<31 ottobre 2013

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Ieri è stato il mio compleanno e sono andata a mangiare fuori con le mie amiche.
Oggi a scuola c'è uno strano fermento, ma non ci faccio caso. Sembra che tutti mi nascondano qualcosa.

La mattinata finisce subito tra le lezioni strazianti intervallate dalle risate con gli amici.

Sono le cinque e a casa mia c'è il mio migliore amico e sua madre.
Io e Ale siamo bellamente sdraiati sul
divano, quando sua madre gli lancia una strana occhiata.
"Dai Sha, alzati e vatti a lavare e vestire che usciamo a mangiare", dice Ale.
"Non ho voglia dai", mi accoccolo al suo petto.
"Non fare la sfaticata", faccio per alzarmi quando mia mamma dice "Vai giù dalla nonna a lavarti."
"Va bene", prendo la maglietta a fiori presa con Verdiana e Deborah (sarò anche una sentimentale, ma è un modo per sentirle vicine), un leggins nero e le mie solite Air Force bianche (che amo da morire).

Mi faccio una lunga doccia, e con molta calma mi lavo i capelli ribelli.

Quando esco sono le sei e quarantacinque, mi asciugo i capelli che vorrei piastrare ma non ho abbastanza tempo.
Mi trucco come al solito, e quando mi guardo allo specchio posso dirmi soddisfatta dalla mia immagine riflessa.

"Nonna, allora, come sto?" Le chiedo scherzosa dandole un bacio.
Dalla finestra vedo due fari che si fermano davanti al cancello di casa mia, quindi mi volto verso mio nonno che guarda la televisione.
"Aspettate qualcuno?"
"Chi? Noi? No, saranno quelli di sotto.." Risponde.
"Sharon vieni con me ad aiutarmi in camera" Mi urla mia nonna dalla sua camera da letto.
"Aspetta nonna voglio vedere di chi è la macchina!"
"Corri Sharon, muoviti"
E mi precipito dalla nonna.

"Io salgo a casa, mi staranno cercando", dico dopo aver finito con mia nonna.
"Aspetta Sharon vieni ad aiutarmi con il computer!"
"Ma nonno devo andare a casa, dobbiamo uscire!" Rispondo con il morale sotto i piedi.
"Dai!" E vado ad aiutare mio nonno che smanetta quel povero computer.

Sento il telefono di mia nonna e glielo porgo.
"Va bene, va bene" sento che dice.
Poi si rivolge verso di me.
"Vai su da tua madre, dai"

Salgo le due rampe di scale e apro la porta di casa.
"Ale, allora andiamo? Sto morendo di fa.."
Non ho il tempo di finire la frase che vedo i miei amici più importanti tutti uniti per me.
Mi appoggio alla porta con le lacrime agli occhi.
"Siete tutti degli stronzi!" Urlo, prendo un palloncino da per terra e lo lancio contro di loro.
Ci sono Marco, Alessandro, Bea, Greta, Luca e Alessia. Mancano parecchie persone perché sono partite per il ponte, ma a me va bene così.

Mi avvicino al mio migliore amico, e gli salto praticamente addosso, le mie gambe sono intorno ai suoi fianchi e con le mani gli prendo la testa e gli sussurro: "So che è stato tutto merito tuo, stronzo. Me la pagherai!" Gli schiocco un bacio sulla guancia, e mi lascia giù con un sorriso.
Saluto tutti i miei amici, sorpresa di vedere l'Alessia, che abbraccio calorosamente e poi vado verso Luca.
"La farò pagare anche a te, stronzo che non sei altro" Dico buttandogli le braccia al collo.
"Auguri amore mio." E mi bacia.

La serata trascorre tra musica e assordanti risate.
Sono seduta sulle gambe di Luca, e stiamo giocando ad obbligo o verità, quando parte la canzone dei Due Di Picche "Fare a meno di te".
Penso al cartellone che ho fatto a Luca tempo prima ma che non gli ho mai dato.
Mi alzo e lo prendo per mano "Arriviamo subito" Dico sorridendo.
Lui è confuso, e lo porto in camera mia.
Gli indico il cartellone appeso alla parete.
"Non dire mai 'bye bye' non dire mai 'vai via', resta insieme a me io non chiedo di meglio. Tanto oramai già sai che sei e sarai Mio. E anche se io sto cercando ancora mille scuse, è chiaro che ora io non posso più fare a meno di te!"

"Allora te lo ricordi?" Dico ridendo.
"Dopo me lo prendo" Risponde.

Lo abbraccio di slancio.
"Ti amo" Dice.
Faccio un sorriso provocante.
"Ti amo anch'io"
E ci diamo un bacio, uno quelli difficile da dimenticare.

Se l'amore non sei tu, io l'amore non so cos'è.

Il richiamo dell'angelo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora