altro, e menomale, perché quel pizzico di felicità le mancava da un pezzo.

Restò seduta per almeno una mezz'oretta, poi decise di alzarsi e fare quattro passi, e infine, pensò di tornare alla baita dagli altri.

Quando rientrò vi trovò tutti in sala da pranzo intenti a fare colazione; erano seduti, tranne Viky che abbracciava Giulio, Nadia che era appoggiata con le braccia incrociate sullo schienale di una sedia, e Tom che era di spalle mentre si farciva un toast con del burro.

Angelica le sorrise subito, appena la vide lì in piedi.

"Ma dov'eri?", le chiese.

"Ero uscita, ero di buon umore oggi e mi andava", le disse facendo spallucce. 

"Io, cioè, noi tutti pensavamo che fossi ancora a dormire!", esclamò la bionda ancora col sorriso sul volto.

"No, come vedi sono appena tornata", le rispose ricambiando il sorriso.

"Sono così felice che sei di buon umore."

"Ti voglio bene, lo sai."

"Ti unisci a noi?", le propose Jacob, abbastanza entusiasta.

"In realtà ho già fatto colazione, ma mi unisco volentieri a voi", aggiunse accomodandosi accanto a lui e Tatiana.



In seguito, così per caso, alzò il viso ed incontrò gli occhi di Harrison, che la stavano scrutando con una certa dolcezza. Lei rimase a fissarlo per un po', incredula e felice, infondo le mancava davvero tanto, e dopo un tempo infinito in cui non si erano nemmeno rivolti la parola dopo quella discussione, le aveva rivolto uno sguardo tenero che racchiudeva il bene che ancora le voleva. Harrison, infine, si girò poi a guardare Tom, il suo migliore amico.

"Tu, come mai ti sei tolto la barba? Erano ormai quasi sei mesi che non la toglievi più", gli chiese, guardandolo incuriosito.

Tom alzò lo sguardo e fece un mezzo sorriso, mentre Anna non osava distogliere i suoi occhi dal tavolo; si sentiva a disagio solo guardandolo, poiché i due non erano soli e qualcuno poteva farsi strane idee.


"Eh già, qualcuno mi ha detto che sto meglio senza, sono molto più bello", rispose con gli occhi luccicanti; gli brillavano così tanto che erano ancora più chiari del solito.

"Chi?", s'intromise Nadia ponendogli quella domanda con un tono fin troppo interrogativo e con un pizzico di gelosia.

"Me! Chi altro?!", rise l'attore contagiando anche gli altri, mentre Anna rise tenendo sempre lo sguardo basso per paura di incontrare gli occhi di quel ragazzo di cui era perdutamente innamorata.


Tom però si voltò per scrutarla e questo gesto non passò inosservato agli occhi di Nadia, che inviperita sbuffò piano, non facendosi sentire da nessuno. Aveva paura che il suo ragazzo le venisse sottratto da quella che era la sua ex, e non voleva e non poteva permetterlo, ed era quello il motivo principale per cui non voleva assolutamente andare a Cortina. Infondo chi ragazza sana di mente ci avrebbe portato il suo uomo sapendo che ci sarebbe stata anche la sua ex? Ma lui aveva insistito e lei non era riuscita a dirgli di no.

Oltre a Nadia, anche Viky ed Angelica notarono questo particolare, e sfuggì un piccolo sorriso ad entrambe che si guardarono complici per qualche secondo.

"In effetti, senza barba sei uguale a sempre, non invecchi per niente tu", constatò Charlotte ridendo.

"Mi hanno sempre preso in giro quando avevo sedici anni, dicendomi che sembrava ne avessi dieci. Ora loro sembrano già cinquantenni, ed io dimostro sempre vent'anni", concluse con una faccia soddisfatta, intanto che gli altri risero osservando quel visino appagato con quei capelli teneramente arruffati.

Anna finalmente gli riservò uno sguardo e lo trovò maledettamente adorabile, e Dio solo sapeva quanto avrebbe voluto abbracciarlo e baciarlo lì davanti a tutti.

"Bene, siccome Viky mi sta rompendo le scatole da un'ora devo dirvi questa cosa!", esclamò improvvisamente esasperato Giorgio accanto ad una Viky che lo scrutava con un sorriso a trentadue denti.

"Cosa?", chiese Sam.


I fratelli di Tom in quei giorni erano stranamente silenziosi e se ne stavano sempre per i fatti loro, e non si avvicinarono ad Anna nemmeno per sbaglio.

"Oggi è sabato, e stasera Viky aveva pensato di andare in discoteca, sappiamo che di sera è sempre meglio non uscire ma non lo faremo sempre, però insomma, che ne dite? Siete d'accordo?", domandò Giorgio guardando tutti gli altri che lo ascoltarono sbigottiti e curiosi.

"La discoteca è vicina?", continuò Sam.

"Con un taxi ci mettiamo dieci minuti, la discoteca si chiama Belvedere", spiegò.

Tutti si scrutarono tra di loro mentre Giorgio spiegava a Viky, passo dopo passo, cosa stavano farfugliando agli altri.


Era asfissiante che, dopo tanti anni, Viky non aveva imparato comunque niente di inglese, lo rifiutava, non riusciva proprio ad entrarle in testa.


"Io sono d'accordo, stasera andiamo a ballare e divertiamoci", aggiunse Anna volgendo lo sguardo un po' a tutti: beh, tutti tranne Tom e Nadia.

"Mi piace questo entusiasmo, sei davvero di buon umore! Non so quale sia stato questo miracolo, ma sono tanto felice!", esclamò Angelica e le sorrise, ma infondo sapeva benissimo perché la sua amica era così diversa rispetto ai giorni scorsi; Tom le faceva ancora bene come una volta, e non ne aveva mai dubitato. 

"Anche io sono d'accordo", replicò l'attore, con Nadia che lo assecondò subito dopo.


Infine, tutti decisero che sarebbe stato divertente uscire e andare a ballare quella sera, almeno avrebbero fatto qualcosa di diverso e avevano bisogno un po' tutti di svagare e ballare un po'. Poteva essere una piacevole serata, senza troppi pensieri.


"Comunque non so se ci avete fatto caso, ma dietro al divano, a terra, c'è un albero di Natale", affermò Angelica indicando il posto con l'indice. 

"Un'altra idea di Viky", rispose Giorgio.

"Cioè?", chiese curioso Harry.

"Anche se siamo qui a Cortina, vuole comunque che facciamo un albero tutti insieme. Dice che è bello addobbare l'albero ed è uno dei momenti più simbolici del Natale, e vorrebbe, quindi, che tutti noi avessimo un ricordo felice mentre addobbiamo l'albero."


Effettivamente era un pensiero davvero dolce, e Viky, anche se sembrava molte volte una svampita, adorava i momenti in compagnia e le piaceva addobbare gli alberi di Natale. Sin da piccola poi, lei e Anna avevano sempre fatto l'albero insieme, anche lo scorso anno a Barcellona. 
Angelica sorrise alla sua amica con gli occhi lucidi, e apprezzò quel gesto di voler addobbare l'albero tutti insieme. Sarebbe stato un momento ricco di gioia, che avrebbero tutti ricordato con tenera dolcezza.

"Sarà divertente, non vedo l'ora!", esclamò Tom rivolgendo un sorriso a Viky.

Quest'ultima ricambiò il sorriso, poiché aveva capito comunque cosa, in un certo senso, le avesse detto l'attore.



"Concordo con Tom, sarà divertente! E sarà un momento che ricorderemo tutti e che porteremo con tenerezza nel cuore", aggiunse Charles andando a posizionare una mano sul proprio petto.
"E sia! Oggi alle sedici, tutti in sala da pranzo ad addobbare l'albero!", urlò Giorgio mentre tutti gli altri esultarono entusiasti.

Anna, nonostante avesse già fatto colazione, non poté non fare un assaggio del porridge. Le mancava mangiarlo, infondo non aveva avuto nemmeno più il coraggio di prepararlo da quando si era lasciata con Tom, ed ora che era finalmente di buon umore, non poteva non assaggiarlo, anche solo un cucchiaio, ma lo avrebbe degustato come si deve, come faceva ogni mattina accanto al suo ex fidanzato.

Nadia aveva tenuto d'occhio Anna per tutto il tempo quella mattina, poiché non le era sfuggito quello sguardo che il suo fidanzato le aveva riservato e quella piccola risata fatta da lei sotto i baffi. Nadia era gelosa e avrebbe tenuto il suo ragazzo alle corde, non lo avrebbe mai e poi mai fatto avvicinare a lei, non senza una scusa valida.

"Ho bisogno di un po' d'aria Tom, potresti accompagnarmi a fare una passeggiata?", gli propose tutto d'un tratto Nadia con un sorrisetto furbo sul volto.

Tom la guardò confuso e sorpreso per un attimo, e poi annuì convinto.

"Certo, finisco di mangiare, mi lavo i denti e usciamo", le rispose.

"Grazie amore", sorrise lei mandandogli un bacio.

Anna alzò gli occhi al cielo e continuò a parlare con gli altri senza dare troppo peso a ciò che succedeva tra Tom e Nadia.


Angelica si alzò dalla sedia su cui era seduta, diede un bacio a stampo a Tatiana, e si avvicinò ad Anna, poggiandole entrambe le mani sulle spalle.

"Dobbiamo parlare bambola", le bisbigliò all'orecchio.

Anna si girò per guardarla, e interrogativa corrugò la fronte.

"Di cose belle o brutte?", le domandò ingenuamente. 

"Di te amore mio!", esclamò la bionda con un occhiolino.
"Di me?", fece ancora con un tono sorpreso.

"Non fare la finta ingenua, su."

Viky e Charles si avvicinarono alle due con un sorriso malizioso sul volto.


"Andiamo nella tua stanza?", chiese Viky.

"Ma di cosa volete parlare voi tutti?!", sbottò Anna nascondendo un sorriso abbastanza sospetto.
"Scusami?! È di quel sorriso che vogliamo parlare cara! Non osare trovare scuse", affermò Charles incrociando le braccia. 

"D'accordo", sbuffò arrendevole, "andiamo", concluse dirigendosi verso le scale con gli altri che la seguirono come cagnolini curiosi.


Una volta che raggiunsero la stanza si accomodarono sui letti: Anna e Angelica su di uno, mentre Viky e Charles sull'altro.

"Sei così di buon umore tesoro, e non sai quanto ci fa felici, è vero Charlie boy?", fece la bionda volgendo lo sguardo verso l'amico.

"Oh si, quando sei arrivata qui avevi una faccia completamente triste, vuota, insomma, eri qui ma non volevi essere qui", affermò Charles.

Anna strinse le labbra e un sorriso le scappò immediatamente, ancora una volta.

"Vedi? Quel sorriso che ti scappa sempre, quello è stato il fattore che ci ha incuriosito così tanto", continuò Viky.

"Beh, quello, e anche lo sguardo fisso di Tom su di te. È da ieri a cena che entrambi vi guardate e fate finta di niente, insomma, scemi non siamo", aggiunse Angelica con un risolino.

Anna annuì e alzò gli occhi al cielo, con aria sognante, e quasi nemmeno si riconosceva; sembrava essere tornata a quando aveva sedici anni e sognava di stare con qualcuno facendo partire meravigliosi film mentali che avrebbero tutti potuto vincere un Oscar.

"Tom ieri sera è venuto da me per una tregua", ammise, mentre con le mani si massaggiava le gambe ansiosa.

"Una tregua?! Tipo?", domandò curioso Charles.

"Del tipo che siamo entrambi fidanzati e che non vale la pena farci la guerra, quindi, è stato bello ciò che è stato, ma ci vogliamo bene e quindi c'è questa tregua in corso", sorrise Anna un po' imbarazzata.

"Ma come, solo una tregua d'amicizia?", le chiese Viky visibilmente delusa.

"Ma siamo entrambi fidanzati scusa!"
"E quindi? Ciao ai rispettivi fidanzati e tornate insieme; vi amate ancora, possibile che non lo capiate?", ribadì.

"I tuoi film sono meglio dei miei amica mia, devo ammetterlo", rise Anna scuotendo la testa.

"Ma il tuo fidanzato questo lo sa?", le domandò Angelica.

Claudio ovviamente questo non lo sapeva, e mai glielo avrebbe raccontato, a meno che non sarebbe venuto a conoscenza del fatto tramite qualche spia, e lì poteva solo pregare che niente le accadesse.

"Si, si certo lo sa, il mio fidanzato sa sempre tutto di me", rispose con un sorriso di circostanza.


Le costava mentire alle sue amiche, ma come sempre, non aveva altra scelta.

"Anche io però ti adoro di più con Tom, quindi spero sempre che possiate tornare insieme", asserì Charles con le mani unite a forma di preghiera sotto il proprio volto.

"Non so ragazzi se torneremo mai insieme, so solo che adesso siamo entrambi felici e con questa tregua abbiamo solo messo a posto la situazione. In fin dei conti sono due settimane di convivenza, sarebbe straziante e sfiancante litigare ogni giorno, e sarebbe pure inutile essendo ormai andati avanti con le nostre vite. Però si, ora che c'è questa tregua io sto molto meglio."


Stava talmente bene che avrebbe voluto rimanere lì per sempre e non rivedere Claudio, mai più, anche se sarebbe comunque istigazione al suicidio, poiché vedere Tom e Nadia insieme era qualcosa di immensamente fastidioso.


"E la questione della barba? Come mai ha guardato te?", le domandò Viky interrogativa con un sorriso malizioso. 

"Ha guardato me?", rispose Anna fingendo di non sapere nulla a riguardo. 

"Lo so che lo sai, Spider-Girl dei miei stivali", sbottò l'amica facendole una linguaccia.

Spider-Girl, chi se non Viky poteva darle un soprannome del genere; Tom era la star dei ragni, mentre Anna era Spider-Girl, e insieme erano la coppia più aracnofobica che potesse esistere sulla faccia della terra. Ma quelli erano momenti felici: Anna sarebbe tornata indietro correndo.

"Beh, quindi?", fece.

"Quindi gli hai fatto togliere la barba?", le chiese Charles alzando un sopracciglio.


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