A Baker Street

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In breve furono a Baker Street. Si avviarono verso la casa, Miles stringeva ancora più forte la mano del padre. Lui si fermò perplesso, si chinò per rassicurarlo.

"Cosa c'è che ti turba? Non avrai paura." Scosse la testa con un no deciso, ma insicuro abbracciò Mycroft. Lui si accorse che tremava un po'. Lo portò a passeggiare nei dintorni per tranquillizzarlo, mentre gli raccontava del fratello, del rapporto un po' difficile che avevano avuto. Ma non accennò a Eurus, il dolore dei fatti di Sherrinford era ancora vivo.

La signora Hudson ferma dal panettiere, li aveva intravisti, ed era rimasta sbalordita. Mycroft con un bambino! Che gli assomigliava per giunta, corse in casa ad avvisare Sherlock.

"Dovete prepararvi a una sorpresa! Mycroft sta girando qui sotto con un bambino per mano, che, Buon Dio sembra il suo ritratto!" La signora Hudson era gioiosa.

Sherlock incuriosito si affacciò alla finestra, effettivamente suo fratello stava per salire le scale conducendo per mano un bambino di circa sette anni. Chiamò John che rimase sbalordito.

"Cosa ha combinato tuo fratello? Santo Dio, non oso dirti quello che penso." Il buon dottore scosse la testa, non sapendo se essere felice e preoccupato per l'inattesa novità.

"Credo problemi in arrivo. Ma li risolveremo." Sherlock aggrottò la fronte e si preparò ad accogliere il fratello maggiore.

Mycroft entrò senza dire nulla, fece strada a Miles. Appoggiò il suo ombrello alla porta, mentre il piccolo fissava incerto Sherlock e John. La signora Hudson era sulla porta in cucina che sorrideva, insieme a Rosie. Era l'unica al settimo cielo. Miles non dava segno di lasciare la mano di Myc. Era spaventato.

"Bene, visto che ci state fissando così tanto da impaurirlo, vi presento mio figlio Miles Alexander Scott Devon, presto Holmes. Ora smettete di squadrarlo e venite a conoscerlo.."

Sherlock, sbalordito dalla notizia, scosse la testa riccia e intanto ripercorreva tutte le frequentazioni femminili che il fratello maggiore aveva praticato sette anni prima. Quando e con chi lo avesse concepito gli sembrò un mistero, evidentemente Myc teneva ben nascosta la sua vita privata. John invece si avvicinò al piccolo e gli porse la mano per stringerla.

"Piacere Miles Holmes, io sono John Watson, il compagno di Sherlock e padre di quella piccola bambina di nome Rosie che strilla e ti guarda dalla cucina." Finalmente prese coraggio, si staccò da Myc e gli strinse la piccola esile mano. John lo trovò adorabile, il cuore gli si sciolse.

Fissò il fratello maggiore, che lo ricambiò di un ghigno divertito, ma consapevole di avere un nipote che lo fissava incuriosito, si avvicinò e gli porse la mano.

"Piacere piccolo Holmes, io sono il fratello di Mycroft. Sherlock. Fino a oggi la persona più importante che avesse, ora vedo che hai preso il mio posto.  Sei fortunato ad avere un padre come lui." Mycroft tossì imbarazzato, non si aspettava una dichiarazione del genere, Sherlock era stato stranamente gentile.

Il nipote prese la mano di suo zio e la tenne nella sua.

"Ti ho riconosciuto, zio Sherlock.  Myc ha una foto nella sua stanza dove ci siete voi due. L'unica foto di tutta la casa." Era felice di averlo riconosciuto, guardò con attenzione suo zio, che aggrottava la fronte e lo studiava. "Sei un osservatore nipote. Un Holmes con le carte in regola." Mycroft si era defilato per lasciargli spazio, ma non lo perdeva d'occhio.

"Sei diverso, zio, cioè voglio dire, non ti vesti come Myc. Sei un agente segreto anche tu?"

Sherlock rise. "No Miles, ne basta uno in famiglia! Io sono un detective privato, risolvo casi complicati che tuo padre evita, essendo un pigrone."

Mycroft non rispose alle provocazioni del fratello. Ma infondo gli faceva piacere vedere Miles interagire con quel fratello scontroso che sembrava si fosse sciolto davanti all'ingenuità del nipote.

John portò il piccolo da Rosie e dalla signora Hudson, lasciando il tempo ai due fratelli di chiarirsi. Mycroft doveva molte spiegazioni. Chiacchierarono, seduti nelle poltrone di fronte al camino, mentre Sherlock le mani giunte sotto al mento, ascoltava attento e annuiva di tanto in tanto. Alla fine sprofondò sulla poltrona.

"Mycroft proprio non me lo aspettavo che tu potessi diventare padre eri sempre così selettivo con l'altro sesso, ma evidentemente Amanda era una grande donna."

"Vero, e mi dispiace che non me lo abbia detto prima, avrei provveduto anche a lei, e Miles avrebbe sofferto meno." Si massaggiò la guancia. Le sue labbra erano un filo sottile. "Ora devo prendermi cura di lui e sono assolutamente impreparato."

"Imparerai fratello, come ho fatto io con Rosie, nessuno dei due ha la madre e questa è già una difficolta."

La voce di Sherlock si fece sottile.

"È strano che Miles non si disperi per la perdita di Amanda. Praticamente l'ha seppellita tre giorni fa. Eppure non la menziona mai. Questo non mi piace, fratello mio, sembra che non se ne renda conto, è come frastornato da quello che gli sta accadendo. Temo che cederà tutto in una volta."

Mycroft annuì, le mani si aggrapparono ai braccioli, le nocchie bianche.

"Comincerà a prendere consapevolezza, quando tutto si calmerà. Non sarà facile aiutarlo, non sono preparato ad affrontare un figlio che piange la madre." Gli occhi grigi del fratello, si fecero neri.

"Cercherò di stargli vicino. Tu e John ci siete riusciti con Rosie."

"Già ma eravamo in due. Mettici anche Molly e la signora Hudson."

Mycroft era deciso, ma era in difficoltà. Sherlock fu gentile.

"Adesso come farai con il lavoro ingombrante che ti ritrovi. Puoi sempre chiedere a nostra madre, o lasciarlo a noi? Io e John possiamo aiutarti, anche se non sarà contento di staccarsi da te. Visto come ti segue appena ti muovi. Sai bene che ha bisogno di suo padre, specie adesso che ha perso Amanda."

"Ridurrò il lavoro, non vedo che altro potrei fare, almeno fino a quando Miles non sarà cresciuto." Il vecchio Holmes aggrottò la fronte. Fissò Sherlock cercando di leggere la sua approvazione.

"Non rinuncerai al lavoro, Mycroft. È la tua vita, trova una sistemazione per il piccolo, siamo una famiglia quindi conta su di noi. E contatta la mamma, non sai quanto sarà felice di ritrovarsi nonna una seconda volta." Sorrise vedendo il disappunto del fratello che doveva ancora farsi perdonare per la menzogna di Eurus. Un nervo ancora scoperto.

"Già, le dovrò spiegare come mi sono ritrovato padre in questo modo." Agitò la mano, come se volesse allontanare dei vecchi tormenti. Si rabbuiò in volto, quasi mormorò.

"C'è una cosa che vorrei chiederti. Sai la difficoltà del mio lavoro." Deglutì a fatica il vecchio Holmes. "Ci terrei che tu fossi il padrino di Miles, nel malaugurato caso mi succedesse qualcosa. Non voglio che resti solo."

Sherlock sbottò. "Questa te la potevi risparmiare, Mycroft, crescerai tuo figlio, e gli darai il tormento come hai fatto con me." Agitò la mano per aria. "Ma ti prometto che ne avrò cura. Idiota."

Il maggiore  rise, alla sua offesa finale. Si appoggiò rilassato alla poltrona. Poteva contare su Sherlock. Lui e il suo piccolo non sarebbero stati soli.

Un papà speciale per Miles Holmes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora