{𝖖𝖚𝖆𝖙𝖙𝖔𝖗𝖉𝖎𝖈𝖎} 𝖋𝖊𝖘𝖙𝖆 𝖉𝖎 𝖈𝖔𝖒𝖕𝖑𝖊𝖆𝖓𝖓𝖔

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~자살~

"Aspetta, ti prego" dico mentre tu stai per andare

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"Aspetta, ti prego" dico mentre tu stai per andare. 

Ti giri, sorridi, mi saluti con la mano e mi dici che lo dovrei sapere che non puoi aspettare. Lo so, lo so bene, ma non posso smettere di chiedertelo. Ogni sera, quando ti affacci a quella finestra, io non posso smettere di chiederti di cambiare il finale di questa terribile storia. Ti chiedo solo di restare qui qualche minuto in più, ma tu non puoi perché sei troppo legato a quella storia e non vuoi cambiarla, anche se fa male a entrambi.

Vederti andare via, sempre così, come la prima volta, mi strazia, distrugge le mie speranze, mi annienta, ogni notte, ogni giorno, ogni ora e ogni secondo della mia vita, ma mi prometti che tornerai, lo fai sempre, e io non posso fare nient'altro se non crederti e aspettarti. Mi manchi, tanto, anche se mi vieni a trovare ogni sera. Sei diverso da prima. Sei tu, si, ma sei come sbiadito. La tua risata sembra coperta da un grosso piumone, come se fossi rimasto bloccato in quell'inverno, e le tue parole sono sempre rivolte al passato, come se qui tu non esistessi. Mi manca vederti tutte le mattine accanto a me e mi manca sentire l'odore del caffè che si impregna sui tuoi vestiti e arriva a me quando vieni a salutarmi. Mi manca tutto di te. I tuoi occhi erano speciali, erano bellissimi smeraldi, ma quando ti arrabbiavi si tingevano di giallo. Quel colore mi ha fatto paura per molto tempo. All'inizio ti arrabbiavi spesso, e a me dispiaceva vederti stressato, poi però sembrava che le cose si fossero sistemate no? I tuoi colleghi continuavano a riempirti di lavoro? La tua ex-ragazza continuava a rincorrerti ovunque? Continuavi a stare male per tutto ciò che succedeva? Perché hai smesso di dirmi cosa ti stesse succedendo? E perché io, stupida, non ti ho chiesto più nulla? Perché ho lasciato che scivolassi via lentamente, senza fare rumore? Come ho potuto non accorgermi di ciò che stava succedendo?

Ci penso sempre, ogni minuto, ogni secondo, ma non troverò mai una risposta e ho paura a chiedertela. Ho paura che tu sparisca di nuovo, che tu non ritorni più da me, e non potrei sopportarlo. 

"Aspetta, ti prego, non andare" ripeto, con le lacrime agli occhi, supplicandoti di restare. Sospiri, come si fa con le bambine che non si vogliono rassegnare all'idea che la festa di compleanno non potrà durare per sempre, stampi un bacio sulla tua mano e lo soffi verso di me, come quel giorno, e poi, anche oggi, voli giù. Corro verso la finestra, come ogni giorno, e ti vedo svanire, come ogni giorno. Sono passati tre mesi, tre mesi in cui non ho fatto altro che farmi domande e non trovare risposte, e tu sei ancora qui, a metà tra la vita e la morte, come il fantasma di una persona che non tornerà mai, perché è così infondo. Non tornerai, non c'è nulla da fare, e prima o poi mi dovrò rassegnare. La festa di compleanno è finita ormai tre mesi fa, io voglio rimanere qui a festeggiare ma festeggiare da soli non è bello, quindi forse sarebbe meglio tornare a casa, andare a letto, e divertirsi in un modo diverso domani. Proprio così, tornerò a casa e penserò a come vivere domani, senza vivere solo per quell'ombra di te che si presenta a casa mia. L'ombra resterà? Spero di no, così che tu possa essere finalmente in pace e io possa lasciarmi alle spalle il dolore, mantenendo il ricordo.

"Addio" ti dico. Sorridi. 

"Addio"

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