Dormí poco e male.
Cesare si svegliò più volte, si rigirò nel letto per ore ed infine, si alzò.
Era tormentato: da cosa non lo sapeva neppure lui.Seduto sul letto si stropicciò gli occhi e guardò poi fuori dalla finestra: il cielo era color rosa confetto e l'alba stava ormai arrivando.
Si mise le infradito, prese una maglietta bianca che aveva appoggiato forse il giorno prima sul comodino e scese in giardino, le mani dentro alle tasche dei pantaloni verdi che gli arrivavano sopra le ginocchia.
In giardino si sedette sulla panchina vicino all'ingresso, lasciandosi cadere, osservando il cielo e respirando a pieni polmoni, come per calmarsi.
Poi chiuse gli occhi, cercando di riflettere: cosa lo tormentava?
Ripensò alla strana sensazione che gli attanagliava il petto dal primo risveglio della notte.
Perché?
Si concentrò, stringendo forte gli occhi, pensando intensamente.
Poi, piano piano, la memoria gli tornò: un sogno, era tutta colpa di un sogno.
Cercò con grande fatica di ricordarlo, ma era come cercare di intrappolare il fumo: quello continuava a sfuggirgli tra le dita.
Stava per alzarsi e durare un calcio a qualcosa quando, un'immagine precisa e nitida su formò nella sua mente.
Rivide Clara, alle medie, mentre lo fissava con gli occhi lucidi, mentre distoglieva lo sguardo abbracciando Federico, sul pullman, in gita.
Un'immagine che lo tormentava da anni, da quando alla gita della seconda media aveva fatto quella dannata scelta.Non ricordava neanche dove stessero andando, forse al museo egizio di Torino, o forse no, non era quello l'importante.
No, l'importante era che aveva deciso di non pensare a Clara, di escluderla.Era ormai più di un anno da quando si era accorto di provare qualcosa per lei ed era terrorizzato dal fatto che quello potesse rovinare la loro amicizia, così, all'inizio della seconda media si era autoconvinto che gli piacesse Ilaria, la ragazza della classe affianco, più piccola di lui di un anno.
Ne parlava sempre, un po' per vedere come reagiva Clara, anzi, probabilmente solo per quello.
E dall'amica trovò sempre la stessa reazione: un sorriso e niente di più.Quindi ogni giorno che passava si convinceva di non valere niente per Clara, almeno non in quel senso: erano amici, niente di più.
In gita quindi, un po' smosso dall'euforia del momento dato che la ragazza aveva confessato di provare qualcosa per lui, un po' perché sicuramente faceva figo, aveva baciato Ilaria.
Una volta, due volte, tre volte, e presto si era dimenticato della gita, delle cose da vedere, delle promesse fatte a Clara, come quella di stare vicini sul pullman.
Era euforico, si sentiva voluto, apprezzato e Ilaria era una bella ragazza.
Era ora di superare quella strana cotta per la sua migliore amica e quale momento migliore se non quello?Ma ogni certezza cadde quando incontrò quegli occhi color nocciola, i suoi occhi preferiti, e li trovò pieni di lacrime.
Si odiò, come poche volte nella sua vita.
Clara, la sua Clara, stava così per colpa sua.Cesare si riscosse, aprendo gli occhi.
Possibile che a distanza di più di dodici anni quell'evento lo tormentasse ancora?Si alzò, calciando un sasso del cortile, arrabbiato con se stesso.
Sospirò, fissando il sasso che ormai aveva smesso di rotolare e si era fermato ai piedi del cancello.
Anche se era stato un coglione, almeno dodici anni prima riusciva ancora a capire cosa facesse star male Clara e allo stesso modo, riconosceva che fosse così facile farla stare meglio.
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Ti terrò per mano // Cesare Cantelli
Fanfiction"Ti terrò per mano", una storia che ha fatto venire a galla molte emozioni e sentimenti, una storia di amore, amicizia, gioia e dolore, sempre dal punto di vista di Clara, la protagonista. Con questa ultima storia sulla serie di avrà per concludere...