20. Torno da te, ancora una volta 🔞

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Gli ricordava un fiore. Uno di quei fiori che nascono solo d'inverno, rari e dalla bellezza unica. Quei fiori meravigliosi che risaltano tra il colore puro e lattiginoso della neve, che spuntano nonostante il freddo gelo ed il cielo annuvolato. Seokjin era così, la sua bellezza spuntava e attirava gli occhi di tutti tra le miriadi di persone, un fiore raro e incantevole che non vuoi raccogliere solo per non vederlo morire.

"Seokjin cosa ci fai qui?"

Anche sotto la pioggia, completamente fradicio da capo a piedi, Seokjin era meraviglioso.
Erano passati solo alcuni giorni, ma sembrava passata una vita.
Namjoon si rese conto di aver sentito terribilmente la mancanza dell'altro nel momento stesso in cui incrociò i suoi occhi, contornati da gocce d'acqua incastrate tra le ciglia lunghe. Era accovacciato a terra, seduto sui gradini davanti la porta d'ingresso a vetri, ad aspettare il ritorno del biondo sotto la pioggia da ore.
Le sue gambe si alzarono immediatamente quando vide Namjoon di fronte a lui, inclinando leggermente in alto il mento per incontrare lo sguardo sorpreso del biondo, che stringeva la presa sul manico dell'ombrello, chiedendosi se quello fosse o meno un sogno.

"Namjoon..." Sussurrò a voce bassa, così impercettibile che le parole si mischiarono con il ticchettio della pioggia. Quasi non si era accorto del temporale finché la giacca nera non diventò pesante sulle spalle per l'acqua accumulata, la maglia si incollò bagnata sulle curve del petto.
Seokjin chinò la testa, lo sguardo sui piedi di Namjoon che avanzavano lentamente verso di lui, mentre le gocce d'acqua scorrevano sui fili color carbone della sua frangia, si accumulavano alla punta e cadevano sulle mattonelle del marciapiede.
"Namjoon, devo parlarti."
Sussurrò, quando il giovane si fermò proprio ad un passo da lui, l'ombrello adesso riparava entrambi dalla pioggia.
"Parliamo dentro, ti verrà un raffreddore." Disse il biondo, incitandolo ad entrare in casa, ma Seokjin sembrava ancorato all'asfalto, senza alcuna intenzione a fare un passo. Alzò lo sguardo e guardò negli occhi del giovane tra le ciocche che cadevano bagnate sulla sua fronte.
"No, adesso."
Se non stesse diluviando, Namjoon si sarebbe probabilmente accorto delle scie di lacrime secche sulle sue guance, che erano rimaste lì da ore.
Seokjin strinse i pugni lungo i fianchi, il giovane si trattenne dall'afferrare le sue mani e riscaldarle, intrecciandole con le sue, sapeva che Seokjin odiava il freddo e le sue mani erano sempre congelate. Per questo, ogni volta, intrecciava lentamente le sue mani con quelle di Namjoon, ricercando un calore fisico che gli scaldava anche il cuore.
Nell'inusuale silenzio della caotica New York, il corvino borbottò qualcosa che si disperse nell'aria senza che Namjoon riuscisse a comprendere. Quando gli chiese timidamente di ripetere, il biondo si guadagnò un'occhiata imbarazzata dall'altro.

"Ho detto," Il corvino prese un profondo respiro, conficcandosi le unghie smussate nei palmi delle mani, marchiandoli di piccole mezzelune. "Che mi manchi."

Namjoon strinse la presa sull'impugnatura, per un attimo, si sentí solo il ticchettio della pioggia sulla copertura dell'ombrello sopra di loro, mentre un mare di pensieri viaggiavano a 300 km all'ora nella sua mente.

"Mi manchi, Namjoon, terribilemente." Disse tutto d'un fiato, sentendo gli occhi pizzicare per le lacrime ma senza distogliere lo sguardo da quello del giovane.
Le labbra di Namjoon si strinsero in una linea sottile, scrutando il viso dell'altro come se si fosse dimenticato del suo aspetto in quei giorni.
"Ed io? Ti sono mancato, Joon-ah?"
Chiese, sorridendo nervosamente quando non ricevette alcuna reazione.
"Si." Rispose infine il biondo, deglutendo nervosamente. Voleva dire che non solo gli era mancato, ma senza di lui era come vivere in un mondo in bianco e nero. Che le emozioni che Seokjin provoca nel suo petto, Namjoon non le ha mai sentite prima, si chiede se ci sia qualcuno di così fortunato da provare le stesse cose come lui. Seokjin era come una boccata d'aria fresca, il fiore più bello di un giardino, il tramonto, che nonostante tu lo vivi ogni giorno, tutte le volte ti toglie il fiato in maniera diversa.

Let's meet in New York! [namjin] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora