La figlia di Estia

CAPITOLO III

Era come se il mondo mi fosse crollato addosso.
La mia prima impresa dopo neanche mezza giornata che ero al Campo, Leo mi guardò compassionevole. Non era lui il fuoco della profezia, me lo sentivo, sapevo di essere io.
Poco dopo andammo tutti a dormire senza proferir parola, il giorno dopo avrei iniziato ad allenarmi...Evviva!
Ovviamente ero ironica, volevo una vacanza normale, il mio migliore amico tornò in quel momento con Nico, sembravano scossi, Chirone li fece strada verso la Casa Grande, chiuse la porta.
Ovviamente li spiai, però non capii tutto la mia conoscenza dell'Americano non era molto ampia...Ok era un dettaglio significativo, però non lo sapevano tutti perché sennò avrebbero iniziato a parlare lentamente come si fa con i bambini...
Delusa me me andai ad ascoltare musica nella cabina di Hermes, avrei dormito lì finché non ci fosse stata una cabina per i figli di Estia.
Mi sdraiai e feci partire la mia playlist con i brani dei Måneskin, nessuno sa che li ascolto ma solo perché molte persone sono prese dalla trap...Mi misi gli auricolari e iniziai mi sdraiai, una canzone dopo Connor mi venne vicino e mi tolse un'auricolare, se lo mise e si sdraiò vicino a me.
Sebbene ci conoscessimo si e no da un'ora, mi stava molto simpatico e mi faceva piacere che stesse con me.
"Nicole ma non sono canzoni americane o inglesi"
"Si, bhe io sono italiana"
"Oh, lo parli bene"
"Le mie conoscenze di questa lingua sono molto ristrette"
Lui mi sorrise e corrucciò la fronte.
Travis entrò nella cabina, lui e gli altri erano rimasti per il falò, ci fissò e un sorriso gli comparve in volto...
"Ciao Travis, levati quel sorriso dalla faccia, gli sto facendo sentire della musica"
Lui divenne serio e iniziò a chiedersi come avessi fatto a vedere il suo sorriso senza girarmi a guardarlo, semplice, me lo ha insegnato Will.
"A che pensi?"
"A casa mia"
Dopo quella domanda mi studiò, mi guardò negli occhi. Mio padre diceva sempre che li avevo come quelli del fuoco, io gli dicevo che no era vero ma ora capivo perché lo diceva.
"Connor?"
"Dimmi?"
"Ma io non so chi sia Percy..."
"Te lo spiegherà lui quando arriverà"
Non feci altre domande, mi addormentai, non lo feci apposta ma ero esausta.
Mi svegliai la mattina dopo con Connor vicino a me, ero sorpresa di non aver ricevuto scherzi da parte degli abitanti della cabina 11, tutti dicevano di non fidarmi degli Stoll.
Connor si svegliò.
"Buongiorno Nicole"
Ci alzammo e andammo a fare colazione.
Arrivati alla mensa salutai Leo e mi sedetti vicino a Travis perché volevo farmi altre amicizie oltre a Connor, lui si sedette vicino a me perché era l'unico posto, quando arrivò il momento delle offerte i figli di Afrodite si girarono a guardarmi con uno strano scintillio negli occhi Travis sussultò.
"Nicole..."
"I figli della dea dell'amore ti tengono sott'occhio..."
La mia mente vaga molto velocemente ma non individuali nessuno che mi andasse bene.
Una ragazza con una trucco molto pesante e un Eye-liner azzurro mi prese un braccio.
"Attenta ragazza nuova io e la mia cabina tu teniamo d'occhio"
Finito o di mangiare me ne andai in spiaggia, mi rilasciava sempre.
"Ehi graecus!"
Solo una persona mi chiamava così
"Will! Che bello"
"Io devo ripartire ma torno presto. Devo andare a recuperare Percy e Annabeth alla scuola mortale dove vanno"
"Posso venire?"
"Stavo per chiedertelo io"
"È un si?"
"Si"
Ci vollero più o meno 30 minuti
"Ho saputo da Piper che i figli di Afrodite ti osservano"
Sbuffai e gl dissi che non doveva preoccuparsi.
"Inizio a odiare i figli di Afrodite"
"Ti posso capire"
Mi girai e lo fissai negli occhi lui si girò.
Il pulmino si fermò e noi scendemmo.
Due ragazzi con delle maglie arancioni salutarono il mio amico e ci vennero incontro.
"Ciao!" dissero all'unisono
Will li aggiornò su quello che era successo e un'ombra si fermò sui loro volti.
Salirono in auto e ci dirigemmo verso il Campo Mezzosangue

ANGOLO AURICE
Ho sempre visto Connor e Travis un po' incompresi e soli nonostante avessero molti amici quindi...Ho pensato che alcune personcine mi avrebbero aiutato.