2 • Cortina D'Ampezzo

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Ancora si chiedeva perché diavolo avesse accettato di andare a Cortina per due settimane; più si avvicinava all'aeroporto, e più l'ansia cresceva a dismisura. 



Erano le sette in punto, ed Anna era in macchina con Viky, Angelica e Giulio, stavano raggiungendo Capodichino; Tatiana, Giorgio e Charles li avrebbero incontrati direttamente a Cortina così come gli altri. Avrebbero passato un'ora e mezza in aereo, quindi sarebbe stato un viaggio abbastanza rapido.


"Ti siedi accanto a me, no?", le chiese Angelica.

"Certo Angy, ovvio. Viky starà accanto a Giulio," le rispose Anna con un sorriso.

Giulio, nonostante gli anni, era sempre uguale, non cambiava mai. Aveva la testa rasata e un po' di barba che aggiustava solamente ogni tanto, gli occhi verdi e un fisico non troppo magro, ma non era nemmeno troppo grasso, e vestiva spesso con jeans e magliette nere.



"Ragazze, un altro viaggio ha inizio!", esclamò Viky entusiasta, rivolgendosi alle amiche che le sorrisero.

"Sono molto emozionata, non facevamo un viaggio tutti insieme da ormai quattro anni", rispose la bionda.

"È vero, assolutamente! Per questo ci sarà da divertirsi."


Anna non commentò, era troppo agitata per spiccicare parola, era addirittura più agitata del viaggio a Bali. Tom era il motivo principale della sua agitazione, ecco perché si sentiva più ansiosa del solito. Era felice di poter visitare Cortina, ma meno felice di dover rivedere tutti gli altri dopo quello che era accaduto un anno addietro.


"Tesoro, stai bene?", le chiese premurosamente Viky.

"S-si, si sto bene. Solo un po' ansiosa", replicò aggiustandosi i capelli.

"Andrà tutto per il meglio, non temere", aggiunse Angelica poggiandole la mano sinistra sul dorso destro della sua.


Anna la ringraziò con uno sguardo dolce e un sorriso.


Quando arrivarono in aeroporto superarono facilmente tutti i controlli, e andarono cautamente a sedersi ai loro posti in aereo, pronti ed emozionati per il breve viaggio che li stava attendendo. Viky e Giulio erano seduti nei posti centrali, Anna ed Angelica accanto al finestrino.



Anna, di nascosto, prima che l'aereo partisse, entrò nel suo falso profilo Instagram per capire se qualcuno degli Holland o anche Harrison, avesse messo qualche storia, ma a quanto pare, nessuno aveva aggiunto nulla.

L'aereo si alzò in volo, e Anna avvisò subito Claudio e i suoi genitori, dicendogli che era ufficialmente partita.


Angelica aveva un adattatore a due per cuffie, così entrambe ascoltarono musica per quasi l'intera durata del viaggio, e negli ultimi minuti, parlarono un po' in generale, mentre ogni tanto gettavano varie occhiate a Viky che ricambiava affettuosamente gli sguardi.


Atterrarono dapprima a Venezia, all'aeroporto Marco Polo, poiché l'aeroporto Sant'Anna di Cortina era stato chiuso un bel po' di anni fa a causa di vari incidenti; avrebbero dovuto prendere un autobus che poi li avrebbe condotti alla meta, il viaggio sarebbe stato di due ore.



I ragazzi, in aeroporto, mangiarono qualcosa, andarono in bagno, e infine si misero a sedere in autobus dopo aver sistemato i loro bagagli all'interno del mezzo. 


"Altre due ore qui seduti, che strazio", sbuffò Viky rumorosamente.

"Amore, guarda il lato positivo, siamo quasi arrivati", le rispose Giulio.

"Quasi..."



Anna e Angelica le sorrisero e poi, una volta che l'autobus partì, ognuna di loro si perse nei propri pensieri.


Claudio mandò un messaggio ad Anna, dicendole che stava partendo per Parigi e che si sarebbero sentiti in serata, e le chiese dove fosse momentaneamente lei. Quest'ultima gli rispose velocemente, scrivendogli che era in autobus e che stava quasi per raggiungere il luogo previsto. Preferì anche avvisare i suoi genitori, avvertendoli che il viaggio stava andando benissimo, e che si stava avvicinando sempre di più alla meta.
In seguito, si ritrovò a posare il cellulare e chiudere gli occhi; era sempre accanto ad Angelica, ma quest'ultima stava leggendo un libro in beatitudine, lei invece pensava solo ed esclusivamente a quell'attore dal dolce visino che le aveva rubato il cuore, spazzando via qualsiasi altra persona. Anna non riusciva a guardare nessun altro, non riusciva ad amare nessun altro, non si permetteva nemmeno di pensare ad un altro, perché tanto nessuno era Tom Holland, nessun altro poteva esserlo. Lui l'aveva salvata, l'aveva accolta tra le sue braccia, e l'aveva protetta, fino alla fine. Ma la vita, si sa, è una grande stronza, deve sempre trovare il modo di fregarti. 


"Oddio! Guarda la neve!", esclamò la bionda battendo le mani con un sorriso luminoso, proprio come una bambina che non ha mai visto la neve in vita sua.



Anna si girò immediatamente, e guardò velocemente il cellulare, rimanendo sorpresa dal tempo che era passato così rapidamente senza che lei se ne rendesse conto, e rimase assai meravigliata dall'immensa bellezza che i suoi occhi stavano ammirando: da sempre la neve le era piaciuta, la faceva tornare bambina. Quel bianco candido e quel gelo l'avevano sempre affascinata parecchio, perché erano due parti contrapposte; quel bianco candido era da mozzare il fiato, avevi quasi voglia di mangiarlo o di giocarci fino allo sfinimento, mentre il gelo era un po' come tornare alla realtà ogni volta, come quando stai troppo esagerando con i pensieri, e di colpo capisci che stai andando troppo oltre, devi fermarti. 


"Penso che ci divertiremo tantissimo sorella, non lo pensi anche tu?", le domandò Angelica.


No, non lo pensava, effettivamente aveva paura di poter stare male per due intere settimane a causa di quella situazione del cavolo. Però, Anna finì per annuire e stringere le labbra, come a voler coprire quella tristezza e ansia che aleggiavano nei suoi occhi.


L'autobus si fermò dopo qualche minuto, Viky ed Angelica scalpitarono, e Anna sentì il cuore battere sempre più forte.


"Ci siamo!", urlò la bionda.



Lentamente uscirono dall'autobus e si diressero verso un taxi che li avrebbe condotti vicino le baite che avevano affittato per quelle due settimane, poi avrebbero dovuto farsela a piedi per almeno cinque minuti: la neve era troppa per avanzare in macchina.


"Tatiana mi ha scritto che sono già tutti lì! Manchiamo solo noi", esordì Angelica, maggiormente eccitata.

"Dille che siamo quasi da loro", continuò Viky.


Anna, invece, deglutì e cominciò a torturarsi le mani, mentre il tassista gentilmente adagiava le loro valigie nel cofano dell'auto.


"Prego salite, ci vorranno dieci minuti in auto", li avvertì.


Dietro si accomodarono Viky, Giulio ed Angelica, mentre Anna si sistemò accanto al tassista, che aveva più o meno l'età di suo padre. 


"Prima volta a Cortina d'Ampezzo?", le domandò.

"Si, prima volta", rispose Anna con tono gentile.

"Hai un viso conosciuto tu però."


Anna alzò un sopracciglio e sorrise timidamente.


"Non credo."

"Lei è una scrittrice", s'intromise Viky, "è l'autrice di Rose d'Autunno, Rose di Primavera e della trilogia fantasy Il Diamante di Cristallo", concluse fieramente.

Il tassista sembrò impazzire tutto ad un tratto, e sorrise gioioso.


"Dio! Tu sei Anna De Blasi! Mia figlia e mia nipote impazziscono per i tuoi libri, devi assolutamente farmi due autografi e un video dove le saluti!", esclamò il signore, entusiasta.


Anna ne gioì; poté solamente gioire dopo aver notato l'entusiasmo del tassista nel riconoscerla e vederla seduta accanto a lui. Non le capitava da un po' una situazione del genere, e questo le dava un'ulteriore speranza sul suo futuro, un'altra finestra aperta. 


"Ma certo, nessun problema", rispose lei non riuscendo a contenere la sua contentezza.


Viky ed Angelica notarono il suo cambio d'umore, e furono enormemente fiere di lei.

Quando si fermarono, Anna lasciò il suo autografo su due piccoli fogli che le diede il tassista, presentatosi poi come Paolo, e girò un video di saluti per la figlia Costanza e la nipote Gertrude.

"Ti sono immensamente grato. Potrei fare un selfie con te?", la pregò Paolo.

"Nessun problema."

Si scattarono velocemente un selfie, e dopo aver preso i loro bagagli, salutarono il gentile tassista e si incamminarono verso la baita, ormai a pochi minuti di distanza. 


Camminare con la neve era uno spettacolo; a Napoli era accaduto pochissime volte che nevicasse, e per Anna e anche gli altri, era una grande rarità, infatti si stavano godendo con grande entusiasmo la passeggiata. Ma non durò molto per lei. Qualche minuto dopo, s'intravidero le due baite e qualche istante dopo, si trovarono praticamente quasi all'entrata.

Anna si fermò di colpo, le stava mancando il respiro, stava sentendo il cuore che scalpitava, quasi come a voler uscire dalla gabbia toracica. Viky stava camminando tranquillamente con Giulio, mano nella mano, e Angelica era accanto a loro, si accorsero solo qualche secondo dopo dell'assenza della loro amica. 


"Giulio, tu va pure avanti se vuoi, c'è Tatiana già dentro", gli disse Viky carezzandogli la guancia.
"Va tutto bene?", domandò interrogativo, corrugando la fronte.

"Si, ti raggiungeremo subito, tu entra pure."


Giulio annuì, le diede un bacio a stampo, e proseguì da solo. 



Le due amiche si avvicinarono ad Anna, e le poggiarono entrambe una mano sulla spalla.


"Anna, so che è difficile, è una situazione un po' rompipalle e vederli ti farà strano. Ma so per certo che sei una donna forte, hai superato mille ostacoli e continuerai a farlo. Siamo tutti qui per divertirci, vedrai, e te lo giuro, andrà tutto alla grande", la tranquillizzò Viky carezzandole la guancia destra.

"Io non posso dirti che rivedere Tom sarà facile, ma so per certo che riuscirete a convivere per due settimane. Avete condiviso tanto, vi conoscete abbastanza bene e so che infondo vi volete ancora un gran bene. Sono molto positiva riguardo voi due, e anche Viky lo è. Quindi, prendi un bel respiro, gambe in spalla, e andiamo dentro", continuò Angelica regalandole uno dei suoi sorrisi più belli. 


Anna prese un grandissimo respiro e poi le abbracciò, si catapultò completamente tra le loro braccia, come per trarne forza e coraggio. 



Le sue amiche erano lì, non sarebbe stata sola.


S'incamminarono insieme verso l'entrata della baita, trascinandosi dietro le proprie valigie, eccetto Viky; la sua valigia l'aveva portata Giulio, e aveva solo il suo zainetto in pelle nero sulle spalle. La porta era lì, e il chiacchiericcio che veniva dall'interno era ora più nitido.



Angelica si voltò verso di lei, così come Viky, e le sorrisero.


"Pronta?", le chiese la bionda.

No.

"Si", rispose lei prendendo un altro respiro bello forte. 


Viky allora aprì la porta poggiandoci sopra il palmo della mano, spingendola verso l'interno. Il vociare si fermò di colpo, e le tre entrarono in fila indiana una dietro l'altra. Fu Anna a chiudere la porta, essendo stata l'ultima ad essere entrata. Quando si girò, alzò il viso incontrando gli sguardi di tutti i presenti che sembrarono scrutare solamente lei.


C'erano proprio tutti: Tuwaine la guardò con indifferenza, così come anche Charlotte ed Harrison, Sam ed Harry erano lì imbambolati a fissarla come se fosse appena entrato un mostro a due teste, accanto c'erano Tatiana, Jacob e Giorgio che le sorrisero, entusiasti di rivederla dopo tanto tempo. Vicino a Giorgio c'era un ragazzo alto e magro, castano con i capelli mossi, occhi azzurri e un piercing alla bocca, quello doveva sicuramente essere Charles. Quest'ultimo le riservò un sorriso di circostanza. E poi il fatidico colpo al cuore, quel dannato cuore che aveva fatto mille capriole solo rivedendolo lì, in piedi, con gli occhi lucidi e i capelli scombinati. Le labbra quasi gli tremarono e inghiottì a vuoto, incapace di muovere un solo muscolo. Tom era perfetto, lo era sempre, e si era fatto crescere un po' di barba, ma sotto di essa si nascondeva l'eterno Peter Pan dolce e premuroso che era sempre stato. Non poteva esprimere a parole quanto le fosse mancato e quanto volesse correre nelle sue braccia e starci lì senza parlare, lontana da tutti, lontana da Claudio, lontana dalla sua stupida vita. Solo qualche secondo dopo, però, si accorse di una ragazza che lo teneva per un braccio, di media statura e con i capelli praticamente uguali ai suoi, con la differenza che erano contornati da alcuni colpi di sole. Aveva un viso abbastanza tondo, gli occhi castani e le labbra carnose così come le sue. La stava guardando dall'alto al basso con un'espressione inviperita, mentre con il braccio libero si teneva il fianco. 


Anna era diventata completamente rossa, non riusciva ad articolare nemmeno una parola. Rimase lì immobile, a fissare tutti e ad evitare lo sguardo di Tom che la stava completamente studiando.

"Ragazzi!", esclamò Angelica cercando di superare l'imbarazzo venutosi a creare.

"Bambola!", esordì Tatiana andandole incontro per baciarla.


Non si vedevano da una settimana, poiché Angelica, Viky e Giulio avevano deciso di passare almeno una settimana a Napoli con le loro famiglie prima di partire per Cortina. 


Viky riabbracciò Giorgio e Jacob si avvicinò ad Anna.

"Non ci credo che tu sia qui!", le disse l'attore avvolgendole le braccia intorno al collo.


Anna si lasciò andare tra le braccia del suo amico; le era mancato tantissimo, infondo aveva legato molto anche con Jacob, ed era stato uno dei pochi a non andargli contro dopo la fine della sua relazione con Tom.

"Non ci credo nemmeno io", gli rispose.

"Come stai?"

"Non lo so, credo bene. E tu?"

"Sto bene, sono felice di essere con tutti voi qui."


Sciolsero l'abbraccio e si guardarono per qualche altro secondo, poi Jacob andò a salutare le sue amiche, mentre lei salutò Tatiana e Giorgio. 


"Temevamo che non saresti venuta", ammise la spagnola.

"È vero, ma ho sperato che tu venissi, altrimenti non sarebbe stata una vera reunion!", continuò Giorgio.

"Beh, sono qui, ma noto che si sono aggiunti nuovi elementi alla squad, no?", rispose lei osservando per un attimo la ragazza accanto a Tom che non le staccava gli occhi di dosso. 

"Si, ci sono Charles e la nuova ragazza di Tom, ma potrebbe esserci anche il tuo ragazzo. Non verrà?", le domandò Giorgio.

"Negli ultimi giorni forse potrà liberarsi e verrà a trovarci, è impegnato col suo lavoro al momento."

"Sarei entusiasta di conoscerlo", fece Tatiana.

"Spero che tu possa conoscerlo presto Tati, e Giorgio, mi presenterai il tuo ragazzo?", gli sorrise Anna.

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