Capitolo 3.

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Si svegliò con Chewbe che gli leccava il viso.
Sorrise ancora prima di aprire gli occhi, poi con molta calma, si girò verso la sveglia che aveva sul comodino: erano le 8:23.

Si alzò, stiracchiandosi e si avviò in cucina, dove stranamente trovò suo fratello Claudio intento a cucinare.

"Come mai fuori non piove?"
Chiese ridendo e lasciandosi cadere sulla sedia, sbadigliando sonoramente.

Claudio alzò gli occhi al cielo mentre con un cucchiaio in legno rigirava le uova strapazzate.

"Ingrato, apprezza che stia cucinando anche per te"

Cesare non disse altro e tirò fuori il telefono, leggermente stupito dal fatto che il fratello stesse cucinando: non era decisamente lui il cuoco di casa.

Guardò quindi i messaggi arrivati quella notte sul gruppo e vide le foto che avevano fatto io giorno prima sui colli, concentrandosi involontariamente su Clara.

Vederla così splendente gli faceva proprio bene al cuore e pensò anche che era molto tempo che non la vedeva così leggera.
Tra i mille turni, gli impegni e la loro quotidianità così frenetica effettivamente sia lui che Clara avevano avuto poco tempo.
Poco tempo per parlare, poco tempo per capire e riflettere su cosa non stesse andando.

Si fermò a pensare all'ultima volta che l'avesse vista così, come in quelle foto, e subito gli venne in mente la vacanza di quell'inverno, sei mesi prima.

Erano andati per capodanno ad Edimburgo e li aveva raggiunti anche Fede.

Mentre Claudio portava in tavola la colazione, lui si mise alla ricerca di una foto specifica, LA foto di quella vacanza.

La ricordava bene: l'aveva scattata per far sì che quel momento rimanesse impresso nella sua mente per sempre.
Erano nel cimitero di Greyfriars, famoso per essere popolato da spiriti e spettri, una delle cose più caratteristiche da vedere.

Clara era affascinata da quel luogo un po' cupo e tetro e, nonostante fosse inquietante a tratti data anche la luce del giorno che piano piano spariva e la nebbia che si alzava, lei volteggiava radiosa, felice di essere in quel luogo pieno di storia e suggestivo.

Clara aveva quel potere magico: far splendere anche i luoghi più bui, semplicemente con lo sguardo o col sorriso.

Senza pensarci caricó la foto proprio mentre Claudio lo guardava col sopracciglio alzato:

"Allora, sono buone le mie uova?"

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Si grattò la gamba nervoso.
Clara sarebbe arrivata a momenti e ne avrebbero parlato, quello era poco ma sicuro.

Sicuramente non sarebbe stato zitto dopo aver saputo da Federico di questo fantomatico cardiologo, nonché nuova frequentazione di Clara.

Ancora una volta gli si poneva la stessa domanda: perché non gliene aveva parlato?
Era vero anche che Clara, dopo il casino successo anni prima con Edoardo, il suo ormai ex storico, non gli parlava più liberamente delle sue frequentazioni, almeno che non diventassero serie.

Ti terrò per mano // Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora