10 Settembre 2014.

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Il primo vero bacio..
e l'ultimo.

Avevamo messaggiato fino a notte fonda, come non facevamo da tanto tempo. Oddio, quanto mi era mancato.
Parlavamo di tutto senza litigare, fantasticavamo, mi diceva che gli mancavo, che aveva bisogno di me.
'Che fai domani?', mi chiese.
'Molto molto probabilmente, esco con Ilenia, e tu?', risposi.
'Sono da solo tutto il giorno, ci vediamo?'
'Ma non voglio paccare l'Ile.'
'Daaaii, lei la vedi a scuola, magari noi non ci vedremo per tanto e tu mi manchi da morire'
Accettai, e una volta esserci messi d'accordo sull'ora e tutto, siamo andati a nanna.
Non ho preso sonno subito, e mi sono messa a fantasticare sulla storia della nostra amicizia, e tutti gli alti e bassi che ci avevano portato lì.
Me l'aveva scritto lui in un messaggio, eravamo come Tom e Jerry, si odiavano, ma poi non riuscivano a stare separati. D'altronde, non esisteva un Tom senza un Jerry, e un Jerry senza Tom, e noi non facevamo eccezione.
La mattina mi ero alzata, avevo fatto colazione e avevo cazzeggiato. Dopo la doccia, ed essermi vestita ho chiamato di mio padre per portarmi a saronno.
'Con chi ti vedi?', papà curiosone.
'Luca, papà, con Luca', risposti guardando altrove.
'Ti piace ancora?' , 'Papà! No, ho smesso, non voglio più piangere, ho finito le lacrime.'
Mi ha sorriso, e sono scesa salutandolo.
Avevamo appuntamento davanti a una pizzeria bicentenaria e non vedondolo ho preso tempo con Alessandra.
'OH MIO DIO ALE, piango, devo vedermi con Luca, oddio piango, ho le farfalle nello stomaco!'
'L'abbiamo visto prima!' Risposero in coro lei e la sua amica.
Nel frattempo mi aveva scritto dicendo che andava un attimo in farmacia, e gli risposti che io andavo un attimo in stazione con l'Ale.
Al mio ritorno, nonstante le rassicurazione di Alessandra, avevo le mani fredde, ed ero fottutamente in ansia. Era appoggiato ad una colonna sotto i portici.
'Buona fortuna!' Mi gridò Ale facendomi l'occhiolino.
'Ciao'
'Ciao'
L'imbrarazzo era palpabile, e talmente denso che avrei potuto tagliarlo con un coltello.
No sapendo dove stare abbiamo optato per il 'nostro parco'.

Quando sono con lui mi viene in mente la musica, si insomma mi fa cantare.
Com'è bello dire a una persona "tu mi fai cantare?"
È come dire "Con te mi sento talmente bene, talmente a mio agio che mi fai cantare."

Siamo sulla collinetta del parco dove ci vediamo sempre, e parliamo.
Ad un tratto, c'è un momento di silenzio.
Io ti guardo, e tu mi guardi, e sembra c'abbiano investiti.

Spezza il silenzio tendendomi una mano, e io capisco. Lo fa sempre quando ha bisogno di un abbraccio.
Mi avvicino e mi cinge con le braccia, io chiudo gli occhi e respiro il suo profumo, quel profumo che m'ha sballato più di ogni altra cosa io abbia bevuto o fumato.

Mi stacco e gli sorrido e lui fa lo stesso.

Le nostre parole sono intervallati da lunghi abbracci. Mi è mancato.

Ora è seduto e io gli sono vicino, e mi prende le mani.
Ed era tipo 'che ci importa di domani?' Stringimi le mani.

Lo aiuto ad alzarsi e lui mi abbraccia di slancio.
Mi stacco sempre io per prima e mentre mi allontano lui mi prende e mi porta a sé.

Le nostre fronti sono l'una sull'altra. I nostri nasi si sfiorano. Io sorrido, con uno di quei sorrisi che gli piacevano tanto quando stavamo insieme.
Se mi bacia ora, muoio.

E senza accorgermene, ci stiamo baciando, come quando stavamo insieme. Come se ci amassimo ancora, come se ci appartenessimo da sempre.

Il richiamo dell'angelo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora