16 NOVEMBRE 1986
Il muro della scuola sembrava ripido visto dal basso e in un certo modo quell'ammasso di pietra e calce appariva quel giorno ancora più inquietante osservato nella completa solitudine. Era da due settimane che Jessica non aveva notizie di Archie, per la precisione nessuno lo aveva più rivisto a scuola e nessuno di quelli che lo conoscevano aveva la minima idea di cosa gli fosse successo. Tutti almeno tranne lei.
Jess era stata l'unica ad averci parlato il 25 ottobre, mentre entrava in macchina con la propria tata e se gli fosse successo qualcosa, si diceva, forse non se lo sarebbe mai perdonato. D'altra però poteva andare peggio, in altri termini, poteva già essersene andato lontano e questo l'avrebbe ferita più di qualunque altra cosa.Guardò ancora l'edificio ripensando se avesse preso tutti i libri, poi attraversò di corsa il marciapiede e si imbucò all'interno dell'istituto. Prima di Archibald, Jess era sempre stata sola e adesso, rifletteva attraversando il corridoio, sembrava destinata a tornarci se non avesse trovato qualcuno con cui sostituirlo, ma farlo sarebbe stato complesso. Come avrebbe permesso ad un altro ragazzo, pensava, di prendere il suo posto o con quale coraggio si sarebbe lasciata andare di nuovo? Il suo cuore era troppo debole da permettere a qualcuno di pretendere affetto e per qualche ragione, per quanto affermasse di rifiutarlo categoricamente, preferiva starsene da sola.
Entrò in aula per prendere il tavolo in ultima fila, poi tirò fuori qualche libro e provò a ripetere l'ultima lezione. Da quando tutta quella storia era cominciata, non c'era stata una sola notte in cui fosse riuscita a dormire e non sapeva quanto sarebbe andata ancora avanti, poiché non poteva permettersi di addormentarsi sul banco.
《Guarda chi c'è... Jessica!!!》 sghignazzò superando la porta 《Sei tutta sola ora ... poverina.》 sussurrò un'altra avvicinandosi al tavolo.
Jess cercò di rimanere indifferente tenendo la testa rivolta verso il basso 《Smettetela per favore.》
《Stai male per il tuo fidanzatino?》
Le mani fremevano per la rabbia e per l'umiliazione, per quanto cercasse di tenerle serrate.
《Io non sono innamorata di nessuno》 esclamò
《State dicendo cose senza senso.》 aggiunse di colpo, poi le riabbassò all'altezza delle ginocchia .La signorina Francisca le sfiorò la spalla provando a provocarla 《Non arrabbiarti con noi Jess, se Archibald se ne è andato non è colpa di nessuno. Già si, non te lo ho detto ... scrivere AE in fondo al libro di matematica non è una cosa molto intelligente ... ma voi, insomma quelle come te, sono tutte stupide》 rispose poi buttandogli a terra i quaderni 《 Vedi...》continuò 《Non sei capace nemmeno di reagire.》
Se Jess avesse potuto o se soltanto il suo fisico glielo avesse concesso, gli avrebbe sbattuto la testa al muro e l'avrebbe obbligata a chiedere scusa, ma non poteva permetterselo, non ora almeno che sperava di ricevere la borsa di studio.
Rimase in silenzio raccogliendo da terra tutti i fogli. 《Siamo solo amici.》 mormorò piano 《E poi non voglio litigare.》
《Perché noi vogliamo per caso? Diciamo solo la verità》 disse Manuela, l'unica rimasta vicino all'entrata e collocata nei banchi di mezzo.
《Francisca, Manuela e Martina andate subito a posto e smettetela di importunare》gridò l'insegnante appena accorsa in aula 《E raccogliete le cose. Tu piuttosto, Rox, va tutto bene?》
Jess annuì con la testa. 《Non è successo niente》sussurrò piano per provare a calmarsi 《Stavano solo scherzando》 aggiunse.
《E che sia l'ultima volta però per tutti quanti》rispose lei tirando fuori gli appunti per la spiegazione 《Non voglio problemi in questa classe》 disse di scatto.
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Quello che mi resta di te
Historia CortaBARCELLONA, 1989 - Jessy ha appena compiuto diciassette anni ed è convinta, nonostante il corpo piccolo e mingherlino, che tutto sia facile da raggiungere e che con un pò di dedizione si possa costruire il proprio futuro. Di questo è sicura, ma quan...