15 • Mia naturale dose di felicità

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Ventisette giugno 2024: Viky e Giulio sarebbero diventati marito e moglie tra pochissime ore.

Erano le otto di mattina, faceva un caldo infernale a Napoli, ed Angelica, Anna e Viky si stavano preparando insieme, nella stanza di quest'ultima, per la cerimonia che si sarebbe tenuta prima in chiesa alle ore dieci, e infine, il ricevimento ad un ristorante a Positano. Le due amiche avrebbero fatto da testimoni alla bellissima sposa, Viky.

Passarono ben cinque mesi da quell'assurda, ma anche dolce, richiesta fatta da Tom ad Anna. Quest'ultima rimase impietrita dopo la proposta del suo ragazzo, e non gli diede mai una vera e propria risposta a proposito. Eppure, insieme, ne avevano discusso abbastanza, ma Anna non sapeva che direzione prendere. Tom le disse che poteva comunque andare a trovare i suoi genitori quando voleva, soprattutto quando lui sarebbe stato fuori per qualche mese a causa del suo lavoro; Anna avrebbe potuto invitare i suoi a stare lì oppure sarebbe potuta andare a trovare tutta la sua famiglia a Napoli. Le spiegò che non li avrebbe separati, ma che voleva cominciare una vita insieme a lei, ed iniziare così a mettere delle basi ancora più solide alla loro unione. Anna era dello stesso avviso, ma non si convinceva a partire; avrebbe vissuto in un'altra città, e non sapeva se sarebbe stata pronta per un passo del genere, anche se ebbe un assaggio di come potrebbe essere un futuro con lui, essendo stata in quarantena per quasi tre mesi proprio nella casa in cui, poi, lei si sarebbe dovuta trasferire. Anna sapeva che sarebbe stata bene, ma aveva paura di provare una forte nostalgia della sua Napoli e delle sue abitudini, ma soprattutto, dei suoi genitori. Ed era probabilmente proprio questa la causa principale per cui lei non sapeva se andarsene o meno. Tom lo aveva capito prima di Anna, ed aveva cercato di trovare una soluzione a tutto, assicurandole che avrebbe sempre visto i suoi genitori, ma lei ancora non si decideva nemmeno a parlarne con i suoi per un'opinione, e non sapeva come farlo, poiché aveva paura di renderli tristi e nostalgici.

Angelica, invece, in quei cinque mesi, a parte l'essere diventata l'assistente ufficiale di Tatiana, aveva anche iniziato, ovviamente insieme alla sua lei, le pratiche di adozione, ma poiché il processo è sempre molto lungo, avrebbero dovuto aspettare un bel pò, ma almeno erano in lista d'attesa.


Viky aveva lo stomaco in subbuglio, e camminava avanti e indietro per la stanza con un'ansia che le stava dando il tormento. Tra poche ore sarebbe stata sposata, e tra tre mesi sarebbe diventata madre: erano dei bei passi avanti per lei, ed era pronta, si sentiva davvero felice perché stava iniziando una nuova fase della sua vita, ma l'ansia, in casi come questi, c'era sempre a dare fastidio.

"Potresti stare un po' ferma, così ti aggiusto il velo?", le fece Anna, bloccandola per le braccia.
"Già, almeno posso finire anche di truccarti. Con Anna ho terminato, adesso manchi solo tu!", esclamò Angelica, afferrandola per una mano e trascinandola sullo sgabello che la stessa Viky aveva in stanza.

"Scusate, sono molto agitata", confessò sospirando.

"Tranquilla, è normale", le disse la bionda, nel frattempo che le metteva il mascara per dare più volume alle ciglia.

Intanto, Anna si sedette sul letto di Viky e fissò il pavimento, con uno sguardo perso completamente nel vuoto. Le due, però, se ne accorsero prima di subito, e la scrutarono interrogative.

"Ma non dovevi aggiustarmi il velo?", le domandò Viky, scuotendola da quella trance profonda in cui era caduta.
"S-si, ora arrivo", le rispose biascicando.
"Ma che hai? Hai cambiato umore in pochi minuti!", esclamò Angelica con un tono giustamente preoccupato.
"Nulla, ora passa."

Le sue amiche la conoscevano da anni, e sapevano che dietro quelle tre parole, in realtà, si celava un intero mondo, e sarebbero state entrambe determinate nello scoprire cosa c'era, di punto in bianco, che non andava in lei quella mattina.


"È il mio matrimonio e non voglio quella faccia da funerale! Quindi, adesso, parla e dimmi che cos'hai!", sbottò Viky, puntandole un dito contro.

"Magari con calma", affermò Angelica, "o altrimenti la turberai di più così!"

Anna strinse le labbra e si trattenne dal non piangere. Non sapeva come mai, proprio in quell'istante, le venne il malumore. Era il giorno più importante per una delle sue migliori amiche, avrebbe dovuto celare questo suo malessere, ma non ci riuscì.

"Non so cosa fare", farfugliò.

"In che senso?", le chiese la bionda, sistemandosi al suo fianco.

Anna sbuffò e si portò le mani alle tempie, massaggiandosele ripetutamente con movimenti rotatori.

"Ieri Tom mi ha chiesto nuovamente se avessi preso una scelta a proposito della sua proposta di andare a vivere con lui a Kingston, e per l'ennesima volta ho evitato la domanda! Ho questo peso enorme dentro da ormai cinque mesi, e non l'ho mai detto ai miei genitori! Mi sento una stupida, Tom si merita una risposta da parte mia!", spiegò, ed era arrabbiata moltissimo con sé stessa perché per una volta non sapeva che direzione prendere, e si sentiva totalmente disorientata.
"Dunque è questo che ti turba? Non sai come dire ai tuoi che vuoi andare a vivere con il tuo ragazzo?", le domandò Angelica con le braccia conserte.

"No! Non so se andare o no, e non ne ho parlato con i miei!", replicò affranta e spossata da quella situazione.

"Allora partiamo da un punto", iniziò Viky, "tu vorresti andarci?"

Anna sembrò pensarci su, e poi annuì. Effettivamente si, ci sarebbe andata volentieri a Kingston con lui.

"Perfetto! Vorresti andarci, quindi deduco che ti farebbe piacere iniziare una nuova vita con Tom a Londra, no?", le chiese, e Anna annuì nuovamente. "Dunque il problema sono i tuoi genitori?"
"Si, ed è come se avessi paura di lasciare Napoli, non so perché!", esclamò, portandosi una mano sul cuore.

"Tesoro, adesso ti parlo davvero col cuore in mano, e sono sicura di parlare anche a nome di Angelica", le fece Viky, carezzandole una gamba con tenerezza e con un lieve sorriso. "Quando ci siamo trasferite a Barcellona non è stato subito rose e fiori per noi! Avevamo nostalgia della nostra città e delle nostre abitudini, ci mancavano i nostri genitori. Insomma, pensavamo di tornarcene qui dopo nemmeno una settimana", rise, "poi un giorno, entrambe con le lacrime agli occhi, ci siamo fatte una promessa: dovevamo essere felici e cominciare a vivere per davvero, con le nostre forze. Perché alla fine, tu non ti allontani veramente dai tuoi genitori, anzi, nonostante la distanza li senti ancora più vicini. Napoli la potrai visitare quando vuoi, e le tue abitudini cambieranno in positivo fidati! Soprattutto perché non sarai da sola, Tom sarà con te. E quando non ci sarà lui potrai sempre tornare dai tuoi, o startene dai tuoi suoceri! Hai tutti vicino a te", le spiegò Viky, ricordando quanto veramente all'inizio era stato difficile lasciare la loro città natale.

"Pensa che ci mancavi anche tu", aggiunse Angelica, "ti eri lasciata con Tom, e sembrava stessi soffrendo nonostante sostenevi di essere felice con un altro uomo! E poi, sappiamo com'è finita", affermò facendo spallucce.

"Esatto!", esclamò Viky, "quindi parlane con i tuoi genitori! Loro capiranno, magari con un po' di difficoltà ma lo faranno. Hai ventisei anni, sei adulta e devi assolutamente iniziare una nuova vita che ti renda felice e stabile. Lo sai che a Londra i tuoi libri vendono tantissimo, ed è lì che ci sono produttori e registi interessati a te! Insomma, lì potrai trovare la stabilità di cui avrai bisogno, e in più, vivrai con l'uomo che ami."

Viky aveva ragione, Anna poteva stare benissimo trasferendosi a Londra, perché lì avrebbe potuto lavorare tranquillamente e contemporaneamente stare con l'uomo che amava, e, inoltre, i suoi genitori poteva vederli quando voleva, con sempre l'opportunità di videochiamarli in qualsiasi momento della giornata. Meritava di potersi costruire una propria vita, con le sue abitudini e con il ragazzo dei suoi sogni. Doveva parlare con i suoi genitori, ed anche se con un po' di difficoltà, l'avrebbero capita.

"Okay, avete ragione. Io devo farlo, e voglio farlo in realtà. Mi frenavano i miei genitori, temo che possano restarci male, ma devo parlargli, e lo farò appena ne avrò l'occasione", si convinse, mettendo su un piccolo sorriso, come per ringraziarle.

"Brava tesoro! È così che si fa! Vedrai che andrà tutto bene, e se hai bisogno, basta che ci chiami, e ti tranquillizzeremo", le disse Angelica con un occhiolino. 

"Se non ci foste voi, non so come farei. Mi regalate sempre quella forza che a volte mi manca", asserì, provando a coinvolgerle in un piccolo abbraccio.

"Beh, siamo le tue sorelle, il nostro compito è quello di farti stare sempre bene, no?", aggiunse la bionda, lasciandosi trascinare in quella stretta così affettuosa e calorosa.

Anche Viky si avvicinò alle due e le abbracciò forte, con un sorriso che pian piano venne a formarsi sulle sue labbra.

"Ragazze mi sposo!", urlò quest'ultima, e le altre due si unirono in coro con un altro piccolo urlo.
"Finiamo di preparare la sposa allora", asserì Angelica, riportandola sullo sgabello e riprendendo a fare ciò che sapeva fare meglio: truccare.

"A che ora verranno i fotografi?", le domandò Anna, intanto che maneggiava con il velo e il vestito.

"Tra mezz'ora! E starà per arrivare anche mia madre che ha dormito a casa del compagno", le rispose, aiutandola con gli accorgimenti dell'abito.

"Io non sento Tom da ieri, non mi ha chiamata, non mi ha fatto sapere più nulla", si lamentò.

La sera prima, i ragazzi avevano festeggiato l'addio al celibato con Giulio, mentre le ragazze si erano riunite per festeggiare l'addio al nubilato. Queste ultime non avevano esagerato con i festeggiamenti, anzi, si erano limitate ad andare in un disco bar e avevano trascorso lì metà nottata. Infine, Anna ed Angelica si unirono a Viky e dormirono insieme a casa sua. Nessuna però, aveva sentito i ragazzi, e un po' di preoccupazione cominciò ad aleggiare nell'aria.



Giulio aveva invitato tutti i ragazzi del loro gruppo e il suo migliore amico Massimo, però non avevano, ovviamente, svelato i loro piani per la serata. Per questo motivo, Anna era preoccupata poiché l'attore non si era fatto proprio sentire, nemmeno con un breve messaggio.

"Neanche Harrison ti ha fatto sapere nulla?", le chiese Angelica.

"No, saranno tutti nello stesso hotel a dormire, ma nessuno di loro si è degnato di mandarmi un messaggio", sbottò Anna, leggermene infastidita.

"Contatta Charlotte, l'abbiamo riaccompagnata lì al ritorno, probabilmente lei ti risponderà", le suggerì Viky.

"Si, se Tom non mi chiama entro pochi minuti, allora mi rivolgerò a Charlotte che di sicuro saprà qualcosa in più!
"

Successivamente, dopo aver terminato gli ultimi accorgimenti del vestito, Anna si prese un attimo per osservarsi allo specchio, e pensò che quel vestito da lei indossato e scelto, le stava davvero molto bene; le piacque da morire. Anche Angelica indossava lo stesso abito: Viky aveva deciso che entrambe si sarebbero dovute vestire uguali, come delle perfette damigelle d'onore.

Il vestito era di raso, semplice, di un bordeaux spettacolare. Aveva le bretelle sottili, e poi cadeva liscio con un ampio spacco sulla coscia sinistra. 
Anche i tacchi erano uguali: entrambi dorati e di dodici centimetri di altezza. I capelli erano, invece, legati in una treccia a spina di pesce che scendeva sulla spalla sinistra. Insomma, avrebbero fatto un figurone.

Ma la vera protagonista e di una bellezza disarmante era proprio la sposa, Viky. Indossava un abito molto elegante e principesco, bianco come da tradizione. Era in pizzo; la gonna con strati di tulle, che lasciava intravedere la pancia, e il corpetto con lo scollo a cuore. Il velo le arrivava ai fianchi, era molto semplice e classico. I tacchi erano bianchi e opachi, ma non erano molto alti, per evitare la scomodità. Aveva dei bracciali in argento su entrambe le braccia e l'anello di fidanzamento all'anulare sinistro, dove poi ci sarebbe andata la fede. I capelli erano semi-raccolti in una crocchia disordinata, con alcune ciocche che scendevano su entrambi i lati della testa. In più aveva una coroncina di perle giusto al centro. Era davvero di una meraviglia assurda, ed anche il suo bouquet era strepitoso, formato da calle e gigli.

Anna si girò a guardarla; Angelica aveva, proprio in quell'istante, terminato di truccarla.
Entrambe, allora, si misero a scrutarla con ammirazione e con gli occhi lucidi.

"La mia sorellina si sta per sposare", piagnucolò Anna con voce sottile.

"Non ci credo nemmeno io", replicò Viky commossa.

"Sono felice perché questa sorellanza che ci lega durerà in eterno", affermò Angelica con un sorriso.

Viky annuì e prese le mani delle due amiche stringendole nelle sue.

"Vi amo con tutto il mio cuore. Io ed Anna ci conosciamo sin da piccole, siamo cresciute insieme, ed eravamo già un duo iconico. Poi sei arrivata tu, Angy, e siamo diventate inarrestabili. Ci siamo incontrate a scuola per caso, e ci siamo tenute per mano in tutti questi anni, nonostante le difficoltà; anzi ci sostenevamo a vicenda, sempre. E quelle mani le abbiamo tenute legate costantemente, e non si sono mai lasciate. Potremmo farci una nuova vita, una nuova famiglia, ma noi resteremo un per sempre vero e proprio. Grazie per essere così, eterne."

Tutte si trattennero dal piangere per non rovinare quel trucco straordinario che Angelica aveva creato con le sue manine. Si limitarono agli occhi lucidi, alle strette e ai sorrisi: quei silenzi valevano più di mille parole. Comunicavano senza dire nulla, eppure in quel momento, si stavano dicendo tutto.

"Dai! Forza! È un giorno felice, dobbiamo sorridere tutto il tempo oggi!", esclamò Anna, battendo le mani, come per incoraggiarle.

"Assolutamente!", le rispose infine Viky.

In seguito, dopo qualche foto scattata per ricordo con i propri cellulari, arrivò Germana e poco dopo anche il fotografo, dando così inizio alla lunga giornata che le avrebbe attese.

Inoltre, giunsero anche alcuni parenti di Viky in modo da poterla salutare prima che arrivasse in chiesa.

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