Capitolo 18 "Non sei la persona che credevo."

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Io: Mi stai facendo preoccupare.
Leon: Intendo dire che tu non potresti credere a ciò che ho fatto. Ho mentito. Non ho mai avuto una ragazza durante la nostra relazione. Era solo un modo per vedere la tua reazione,ma ho sbagliato. Sono uno stupido. Credimi,se fossi innamorato di questa presunta ragazza,non sarei qui a darti spiegazioni dopo un giorno. Mi dispiace.
Io: Non posso crederci,mi sto davvero meravigliando di te Leon. Non sei la persona che credevo. Adesso sono più arrabbiata di prima!
Leon: So la persona più brutta che tu possa mai aver visto. Lo so. Allora ti capisco,ciao Violetta. Spero che un giorno potrai perdonarmi.
Chiusi la chiamata,e mi sedetti sulla poltrona a gambe accavallate,e pensai fissando il pavimento.
Non sapevo se perdonarlo,mi ha fatto molto male. Però d'altra parte ha ammesso tutto senza che io lo scoprissi.
Papà: Che ti ha detto,allora?
Io: Era tutta una menzogna. Non ha mai avuto una ragazza all'infuori di me. Lo faceva o per divertimento,oppure non sapeva se fidarsi. Io non so se perdonarlo,papà!
Papà: In questo non posso aiutarti,devi ascoltare il tuo cuore.
Io: Il mio cuore non lo sa precisamente. Non parla come dovrebbe.
Papà: E cosa ti dice di così strano?
Io: Che dovrei perdonarlo,ma dimenticarlo. Perché ha paura che mi faccia nuovamente soffrire.
Papà: Allora ascoltalo. Fidati,non sbaglierai,sono più vecchio di te e ci sono già passato.
Rise.
Sorrisi a sua volta.
Io:Grazie. Grazie davvero.
Ci abbracciammo intensamente e se ne andò nel suo ufficio.
--La mattina seguente.--
Allo studio,vidi Leon parlare con Pablo, e cercai interromperli 'educatamente'. Sono pur sempre una gentil donna no? :')
Io: Pablo,perdonami,potrei parlare un minuto con Leon da sola,per favore?
Pablo: Sì certo,torno tra cinque minuti.
Io: Grazie.
Leon: Dimmi.
Io: Ci ho pensato,e ti voglio perdonare. Però,preferisco che restiamo compagni di lavoro e basta,non voglio soffrire di nuovo. Abbassò lo sguardò imbronciando le labbra.
Leon: Va bene,capisco. Compagni di lavoro,allora?
Io: Compagni di lavoro.
Sorrisi.
Dopo,Leon tornò a parlare con Pablo. Ed Alex venne a parlarmi.
Alex: Hey,noi dovremmo parlare. Sorellastra.
Io: Cosa vuoi?
Alex: Per favore non rivolgerti così, non credevo che tu non sapessi che quella no era veramente tua madre,e io volevo scherzare dicendo "Quella è mia madre,non la tua" e non capivo perché te la prendesti così tanto.
Io: Senti,ti perdono.
Strusciai le mani ai miei pantaloni.
Niente rancori,ma non chiamarmi sorellastra,solo Violetta,okay?
Sorrisi.
Alex: Sì,scusami. Allora potremmo essere amici?
Io: Certo.
Ci sorridemmo.
Alex:Allora ciao,amica.
Io: Ciao.
Alzai la mano per salutarlo e andai in aula piano, avevo scritto una nuova canzone,ed era tanto che non la provavo. Cantai 'Podemos' che in passato dedicai a Leon. Mi faceva male cantarla,ma non potevo lasciare un lavoro a metà.
Entrò Francesca,sorrise e venne accanto a me a vedere gli accordi,che sembrava gli piacessero molto.
Io: Hey.
Francesca: Vilu,questa canzone è stupenda. Ma a chi ti sei ispirata?
Io: L'avevo dedicata a Leon,prima che tutto ciò succedesse.
Francesca:Si,ho saputo che era tutta una farsa la sua. Mi dispiace moltissimo,Vilu. Ma tu che hai fatto?
Io: Un momento,come fai a saperlo?
Francesca: Leon ne ha parlato con tutti,ormai tutto lo studio lo sa. Ciò che non capisco è perché racconta la brutta cosa che ha fatto.
Io: Ooh,no. Ora mi sente.
'Alzai i tacchi' e andai da lui.
Io: Ma quante ne combini,eh? Tre in un giorno! Ma santo cielo,non ti vergogni!?
Leon: Violetta calm..
Io: NO! STA ZITTO! Non ti sopporto veramente più! Non ti voglio più rivedere! Ti odio!
Feci per andarmene,ma mi strattonò per un braccio,mi porto di fronte a lui,e mi baciò. Tutto in un impatto.
Scusatemi se sono corti in questo periodo,l'ispirazione mi viene solo sul punto cruciale :')

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