7. è questo il tuo posto

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Eppure nonostante mi faccia irritare, nonostante mi abbia rapita e nonostante quel suo ghigno che mi dà sui nervi sento le farfalle svolazzarmi nello stomaco, insistere e volare quasi via. Sentire i suoi occhi addosso mi fa arrossire, perché è come se nonostante tutto mi reclamasse. E sento il suo lupo farsi strada in lui, come se fosse legato a me.

Vedo i suoi occhi cambiare, diventare rossi come quella volta nel bosco del villaggio. Questo mi fa ricordare però che non so quanto tempo sia passato da quella volta e da quanto effettivamente mi tiene con sè. Scuoto più volte la testa cercando di realizzare ciò che è successo, anche se l'unica cosa che ho realizzato è che mi fa uno strano effetto. Lui mi guarda, non fa altro che guardarmi senza spiccicare una parola, nessuna. I suoi occhi sono diversi, è raro vedere un lycan ma vederne uno che prova a trattenere il suo lupo è quasi surreale. Guardo i suoi occhi, anzi li continuo a guardare, immobile mentre sotto i miei occhi il rosso e il verde si scontrano come se giocassero fra di loro. Non so che significhi, nè se questa cosa sia fondamentalmente importante o un trucchetto per distrarmi. Ma se è un trucchetto penso proprio stia raggiungendo il suo scopo. Più li guardo più mi ci perdo dentro, più non vorrei staccarmi. È seduto sulla sedia dietro la scrivania nel suo ufficio ed è da circa dieci minuti che mi fissa in silenzio, probabilmente perché è da dieci minuti che sono davanti la porta immobile.

-Allora che stavi guardando?- dice tranquillo anche se sento la sua voce con un pò di eco. Non ne sono del tutto sicura ma penso non stia parlando solo lui ma anche il lupo che lo accompagna. Lo guardo spossata, indecisa se dire o meno la verità. -Non avrai mica paura adesso- replica con scherno. Decido allora di evitare il suo sguardo e dire la prima cosa che mi viene in mente

-Stavo guardando le foto nel corridoio, ho pensato che il corridoio fosse il luogo più sicuro al momento-dico guardando una foto che pare raffigurare un uomo e una donna, nella foto apparentemente giovani, con alcuni bambini intorno e un bambino in braccio che è indiscutibilmente molto simile all'uomo che ho di fronte. -Se fossi rimasta in camera saresti stata più al sicuro- -da piccolo eri carino-

-Ah perchè adesso non lo sono?- dice quasi in un vanto, con un ghigno beffardo sul volto. Vorrei dire di no anche se sarebbe palesemente una bugia. E sapete una cosa? L'ho detto.

-No- dico godendomi la sua espressione contrariata, che però dura davvero poco trasformandosi subito in una sfacciata. Ecco ora un pò di paura ce l'ho. Però ormai ciò che è fatto è fatto. Non credevo mica che un uomo, di non so quanti secoli, potesse essere permaloso.

-Beh non mi sembrava proprio così, quando sotto la pioggia non riuscivi a distogliere lo sguardo da me- dice sfacciato alzandosi e avvicinandosi lentamente a me , mi guarda portando una mano sul mio fianco avvicinandosi, pericolosamente, al mio viso. -Dovresti imparare a mentire meglio sai?- dice a bassa voce guardandomi mentre probabilmente divento più rossa di come già ero. Stupida timidezza. Stupido effetto che mi fa. Stupida io. Stupido lui.

Lo guardo stralunata -non sto mentendo- dico cercando di guardarlo decisa. Ma non credo funzioni perchè fa un mezzo bellissimo sorriso che dice tutto. Dice che mi ha palesemente sgamata. Ma poi perchè bellissimo sorriso? No resettati Eli.

-Beh non è colpa tua se ti piace il mio sorriso, dovresti semplicemente accettare che ti piaccio- dice come se intuisse il mio discorso mentale. Come fa? -Beh ti piacerebbe- dico maledicendomi mentalmente per sentire il rossore sul mio viso aumentare, ancora. Non sembra però notarlo e cerco di scappare via dalla sua presa, ancora sul mio fianco.

Sapete qual'è il problema? Che la sua mano è ancora lì e non sembra essersi smossa di un centimetro.

-Devo sempre costringerti a stare con me?- dice guardandomi -Non puoi semplicemente accettare di essere qui con me e parlare come le persone normali?- continua il suo discorso mentre il suo mezzo sorriso scompare rendendo tutto più serio

-Da quel che so i sangue di lupo non sono persone. O sbaglio?- dico la prima cosa che mi viene in mente pentendomene subito dopo. Fa un colpo di tosse, finta, come a voler iniziare uno spettacolo e poi inizia a parlare.

-Secondo la leggenda i sangue di lupo sarebbero esseri umani condannati da una (o già dalla nascita) a trasformarsi in una bestia feroce a ogni luna piena, sebbene ci siano casi in cui la trasformazione è volontaria. Nella superstizione popolare fra voi umani si dice così no? Anche se ammetto di averne sentite di tutti i colori da voi umani in questi anni- dice lanciandomi uno sguardo severo.

-Ora vorrei chiederti, Elisabeth, hai paura di me? Di noi? E' per questo che non volevi essere in una casa piena di sangue di lupo? Me lo hai continuato a mormorare per tutto il viaggio.-

Lo guardo sconcertata, o forse solo confusa. Io non ricordo niente. -Me lo chiedi anche? Mi hai rapita e portata in mezzo ai tuoi simili e chissà per fare cosa- dico liberando quasi tutti i miei pensieri

-Non mi pare di aver fatto nulla di male- ribatte tranquillo. Il chè mi arrabbiare parecchio portandomi a dimenarmi dalla sua presa. Mi lascia, forse per darmi il mio spazio o forse per vedere cosa avrei fatto. -Non sono la tua cavia, smettila di guardarmi come se mi studiassi- dico ormai non ragionando più. Non mi risponde allentando un pò il suo sguardo su di me

-Eppure perchè dovresti avere paura di me Elisabeth? Solo perchè sono un sangue di lupo? O per le leggende che girano sulla nostra figura? Spiegami. Gli umani hanno fatto di peggio ma nessuno li giudica - dice con l'ira negli occhi ma dopo essersi accorto di starmi spaventando vedo che cerca di calmarsi.

-Ormai gli esseri umani non hanno più niente di "umano"- dice e accorgendosi della confusione evidente sul mio viso si spiega meglio -Ormai l'essere umano è un essere vanitoso, senza cuore e crudele-

-non tutti sono così- ribatto confusa dal suo controsenso, cercando di ricordargli che ci sarà sempre una parte diversa dalla massa.

-Le eccezioni sono davvero rare Elisabeth e per mia fortuna tu sei un'eccezione, che la Dea Luna ha voluto salvare donandoti a me- dice convinto, sorridendo lievemente.

-Sai che non sono un oggetto vero?- affermo poco convinta dalle sue precedenti parole -uhm...si si- dice distrattamente facendomi corrugare la fronte. E una domanda si forma lentamente nella mia mente ripensando alle sue parole: Dove sono finita?

Drake ritorna serio e si allontana da me ritornando dietro la sua scrivania -accomodati- dice tetro sedendosi e indicandomi la sedia davanti a lui. Non ho molta scelta se voglio sapere il perché sono qui no? Mi siedo guardandolo e lui si ferma ad osservarmi -So che questo potrebbe non avere alcun senso per te ma ormai è questo il tuo posto e non puoi far nulla per cambiare ciò, purtroppo mi hanno appena detto che siamo sotto attacco e devo recarmi al confine quindi non avrai altre spiegazioni per ora ma cerca di rimanere qui e non ti azzardare a scappare- dice facendo diventare i suoi occhi rossi alzandosi tutto d'un tratto ringhiandomi per poi uscire velocemente dalla stanza chiudendo la porta, sicuramente a chiave e lasciandomi li, in balia a mille dubbi

Non puoi scappare dal tuo Re (revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora