21. Epilogo: Let's meet in New York!

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2 anni dopo.

"Grazie di aver volato con la nostra compagnia. Speriamo che siate soddisfatti di aver viaggiato con noi."

Questa è l'ultima cosa che Seokjin sente poco prima di atterrare e scendere le scale dell'aereo, mettendo piede sul suolo della sua amata New York dopo quasi due settimane.
Era tornato per un po' di giorni in Corea a trovare Eun e suo cognato, che convivevano da poco più di un anno, e aveva fatto visita a Jimin, il suo amico, che promise di venire presto a New York per le vacanze di Natale.
Il Natale a New York, secondo Seokjin, era molto più bello che quello in Corea, nonostante fosse anche più freddo, e non vedeva l'ora che arrivasse per trascorrerlo con i suoi amici.

Si stringe nel cappotto marrone e si sistema la sciarpa in modo da coprirgli bene il collo mentre si affretta ad entrare nell'edificio, la mano che afferra la valigia rosa, quasi non la sente più per il gelo.
Si sa, l'inverno a New York è rigido, freddo, soprattutto a gennaio. È per questo che Seokjin odia l'inverno, è troppo freddo per i suoi gusti. Deve rintanarsi sotto il piumone, stare appiccicato al camino, bere una tisana calda è obbligatorio per riscaldarsi e le sue mani sono sempre insopportabilmente congelate, proprio come il suo naso. Odia doversi ammalare, perché dice di essere brutto quando ha il naso gocciolante.

Per questo si affretta a raggiungere una caffetteria all'interno dell'aeroporto di JFK, ha ancora tempo prima di dover tornare a casa e non ha molta voglia di cercarne una in particolare, in più è stanco per le quattordici ore di viaggio, per cui entra nella prima che vede.
Deve farsi spazio tra la fitta folla di gente per raggiungere la cassa ed ordinare un caffè caldo, "Lo vorrei ben caldo, grazie", chiede alla cassiera, con un sorriso stanco sulle labbra.
Ed è quando esce dalla graziosa caffetteria con un bicchiere di cartone fumante in una mano e la valigia nell'altra, l'espressione sfinita ed il corpo che inizia a risentirne della stanchezza, che i suoi occhi si aprono leggermente.
Lo vede, all'interno del negozio, proprio in vetrina.
Si avvicina lentamente, dando una veloce occhiata all'interno intuisce si tratta di un negozio di libri. Sulla copertina del libro che ha attirato la sua attenzione, vi sono tanti piccoli granchietti sulla spiaggia, in riva al mare, ed il titolo giallo scritto in grande. Si affretta ad entrare nel negozietto e ne esce con il primo volume del libro "La marcia del granchio."
Dando una breve occhiata all'interno capisce che si tratta di un libro illustrato, ma sa che sicuramente piacerà alla persona per cui l'aveva comprato.

Si fanno le diciannove e ventotto quando riceve un messaggio. È appoggiato in un angolo dell'enorme areoporto, accanto ai bagni, nell'atrio che da poi all'esterno, aspettando al caldo che arrivi finalmente l'ora di tornare a casa.
C'era sempre un via vai di gente in areoporto che arriva e parte e Seokjin odia quei posti, si sente sopraffatto da tutte quelle persone. Tra chi correva per non perdere il volo e chi si ricongiungeva con i propri cari con abbracci disperati. In areoporto vivono tante storie diverse l'una all'altra, chi è lì per lavoro, chi è lì per incontrare la persona che ama dopo tanto tempo, chi parte per le vacanze o chi non tornerà mai più.
Seokjin si sentiva sempre un micro puntino, una formica, in mezzo a tutta quella gente, a volte la folla era così fitta che dovevi per forza spingere, delicatamente, per passare e sperare che non ti spingessero di rimando per ripicca.
Sfila lentamente il cellulare dalla tasca, massaggiandosi la fronte dolorante per il sonno, ma i suoi occhi si illuminano quando legge il messaggio.

Joon💞

Tesoro, sono lì tra due minuti.
Ti ho preso anche qualcosa da mangiare.
[foto]


Seokjin grida internamente quando vede la foto del suo ragazzo (è il ragazzo migliore del mondo, pensò) tenere tra le mani una busta di cartone beige del fast food. Per quanto ci tenga particolarmente alla sua dieta, KFC era d'obbligo per quella sera in quanto sarebbe tornato tardi a casa. Lo aspettava un'altra ora e mezza di metropolitana prima di potersi finalmente fare una doccia calda e dormire nel suo amato letto king size.
Afferra le valigie e corre fuori dall'areoporto, non vedeva il suo ragazzo da due settimane ma sembrava passato molto di più.
È estremamente felice di vederlo di nuovo, da due anni a questa parte ogni qualvolta tornava in Corea per alcuni giorni cercavano di andare insieme, ma questa volta Namjoon ebbe degli impegni troppo importanti che lo obbligarono a rimanere a New York.

Let's meet in New York! [namjin] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora