Capitolo 20 "La Violetta conosciuta è stata dimenticata."

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Papà: Ma Violetta, ti ho detto di chiarire con lui, perché vuoi andartene?

Io: No papà,lui non c'entra. Sono io. Meglio,Ludmilla mi ha aperto gli occhi. Non sono la benvenuta allo studio.

Papà: Questo lo dice solo Ludmilla o anche gli altri?

Io: ..beh..Ludmilla..però..

Papà: Però niente! Lo vedi? È sola invidia, non hai motivo di volerti trasferire. Poi, per la prima volta ho stabilito Buenos Aires come luogo fisso di lavoro. Non me ne posso andare,o perderò il lavoro.

Io: Non voglio farti questo. Però..non riesco a trovare il modo di compiacere a Ludmilla. Si rifiuta di lavorare con me e in più mi ridicolizza sempre.

Papà: E tu vorresti andartene per dare soddisfazione ad una persona che non vuole altro che la tua sofferenza?

Io: SÌ.

Papà: Violetta..!

Io: Che c'è? Voglio solo che Ludmilla non abbia problemi.

Papà: Hey. Guardami. Non si può piacere a tutti.

Io: E cosa dovrei fare?

Papà: Ascolta il tuo cuore. Non ragionare per conto degli altri. Lo Studio On Beat è la tua passione. Non abbondarlo per un ottuso capriccio di una ragazzina. Va bene?

Io: Va bene...grazie papà!

Lo abbracciai,lo strinsi forte tra le mie braccia.

Tornai allo Studio per parlare con Ludmilla,ma non la trovai da nessuna parte. Chiesi ad ogni alunno,ma nessuna traccia di Ludmilla. La cosa strana, è che tutti mi guardarono in malo modo. Furono maleducati,a dir la verità. Poi passò Leon.

Io: Leon!

Sorrisi. Lui mi vide,ma mi ignorò.

Lo seguii perché c'era qualcosa che non mi quadrava.

Io: Leon!? Perché mi ignori?! Cosa ho fatto?

Lui sbottò.

Leon: Cosa hai fatto?!? Ma non ti vergogni? Credevo che Ludmilla fosse la più falsa,invece mi sbagliavo.

Mi squadrò con disgusto.

Io: Cosa? Dai a me della falsa quando tu sei stato il primo a...

Leon: Oh no Violetta, non dare la colpa a me adesso! Quello che ho fatto non si può paragonare a ciò che tu hai provocato!

Io: Ti prego dimmi che è successo, qualsiasi cosa abbia fatto non sono stata io!

Leon: Hai mandato in rovina lo Studio, e hai scritto cattiverie su ogni studente di questa scuola e lo hai pubblicato sul web! Ti sembra poco?

Io: Cosa!? No no. Aspetta. Dimmi che è uno scherzo.

Leon: Non ti voglio più vedere.

Io: Leon guardami! Conoscendomi, credi davvero che sia stata io?!

Lui mi fissò negli occhi. Non rispose,e se ne andò.

Poi, una voce femminile felice e crudele proveniva dalle mie spalle. Era Ludmilla.

Ludmilla:Oh, ciao Violetta.

Rise.

Ludmilla: Ti piace quel che ho fatto? Ho creato una "guerra" contro di te. Bello,no? Adesso tutti ti odiano. Mmmh, che ne dici ti trasferiti?

Continuò a ridere. Non so come abbia fatto per farsi passare per me,ma ciò che mi interessava era quello che aveva fatto. Ero contro ogni ragazzo e ragazza della scuola.

Io: Non posso crederci. Sei davvero arrivata a tanto?

Il suo sguardo non "rise" più. Alzò un sopracciglio e disse determinata,

Ludmilla: Io sarei capace di molto di più. Tu non sai chi sono, non mi conosci. Se voglio qualcosa la ottengo. Punto. Ormai ti ho rovinato la vita qui a Buenos Aires, perché la voce si è espansa in tutta la città. Hai due scelte: o cambi Paese, o cambi identità. Io consiglierei la prima.

Violetta,la storia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora